domenica, novembre 14, 2010
GROSSI PROBLEMI ALL'ORIZZONTE
Nella mia città, il Teatro Tenda “Saschall”, con 2600 posti a sedere, ha registrato il tutto esaurito; mi si chiederà quale era lo spettacolo, ma debbo subito dire che non c’era niente di spettacolare, ma le 2600 persone presenti, erano lì solo per un motivo: partecipare ad un concorso per 36 posti da educatore di asilo nido.
Scusate questo inizio un po’ scherzoso per un argomento sul quale non c’è proprio niente da ridere, ma è la pura cronaca di un evento e da questa partiamo per alcune riflessioni sul problema che è al vertice dei problemi: il lavoro.
Pensavo tra me e me che moltissime famiglie riescono a tirare avanti “facendo squadra” e puntando su due fattori: la pensione del nonno e un altro strumento che l’attuale società mette a disposizione: la presenza nella famiglia di una ragazza, giovane, procace e con la volontà e le caratteristiche per intraprendere un vecchio mestiere che adesso è stato ribattezzato “escort”: a titolo d’esempio, sul tipo della D’Addario, della Noemi, di Ruby e compagnia bella; qui il lavoro non manca!!
Ed è così che i bilanci familiari vengono fatti quadrare, anche – magari – con qualche “lusso”, tipo vacanze al mare o in montagna e settimana bianca sugli sci: per inciso, le mete turistiche tradizionali sono già “esaurite” per le prossime festività. Questo – a mio giudizio – sta ad indicare che “i soldi ci sono”, ma che sono appannaggio dei soliti noti, con l’aggravante che la forbice si aprendo sempre più, in modo che i poveri sono sempre di più, mentre i ricchi aumentano sempre più la loro ricchezza.
Ma questa situazione ha una causa oppure è stato il Padreterno a mandarcela dal cielo? È giudizio di molti – quindi non solo mio – che il tutto possa essere ricondotto alla famigerata “globalizzazione”, quel sistema produttivo e di mercato che – nato una quindicina d’anni fa – trova al momento la sua massima espansione, per effetto dell’apertura dei mercati dell’Est (Russia, Cina ed altri limitrofi) nonché l’avvento dei primi mercati dell’Africa e dell’India; adesso il cerchio sta per chiudersi, con la conclusione che in tutto il mondo, in tutti i Paesi del mondo, si sta realizzando un modello – alcuni lo definiscono “paranoico” – in cui all’efficientismo esasperato delle varie società, sempre maggiormente votate all’aumento del dannatissimo Pil, si contrappone la disumanizzazione e lo sfruttamento dell’individuo.
Episodicamente, direi un paio di volte l’anno, i 20 maggiori Paesi produttori del Mondo si riuniscono per cercare delle regole comuni che, regolarmente non vengono individuate e, nel caso che lo fossero, vengono poi disattese in fase operativa.
Il G20 tenutosi pochi giorni fa a Seul ne è la riprova tangibile: ognuno dei Paesi ha cercato di portare l’acqua al proprio mulino, con la conseguenza che non si è risolto un bel niente, neppure il tentativo di tenere imbrigliata la finanza mondiale, autentica autrice degli sconquassi che abbiamo vissuto in questi ultimi anni e non ancora ricondotta a regole che ne permettano un effettivo controllo.
Il nostro rappresentante, pur in tutt’altre faccende affaccendato, ha tentato di fare approvare una regolamentazione dei prezzi delle materie prime sia alimentari (orzo, riso e grano) e sia industriali (petrolio, acciaio e rame), ma l’esito – al di là delle belle parole che inneggiano a tale controllo - è stato assolutamente insoddisfacente, tant’è vero che il petrolio continua ad aumentare; insomma, la conclusione è che per l’organizzazione di questo “mega summit”, si è speso il solito “sproposito” che manterrebbe un villaggio africano per più di un anno; ma questa circostanza non viene più neppure citata, non fa più “notizia”, tanto ci siamo abituati a questi sprechi!!
Scusate questo inizio un po’ scherzoso per un argomento sul quale non c’è proprio niente da ridere, ma è la pura cronaca di un evento e da questa partiamo per alcune riflessioni sul problema che è al vertice dei problemi: il lavoro.
Pensavo tra me e me che moltissime famiglie riescono a tirare avanti “facendo squadra” e puntando su due fattori: la pensione del nonno e un altro strumento che l’attuale società mette a disposizione: la presenza nella famiglia di una ragazza, giovane, procace e con la volontà e le caratteristiche per intraprendere un vecchio mestiere che adesso è stato ribattezzato “escort”: a titolo d’esempio, sul tipo della D’Addario, della Noemi, di Ruby e compagnia bella; qui il lavoro non manca!!
Ed è così che i bilanci familiari vengono fatti quadrare, anche – magari – con qualche “lusso”, tipo vacanze al mare o in montagna e settimana bianca sugli sci: per inciso, le mete turistiche tradizionali sono già “esaurite” per le prossime festività. Questo – a mio giudizio – sta ad indicare che “i soldi ci sono”, ma che sono appannaggio dei soliti noti, con l’aggravante che la forbice si aprendo sempre più, in modo che i poveri sono sempre di più, mentre i ricchi aumentano sempre più la loro ricchezza.
Ma questa situazione ha una causa oppure è stato il Padreterno a mandarcela dal cielo? È giudizio di molti – quindi non solo mio – che il tutto possa essere ricondotto alla famigerata “globalizzazione”, quel sistema produttivo e di mercato che – nato una quindicina d’anni fa – trova al momento la sua massima espansione, per effetto dell’apertura dei mercati dell’Est (Russia, Cina ed altri limitrofi) nonché l’avvento dei primi mercati dell’Africa e dell’India; adesso il cerchio sta per chiudersi, con la conclusione che in tutto il mondo, in tutti i Paesi del mondo, si sta realizzando un modello – alcuni lo definiscono “paranoico” – in cui all’efficientismo esasperato delle varie società, sempre maggiormente votate all’aumento del dannatissimo Pil, si contrappone la disumanizzazione e lo sfruttamento dell’individuo.
Episodicamente, direi un paio di volte l’anno, i 20 maggiori Paesi produttori del Mondo si riuniscono per cercare delle regole comuni che, regolarmente non vengono individuate e, nel caso che lo fossero, vengono poi disattese in fase operativa.
Il G20 tenutosi pochi giorni fa a Seul ne è la riprova tangibile: ognuno dei Paesi ha cercato di portare l’acqua al proprio mulino, con la conseguenza che non si è risolto un bel niente, neppure il tentativo di tenere imbrigliata la finanza mondiale, autentica autrice degli sconquassi che abbiamo vissuto in questi ultimi anni e non ancora ricondotta a regole che ne permettano un effettivo controllo.
Il nostro rappresentante, pur in tutt’altre faccende affaccendato, ha tentato di fare approvare una regolamentazione dei prezzi delle materie prime sia alimentari (orzo, riso e grano) e sia industriali (petrolio, acciaio e rame), ma l’esito – al di là delle belle parole che inneggiano a tale controllo - è stato assolutamente insoddisfacente, tant’è vero che il petrolio continua ad aumentare; insomma, la conclusione è che per l’organizzazione di questo “mega summit”, si è speso il solito “sproposito” che manterrebbe un villaggio africano per più di un anno; ma questa circostanza non viene più neppure citata, non fa più “notizia”, tanto ci siamo abituati a questi sprechi!!