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mercoledì, ottobre 13, 2010

LA VIOLENZA DILAGA 

In questi ultimi tempi abbiamo una serie impressionante di immagini di violenza, tutte – come è logico – senza motivazioni apparenti (come se la violenza potesse avere delle “motivazioni”) che mi lasciano perplesso e mi inducono a proporre il problema ai miei lettori affinché si faccia una riflessione (che serve peraltro solo a coloro che la fanno).
Abbiamo cominciato a Milano,. In una zona per niente malfamata di media periferia, dove un tassista si è ritrovato davanti alla vettura un piccolo barboncino che – sfuggito alla incauta proprietaria – ha attraversato la strada ed è finito sotto le ruote dell’auto, rimanendo ucciso sul colpo; il tassista, un uomo di soli 43 anni, scende prontamente dall’auto per verificare l’accaduto e per scusarsi con la signorina che lo aveva al guinzaglio ed alla quale era sfuggito.
All’improvviso sbuca un amico della ragazza (il fidanzato?) che senza proferire parola, aggredisce l’uomo e con un pugno lo stende, facendogli battere violentemente la testa sul bordo di una aiola; fin qui siamo al livello di qualcosa di “colposo”, ma adesso viene il bello: l’uomo, con il sangue agli occhi, come si diceva una volta, prende ad infierire sul tassista – ripeto: a terra privo di conoscenza - con pugni e calci; a questa ignobile operazione si aggiunge anche una coppia (i parenti della donna proprietaria del cane?) che si accaniscono anch’essi nei confronti del malcapitato.
Risultato: il tassista è in rianimazione, in prognosi riservatissima con scarse speranze di cavarsela e nel caso affermativo con poche probabilità di ritornare quello di prima; la Polizia arresta il picchiatore il quale si giustifica così: “Ha travolto il nostro cane, mi sembrava che non si fermasse e quando è sceso non so cosa mi è preso. Ho perso la testa”; sono certo che troverete da soli le incongruenze di queste affermazioni, ma alla frase finale (ho perso la testa) la risposta dovrebbe essere: “è quello che ti meriteresti se ancora fosse in vigore la ghigliottina, brutto bastardo!”.
Spostiamoci a Roma e vediamo che per una banale lire per la precedenza nella coda per l’acquisto di un biglietto della metropolitana, una ragazza – ritenendosi prevaricata da un giovane – lo insegue dopo l’acquisto del tiket e dà inizio ad una lite che il giovane conclude con un manrovescio che manda la ragazza (una rumena di 32 anni) per terra priva di conoscenza e se ne va tranquillamente per la sua strada; il bello arriva adesso: la gente che passa da lì, ripresa da una telecamera fissa, scansa la ragazza a terra e non c’è nessuno che si fermi per soccorrerla, tant’è vero che passa del tempo prima che venga portata all’ospedale, dove viene ricoverata in rianimazione, ma in condizioni migliori del suo emulo milanese (il tassista); il giovanotto, arrestato per l’intervento di un militare, afferma di avere avuto “paura di essere accoltellato”.
Il terzo episodio lo abbiamo vissuto ieri sera in televisione per la partita della nazionale contro la Serbia, annullata perché un gruppo di ultranazionalisti serbi ha utilizzato questa “ribalta internazionale” per far conoscere la propria forza e determinazione: le forze dell’ordine si sono limitati a controllare la situazione e i delinquenti hanno sfasciato la zona delle tribune loro assegnata, ma soprattutto hanno “obbligato” le federazioni ad annullare l’incontro valevole per il Campionato europeo; insomma, come ha detto qualche commentatore: “questo si erano proposti e questo hanno ottenuto!”
Quindi, la violenza sembra ormai farla da padrona nelle nostre strade (ma anche nelle nostre case) e questo deriva forse dal fatto che siamo tutti immersi in un clima di violenza che non può che sfociare in questo; l’unico commento che mi sento di fare è che l’”uomo” ormai è diventato sempre più simile alla bestia e quindi……

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