giovedì, settembre 23, 2010
ZIBALDONE N.9
Sono tre le notizie che mi hanno colpito e che trasmetto ai miei lettori con qualche commento ed altrettanti “stimoli”, spero, per coloro che mi seguono.
LA PRIMA notizia proviene dal Giappone e riguarda una esibizione al pubblico di uno strano oggetto: il patibolo; i giornalisti infatti sono stati portati a vedere il luogo delle sentenze capitali a Tokio, uno dei sette esistenti nel Paese; la macabra visita guidata è stata organizzata dal Ministro della Giustizia giapponese, esponente di un partito contrario alla pena di morte che – è bene precisarlo – è ancora esistente nel paese asiatico. “La mia speranza” – ha detto il ministro – “è che si apra una discussione sulla pena di morte”; per la verità, mi sembra che ci sia poco da discutere, specie perché in un recentissimo sondaggio, l’86% dei cittadini giapponesi si sono dichiarati favorevoli alla pena di morte.
Il Guardasigilli giapponese spera, con la visione della macabra stanza del patibolo, di smuovere le coscienze dei cittadini asiatici, specie perché al momento i condannati che aspettano nei braccio della morte sono ben 107 e la loro sorte è appesa ad una decisione del governo che, al momento non sembra attuabile.
LA SECONDA notizia si riferisce ad una intervista rilasciata da Don Verzé, nella quale il fondatore del celebre Ospedale San Raffaele di Milano, parla a ruota libera, proprio come può fare un “personaggio” come lui che è ormai diventato “intoccabile”.
Dopo aver dato il proprio assenso alla “comunione ai divorziati”, si mette a parlare del Papa, con un curioso espediente: usa il “se fossi Papa..” per affrontare alcuni problemi della Chiesa; il primo di queste allocuzioni riguarda il modo di vita del Pontefice: “se fossi Papa scenderei da solo, senza bardature a stare tra la gente, scenderei non da sacri Palazzi, ma da un semplice appartamento come un buon Parroco”.
Inoltre, “se fosse Papa”, il nostro Don Verzé eliminerebbe il Cardinalato e passerebbe l’elezione del Pontefice direttamente ai Vescovi, aggiungendo – in barba a tutti i segreti del conclave – che per i moderni sistemi telematici non sarebbe un problema.
Fra le tante cose che Don Verzé dice a proposito de “se fossi Papa”, l’ultima che vi propongo è quella che si riferisce ai viaggi in tutte le parti del mondo: “anziché fare visite lampo con costose comparse oceaniche, mi fermerei nei cinque continenti qualche mese e magari – in qualche caso – alcuni anni, a viverci come facevano gli Apostoli, Pietro, Paolo e gli altri”.
Molto interessanti le cose dette da Don Verzé, anche se sembra fantascienza.
LA TERZA notizia riguarda “il branco”, quell’accozzaglia di giovani che, presi singolarmente sono tutti bravi ragazzi, ma messi insieme rappresentano un autentico pericolo ambulante; sentite come si esprimono cinque ragazzi arrestati per uno stupro di gruppo: con tono tranquillo, di persone assennate, raccontano di aver condotto la malcapitata ragazza in un luogo riparato e, dopo averla picchiata, l’hanno derubata e stuprata tutti e cinque, concludendo con la frase che mi ha particolarmente colpito: “forse abbiamo esagerato un po’”. Quindi, non hanno cercato di mentire o di darsi reciprocamente la colpa, ma hanno ammesso tranquillamente il reato, tirando fuori l’unica scusante dell’assunzione di alcool e di droga, ma in sostanza, considerando lo stupro una cosa “quasi accettabile”, ma forse diventata una “brutta cosa” per alcuni particolari di quella nottata raccontati agli allibiti poliziotti, i quali alla domanda “perché l’avete rapinata” si sono sentiti rispondere tranquillamente “perché lei ha opposto resistenza, si è ribellata”; doveva accettare e stare zitta!! Chiaro il concetto??
LA PRIMA notizia proviene dal Giappone e riguarda una esibizione al pubblico di uno strano oggetto: il patibolo; i giornalisti infatti sono stati portati a vedere il luogo delle sentenze capitali a Tokio, uno dei sette esistenti nel Paese; la macabra visita guidata è stata organizzata dal Ministro della Giustizia giapponese, esponente di un partito contrario alla pena di morte che – è bene precisarlo – è ancora esistente nel paese asiatico. “La mia speranza” – ha detto il ministro – “è che si apra una discussione sulla pena di morte”; per la verità, mi sembra che ci sia poco da discutere, specie perché in un recentissimo sondaggio, l’86% dei cittadini giapponesi si sono dichiarati favorevoli alla pena di morte.
Il Guardasigilli giapponese spera, con la visione della macabra stanza del patibolo, di smuovere le coscienze dei cittadini asiatici, specie perché al momento i condannati che aspettano nei braccio della morte sono ben 107 e la loro sorte è appesa ad una decisione del governo che, al momento non sembra attuabile.
LA SECONDA notizia si riferisce ad una intervista rilasciata da Don Verzé, nella quale il fondatore del celebre Ospedale San Raffaele di Milano, parla a ruota libera, proprio come può fare un “personaggio” come lui che è ormai diventato “intoccabile”.
Dopo aver dato il proprio assenso alla “comunione ai divorziati”, si mette a parlare del Papa, con un curioso espediente: usa il “se fossi Papa..” per affrontare alcuni problemi della Chiesa; il primo di queste allocuzioni riguarda il modo di vita del Pontefice: “se fossi Papa scenderei da solo, senza bardature a stare tra la gente, scenderei non da sacri Palazzi, ma da un semplice appartamento come un buon Parroco”.
Inoltre, “se fosse Papa”, il nostro Don Verzé eliminerebbe il Cardinalato e passerebbe l’elezione del Pontefice direttamente ai Vescovi, aggiungendo – in barba a tutti i segreti del conclave – che per i moderni sistemi telematici non sarebbe un problema.
Fra le tante cose che Don Verzé dice a proposito de “se fossi Papa”, l’ultima che vi propongo è quella che si riferisce ai viaggi in tutte le parti del mondo: “anziché fare visite lampo con costose comparse oceaniche, mi fermerei nei cinque continenti qualche mese e magari – in qualche caso – alcuni anni, a viverci come facevano gli Apostoli, Pietro, Paolo e gli altri”.
Molto interessanti le cose dette da Don Verzé, anche se sembra fantascienza.
LA TERZA notizia riguarda “il branco”, quell’accozzaglia di giovani che, presi singolarmente sono tutti bravi ragazzi, ma messi insieme rappresentano un autentico pericolo ambulante; sentite come si esprimono cinque ragazzi arrestati per uno stupro di gruppo: con tono tranquillo, di persone assennate, raccontano di aver condotto la malcapitata ragazza in un luogo riparato e, dopo averla picchiata, l’hanno derubata e stuprata tutti e cinque, concludendo con la frase che mi ha particolarmente colpito: “forse abbiamo esagerato un po’”. Quindi, non hanno cercato di mentire o di darsi reciprocamente la colpa, ma hanno ammesso tranquillamente il reato, tirando fuori l’unica scusante dell’assunzione di alcool e di droga, ma in sostanza, considerando lo stupro una cosa “quasi accettabile”, ma forse diventata una “brutta cosa” per alcuni particolari di quella nottata raccontati agli allibiti poliziotti, i quali alla domanda “perché l’avete rapinata” si sono sentiti rispondere tranquillamente “perché lei ha opposto resistenza, si è ribellata”; doveva accettare e stare zitta!! Chiaro il concetto??