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martedì, settembre 21, 2010

COSA C'ENTRANO CON L'AMORE? 

L’ipotesi che cercherò di sviluppare con questo post, riguarda due caratteristiche della nostra civiltà – il relativismo etico e morale e la massificazione – ponendole in relazione con un’altra realtà adesso in crisi: l’amore, e le sue splendide realtà.
Anzitutto, analizziamo queste due caratteristiche dei nostri giorni e poi vedremo se riuscirò ad andare avanti: il relativismo, secondo quanto mi dice il Devoto-Oli, lo definiamo come “ogni atteggiamento del pensiero che consideri la conoscenza come incapace di attingere una realtà oggettiva ed assoluta”.
Per questo tipo di atteggiamento, non esistono né sistemi, né morali, né religioni, né principi universali, ma solo l’individualismo più assoluto e sfrenato che toglie valore a qualunque principio superiore; l’uomo ricerca - se non la felicità come insegna la Costituzione americana – almeno il godimento, e per fare ciò identifica il suo “mondo personale” e cerca di ottenervi un posto di prima fila per poter assistere allo spettacolo degli altri che si arrabattano all’inseguimento di un principio o di un sentimento.
Invece, sempre il Devoto-Oli, così definisce la massificazione: “l’opera di desolante spersonalizzazione spirituale e morale dell’individuo, perseguita per ovvi motivi dai regimi totalitari o, come diretta conseguenza, dalla civiltà dei consumi”.
Entrambi sono quindi fenomeni che antepongono l’”io ad ogni altra cosa; Per quest’ultimo fenomeno, dobbiamo aggiungere che nella nostra società, tutto parte dall’uso smodato dell’immagine che schiavizza l’uomo contemporaneo.
In concreto, l’uso scorretto delle immagini o meglio la loro non corretta “lettura”, ingenera nell’individuo il fenomeno della massificazione che – data la provenienza dal consumismo – possiamo definire come quel fenomeno che, dopo avere generato “la massa”, cioè l’amalgama delle persone caratterizzate da un denominatore comune (la mentalità massmediale) agisce nei confronti del singolo facendo in modo che egli “mutui i criteri di scelta da fattori estrinseci alla cosa da scegliere anziché da elementi intrinseci”. Quindi, in concreto, crediamo di scegliere liberamente, ma così non è, dato che i criteri di scelta ci vengono “imposti” dal sistema dei mass-media; e questo vale per tutto, anche per i sentimenti, poiché ci fa agire come se la finzione che ci appare fosse la realtà; da questo ne discende che il nostro soggettivismo diventa esasperato al massimo e quindi “quello che piace a me è l’unica cosa che conta, il resto si fotta!!”.
E adesso vediamo come queste due caratteristiche della nostra società possono incidere sull’amore, quel sentimento bellissimo e incomprensibile che sempre più sembra legato a fattori esteriori anziché a stati d’animo ed a sentimenti reali.
Possiamo dire che questo esasperato “soggettivismo”, così scarsamente suscettibile di sacrifici, donazione del proprio essere ed altre “baggianate” del genere, mal si concilia con la dedizione appassionata ed esclusiva, volta ad assicurare reciprocamente felicità, benessere e voluttà e neppure con la donazione di un qualcosa di “immateriale” che mal si concilia con la situazione attuale della “coppia”, in quanto una delle due componenti, o addirittura entrambe, ragionano con una mentalità relativista e massmediale, tutte e due nemiche giurate ed anzi “antitetiche” al sentimento ed alla dedizione, al sacrificio ed alla donazione – gratuita e meravigliosa – di se stesso all’altra con l’unica attesa di essere ricambiato, se possibile.
Che fare allora? Il mondo ci chiede di abbracciare una filosofia materialistica, di giocare le nostre carte sul versante dell’”apparire” e non su quello dell’”essere”; la maggioranza si adegua a questo, ma io non lo faccio e non fatelo neppure voi!!

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