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lunedì, agosto 23, 2010

NEMO PROPHETA IN PATRIA 

Il vecchio adagio “nessuno è profeta in patria”, si addice perfettamente alla situazione che stiamo vedendo in Germania, acclamata in tutto il Mondo come “locomotiva della ripresa europea”, oppure “la migliore Nazione dopo la Cina”; dopo avere appreso dei mirabolanti risultati della Germania in chiave economica, ovviamente il merito di tutto ciò è di Angela Merkel.
Ebbene, da un sondaggio realizzato da un istituto specializzato, ci saremmo aspettati dei numeri mirabolanti a favore della coalizione che la Merkel guida al governo; e invece, nossignori! Il raggruppamento “di sinistra” (SPD e Verdi), qualora si votasse adesso, vincerebbe le elezioni a mani basse; i partiti di governo escono dai sondaggi profondamente ridimensionati, in particolare i “liberali” che dal 18% crollano al 6%.
Cosa è successo? Semplice, i tedeschi, chiamati ad una politica di rigore, adesso sono stufi e vorrebbero tornare un po’ a quello che succedeva prima, ma ancora non sembra possibile; in particolare, i liberali – ripeto: quelli che escono peggio da questo sondaggio – avevano promesso in sede di campagna elettorale, forti sconti fiscali e sulla base di tale intendimento l’elettorato li aveva votati; adesso, visto che le promesse di riduzione delle tasse non sono state mantenute, la gente si guarda intorno e cerca il partito che meglio potrebbe rappresentarla, cercando di fare i propri interessi.
E gli operai, invece di ringraziare per avere un tasso di disoccupazione che è andato a diminuire in questo ultimo anno (di poco, ma insomma…) hanno già chiesto di rivedere i contratti stipulati in periodo di “cinghia tirata” e cercano, lecitamente, di approfittare della ripresa economica che viene sbandierata da ogni parti; possiamo dar loro torto?
Da noi invece non se ne parla neppure di questi problemi; la politica è invischiata in una diatriba all’interno del partito di maggioranza relativa che probabilmente condurrà il paese a nuove elezioni in tempi brevi; dire che non è proprio quello di cui avremmo avuto bisogno mi sembra come dire che “al fuoco l’acqua bolle”, ma evidentemente i palazzi romani la pensano diversamente, dato che anziché curarsi di agganciare il Paese al treno europeo della ripresa, si litiga per qualsiasi cosa: l’ultima è la famosa casa di Montecarlo; ma li voglio proprio vedere andare a fare i comizi vicino alle fabbriche che stanno chiudendo e portare come motivazione di questa tornata elettorale “l’incompatibilità tra i due co-fondatori del partito di maggioranza relativa”; oddio, con la faccia di bronzo che si ritrovano possono fare questo ed altro, ma un po’ di decenza non guasterebbe proprio!!
E il mondo del lavoro? È sicuramente scosso dalla vicenda dello stabilimento FIAT di Melfi, dove tre operai erano stati licenziato con l’accusa di “sabotaggio” e sono stati reintegrati dal giudice del lavoro; a queste sentenze – per la verità quasi sempre favorevoli ai dipendenti – era prassi non fare ricorso ma adesso, “imperante la dottrina Marchionne”, l’azienda ha impugnato il provvedimento ed è ricorsa: l’udienza è per il 6 ottobre, ma il reintegro dei tre operai è stato disposto nella sentenza di primo grado e quindi è già operativo, a far tempo dalla riapertura dello stabilimento dopo le ferie.
Ed ecco la novità: la FIAT ha inviato ai tre dipendenti un telegramma con il quale gli stessi vengono invitati a rimanersene a casa fino al giudizio di secondo grado, sia pure con la paga assicurata; mi sembra giusto che i sindacati abbiano preso cappello ed abbiano addirittura ipotizzato di chiamare la Polizia in caso di mancato assenso all’entrata nel posto di lavoro; staremo a vedere, ma non sono certo cose che rassicurano l’ambiente che invece avrebbe tanto bisogno di calma e ragionamento!!

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