venerdì, agosto 27, 2010
FUORI DAL MONDO
Con il termine “fuori dal mondo”, voglio intendere quella condizione in cui una o più persone sono costrette dalle circostanze a condurre una vita diversa da quella consueta e quindi a compiere azioni diverse dal solito.
Per esemplificare quanto sopra esposto, prendo in prestito due vicende che stanno accadendo quasi in contemporanea, anche se in punto molto distanti del Mondo: il primo in Cina ed il secondo in Cile; nella nazione asiatica, che si dimostra “grande in tutto, anche nelle cose negative, è in corso un ingorgo automobilistico sulla strada che conduce alla Mongolia interna, circa cento chilometri, tutti pieni di automobili e camion.
Vi immaginate che spettacolo??! Un serpentone lungo cento chilometri che ha preso il via a metà agosto e conta di essere smaltita a metà settembre: un mese da trascorrere in modo completamente diverso dal solito, facendo amicizia con persone sconosciute, ingannando il tempo a giocare a carte con vicini di posto e dormendo in auto oppure sdraiati per terra sotto i grandi camion.
Il motivo di questo mega-imbottigliamento automobilistico sembra derivare dalla chiusura della principale arteria parallela – la National Expressway lungo la quale scorre il traffico dei mezzi pesanti – situazione che ha generato l’indirizzamento delle due correnti di traffico sull’unica strada.
Le autorità pongono la data di ritorno alla normalità al 15 settembre, giorno in cui la “101” verrà riaperta al traffico e quindi avremo il ripristino della duplice affluenza: da una parte il traffico leggere e dall’altra quello pesante.
Altri casi similari si sono vissuti prima in Siberia, dove cinquecento auto e numerosi camion rimasero bloccati per sette giorni con temperatura che durante la notte toccava i 30 gradi sotto zero e in Brasile, dove circa un anno fa, si verificò una coda di 293 chilometri tra San Paolo e Rio de Janeiro: il groviglio venne sciolto dopo svariati giorni.
In Italia abbiamo la Salerno - Reggio Calabria che, modestamente, può essere paragonata a queste “detenzioni” anche se, per la verità, non si è mai raggiunto cifre e giorni di quel livello; però ci stiamo attrezzando per partecipare al Guiness dei primati.
L’altro caso di “fuori dal mondo” si sta svolgendo in Cile, in una miniera di oro e rame, dove 33 minatori, dal 5 di agosto, sono intrappolati da una frana che ha ostruito il tunnel di risalita e si trovano a 700 metri di profondità in attesa di essere ricondotti alla superficie; sono in contatto con il mondo attraverso una sonda che riesce a mandare loro cibo, acqua e medicine; tutto questo fino al prossimo Natale, dato che per estrarli si deve costruire un tunnel parallelo e per fare questo occorrono almeno due mesi.
Al momento siamo al ventesimo giorno di “prigionia” e si potrebbe ipotizzare alte lamentazioni da parte dei minatori rimasti prigionieri e invece – nei contatti esterni attraverso la sonda – gli operai mostrano rispetto per i superiori impegnati nell’opera di salvataggio e ostentano tranquillità e dignità: quando hanno saputo che ci vorrà ancora molto tempo per tirarli fuori (fino a Natale), hanno replicato: “nessun problema, possiamo attendere anche di più; basta che ci mandiate cibo, spazzolini da denti e crema per gli occhi che, a stare tanto al buio, cominciano a farci male”.
Tra i minatori rimasti intrappolati c’è anche un ex giocatore di calcio, Franklin Lobos, di 53 anni, che ha anche giocato in nazionale e, alla fine della carriera – dopo aver fatto l’autista di bus e di taxi – si è ritrovato a condurre i minatori attraverso una rampa stradale e lì è stato intrappolato dalla frana; è diventato ovviamente un eroe nazionale ed il suo nome è famoso come quello di un divo. Ne avrebbe fatto volentieri a meno!!
Per esemplificare quanto sopra esposto, prendo in prestito due vicende che stanno accadendo quasi in contemporanea, anche se in punto molto distanti del Mondo: il primo in Cina ed il secondo in Cile; nella nazione asiatica, che si dimostra “grande in tutto, anche nelle cose negative, è in corso un ingorgo automobilistico sulla strada che conduce alla Mongolia interna, circa cento chilometri, tutti pieni di automobili e camion.
Vi immaginate che spettacolo??! Un serpentone lungo cento chilometri che ha preso il via a metà agosto e conta di essere smaltita a metà settembre: un mese da trascorrere in modo completamente diverso dal solito, facendo amicizia con persone sconosciute, ingannando il tempo a giocare a carte con vicini di posto e dormendo in auto oppure sdraiati per terra sotto i grandi camion.
Il motivo di questo mega-imbottigliamento automobilistico sembra derivare dalla chiusura della principale arteria parallela – la National Expressway lungo la quale scorre il traffico dei mezzi pesanti – situazione che ha generato l’indirizzamento delle due correnti di traffico sull’unica strada.
Le autorità pongono la data di ritorno alla normalità al 15 settembre, giorno in cui la “101” verrà riaperta al traffico e quindi avremo il ripristino della duplice affluenza: da una parte il traffico leggere e dall’altra quello pesante.
Altri casi similari si sono vissuti prima in Siberia, dove cinquecento auto e numerosi camion rimasero bloccati per sette giorni con temperatura che durante la notte toccava i 30 gradi sotto zero e in Brasile, dove circa un anno fa, si verificò una coda di 293 chilometri tra San Paolo e Rio de Janeiro: il groviglio venne sciolto dopo svariati giorni.
In Italia abbiamo la Salerno - Reggio Calabria che, modestamente, può essere paragonata a queste “detenzioni” anche se, per la verità, non si è mai raggiunto cifre e giorni di quel livello; però ci stiamo attrezzando per partecipare al Guiness dei primati.
L’altro caso di “fuori dal mondo” si sta svolgendo in Cile, in una miniera di oro e rame, dove 33 minatori, dal 5 di agosto, sono intrappolati da una frana che ha ostruito il tunnel di risalita e si trovano a 700 metri di profondità in attesa di essere ricondotti alla superficie; sono in contatto con il mondo attraverso una sonda che riesce a mandare loro cibo, acqua e medicine; tutto questo fino al prossimo Natale, dato che per estrarli si deve costruire un tunnel parallelo e per fare questo occorrono almeno due mesi.
Al momento siamo al ventesimo giorno di “prigionia” e si potrebbe ipotizzare alte lamentazioni da parte dei minatori rimasti prigionieri e invece – nei contatti esterni attraverso la sonda – gli operai mostrano rispetto per i superiori impegnati nell’opera di salvataggio e ostentano tranquillità e dignità: quando hanno saputo che ci vorrà ancora molto tempo per tirarli fuori (fino a Natale), hanno replicato: “nessun problema, possiamo attendere anche di più; basta che ci mandiate cibo, spazzolini da denti e crema per gli occhi che, a stare tanto al buio, cominciano a farci male”.
Tra i minatori rimasti intrappolati c’è anche un ex giocatore di calcio, Franklin Lobos, di 53 anni, che ha anche giocato in nazionale e, alla fine della carriera – dopo aver fatto l’autista di bus e di taxi – si è ritrovato a condurre i minatori attraverso una rampa stradale e lì è stato intrappolato dalla frana; è diventato ovviamente un eroe nazionale ed il suo nome è famoso come quello di un divo. Ne avrebbe fatto volentieri a meno!!