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sabato, agosto 07, 2010

CHE CE NE FACCIAMO DI QUESTO “POTERE”? 

Prendo lo spunto da quanto riportano le cronache in questi giorni circa le “esuberanti esternazioni” del Presidente Sarkozy nei confronti della di lui consorte, Carla Bruni, in occasione della partecipazione ad un film che Woody Allen sta girando a Parigi.
Prima due parole sul regista che, peraltro, specie in questi ultimi tempi avevo già considerato un po’ “bollito”: quale motivo c’era per ingaggiare la moglie del Presidente per questo film? Non mi sembra che la stessa possa considerarsi “indispensabile” dato che le cronache dello spettacolo ci riportano che anche scene semplicissime sono state ripetute addirittura 35 volte perché la “premier dame” non riusciva a recitarle. E allora? Allora, è il solito discorso: avere Carla Bruni nel cast significa farsi “pubblicità” a partire dall’inizio della lavorazione fino all’uscita del film nei cinema; poi, le immancabili stroncature diventeranno ancora “pubblicità” perché la gente va a vederlo per parlare male della raffazzonata attrice/presidentessa.
Scusate il lungo preambolo ed arriviamo al bravo Nicolas: in questi giorni che il set del film di Allen è proprio nel centro di Parigi (Quartiere Latino) il Presidente ha già fatto un paio di apparizioni che hanno turbato l’operatività del cast; l’ultima è stata anche più rocambolesca, in quanto Sarkozy, arrivato sul set, si è ritrovato la moglie tra le braccia (per la finzione cinematografica, s’intende) dell’aitante Owen Wilson che ripeteva per la trentesima volta la scena di un bacio appassionato, si è arrabbiato ed ha tentato di portare via la moglie dal set; si è calmato solo dopo alcune moine della bella Carla, ma nel momento in cui sono entrati in azioni i soliti paparazzi, ha gridato ai suoi gorilla “Buttateli fuori”, facendo nascere un putiferio a base di spintoni, calci, pugni e la collera del regista che ha visto rovinato il lavoro per l’intera serata.
Questo è un esempio di “potere”; se esaminiamo la stessa cosa in Italia, possiamo trovarne cento di situazioni similari e quindi la conclusione che possiamo trarre è che le attuali persone che personificano il potere – nel mondo - non ne sono degne, oppure, rappresentano l’immagine del potere dei nostri giorni in modo distorto..
Senza andare troppo lontano (ai Quintino Sella o ai De Gaulle, ai Ricasoli o ai De Nicola) cerchiamo di appiccicare una situazione analoga ad alcuni statisti relativamente recenti, da De Gasperi a Togliatti, da Fanfani a Moro, e potrei continuare, tutta gente che – pur essendo odiata dall’avversa parte politica – è sempre stata rispettata per la correttezza e la sobrietà dei costumi. Non riesco a vederli in questi panni di presidenti dispotici e spocchiosi.
Al giorno d’oggi – pur avendo ricambi di politici attraverso le elezioni – ci ritroviamo di fatto sempre la stessa “robetta” che cerca solo di fare gli interessi propri e degli amici.
Ed allora una proposta – bislacca come lo sono le mie proposte – che si basa su un nuovo sistema di elezione: non più politici ma “categorie di persone”; cioè, per una legislatura (4 anni) governano gli imbianchini, per quella dopo i panificatori, poi si passa ai mobilieri e via di questo passo, utilizzando i veterinari, i boscaioli eccetera.
Non mi si dica che i signori facenti parte di queste categorie non avrebbero la cultura per governare; tolti tre o quattro “tecnici”, il resto dei nostri governanti potrebbe essere degnamente sostituito dai “salumieri” che almeno il loro mestiere lo conoscono.
Lo so che non è serio; per la verità neppure volevo esserlo, ma almeno voglio sperare di aver lanciato un messaggio circa un sistema di corruttela dilagante che può essere curato solo da una operazione di taglio netto e deciso e non da palliativi che non servono a nient’altro che a perpetuare il sistema. Chiaro il concetto??

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