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sabato, luglio 10, 2010

RUBERIE GENERALIZZATE 

La “cricca”, i “furbetti del quartierino”, la “casta”, sono tutti nomi che vengono affibbiati da un giornalismo pieno di idee (solo per i nomi e non per altro) e ricolmo di materiale cartaceo e filmico che testimonia – se non addirittura “dimostra” – che il nostro Paese è ormai sprofondato in quel relativismo che è stato ben definito dal filosofo Oswald Spengler, il quale, prendendo in prestito dalla fisica il concetto che “non esiste la verità oggettiva, ma la conoscenza di qualsiasi fenomeno dipende dal punto di pista dell’osservatore” afferma che in campo sociale, politico ed etico, “tutti i principi morali e religiosi e tutti i valori hanno un significato solo nell’ambito e per la durata della civiltà che li ha elaborati e professati”.
Solo così possiamo spiegare il Presidente della Repubblica De Nicola che circa 65 anni fa viaggiava in treno in 2° classe da Napoli a Roma e rifiutava il rimborso, dallo Stato, del biglietto del treno, mentre adesso i “boiardi di stato” hanno le loro quattro o cinque auto a disposizione e si fanno rimborsare “almeno due volte” qualunque spesa. A proposito delle auto blu – ma è un vecchio discorso già fatto – è bene ribadire che in Italia ne abbiamo 629mila contro le 73mila degli USA e le 54mila della Germania (le nostre, messe una accanto all’altra, riempiono 1.200 campi di calcio).
In questo contesto di necessità di risparmi in tutti in settori, la Regina Elisabetta ha potuto annunciare ai Comuni che i ministri del governo Campbell-Clegg useranno i mezzi pubblici: vogliamo crederci? Vogliamo dare fiducia ad una Regina?
Comunque sia, il numero delle nostre auto blu è un dato ipotizzato, per difetto, da una “campionatura”; già, mi direte, ma perché non prendere il dato dal PRA? Per il semplice motivo che le auto blu sono macchine “fantasma”, in quanto non iscritte al Pubblico Registro e così – sia detto per inciso – se a un comune mortale come noi capita di avere un problema con una di queste auto, per rintracciarla bisogna incaricare (e pagare in anticipo) un avvocato.
Insomma, la tematica che voglio esprimere è che in presenza di questo “relativismo”, chi può molto, ruba molto; chi può poco, ruba poco; e quindi, mentre di coloro che possono attingere a piene mani al bottino di Stato ne parliamo in continuazione, di quelli che si devono confrontare con il cittadino normale, non abbiamo molte notizie: una di queste l’aggiungo io, parlandovi di uno strano medico – quello “della mutua”, come si diceva una volta – che nel suo ambulatorio ti riceve regolarmente e svolge il proprio lavoro con attenzione e cura, ma se lo chiami a casa, ti fa capire “chiaramente” che per il disturbo ci vogliono 50 euro; facciamo due conti: quattro visite domiciliari al giorno fanno 200 euro il tutto per circa 150 giorni, fa 30.000 euro, ovviamente esenti tasse, dato che le cinquanta euro iniziali sono “a nero”.
È chiaro il concetto? Questa è una società malata di “ladrocinio” e il morbo mi sembra, al momento, assolutamente incurabile; le persone sane, cioè senza avere nessun morbo, sono una minoranza e, in democrazia, vince la maggioranza, cioè i ladroni.
Siamo in Italia, dove la Cassazione non riesce ad esprimere un parere sull’uso delle berline di servizio; quindi Maestà, ci scusi, ma non abbiamo il pragmatismo degli uomini della sua fortunata Isola; ci vuole pazienza, magari abbiamo altre doti….
E adesso vi mando un saluto ed un arrivederci tra una diecina di giorni, periodo che spero di trascorrere amenamente in una località marina; come ben sapete, quando sono lontano dalla mia sede abituale non scrivo, anche se ne avessi le possibilità, e quindi ci risentiamo prestissimo, spero in forma smagliante, io e tutti voi.

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