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domenica, luglio 18, 2010

RITORNO A CASA 

Il ritorno a casa, dopo una diecina di giorni di villeggiatura marina, è stato piacevole per l’assenza di “code automobilistiche”, ma spiacevole per il dover riprendere le solite abitudini abbandonate per questo tempo vacanziero, ahimé troppo breve.
Erano molti anni che non facevo una villeggiatura “classica” e quindi molte cose che ho trovato sulla spiaggia e nelle strutture alberghiere, hanno rappresentato delle autentiche sorprese; ve le racconto, anche se probabilmente queste osservazioni sono state fatte anche da molti di voi. Anzitutto la struttura antropologica del materiale umano: nella stragrande maggioranza dei casi, diciamo l’80% o giù di lì, la composizione del nucleo familiare è la seguente: i bambini, più o meno piccoli, da un minimo di 1 anno ad un massimo di 12 anni, sono accompagnati non dai genitori – evidentemente al lavoro – ma dai nonni, molte volte entrambi, altre da uno solo:
Questo può significare due cose: l’impossibilità dei genitori di fare le ferie insieme ai figli, oppure l’utilizzo dei vecchi nonni con funzione di “vice-genitori”; ma mi chiedo se poi i ragazzi doppiano il periodo di vacanza anche con i genitori (nel caso che lo abbiano fatto con i nonni) o con i nonni nel caso che la prima tranche sia avvenuta con i genitori; quindi si potrebbe trarre la conclusione che i periodi di vacanza vanno ad aumentare – per qualcuno – ed invece diminuiscono per tutti coloro che non hanno i soldi e neppure i nonni per impiegare nel periodo vacanziero.
Comunque sia, consentitemi una osservazione, parafrasando il film di Cohen: questo Paese, specie nel periodo di vacanza, è veramente “un paese di vecchi”, anche se quasi tutti ben portanti e lucidi sia “di testa” e sia per la crema abbronzante che si spalmano sul corpo per prendere la tintarella.
C’è poi il problema degli extra-comunitari che si aggirano lungo la spiaggia con dei grandi fagotti pieni di cianfrusaglie oppure con una quantità inverosimile di vestitini da donna sulla spalle o di borse con e senza griffe famose: sarà colpa della crisi finanziaria, sarà quel che sarà, ma questi poveri disgraziati che si sbattono lungo la spiaggia carichi come somari, non guadagnano un becco di un quattrino; uno di questi “disgraziati”, un camerunense” grande e grosso, pieno di cappellacci di paglia e di tappeti di incerta provenienza, l’altro giorno si è accasciato vicino al mio ombrellone come a chiedere ospitalità per prendersi un po’ di riposo all’ombra: mi guardava con due occhi dolcissimi e sembrava che mi chiedesse scusa di questo suo “osare” (avvicinare un bianco); da parte mia volevo chiedergli: caro amico, se ti sorbisci una vita così infernale sta a significare che al tuo Paese era ancora peggio; ma allora, invece di andartene – tu e tanti altri – perché non vi siete rivoltati ai vostri “capi” e avete preteso un po’ di umanità? Forse è impossibile? Certo che vi assicuro che mentre noi “bianchi” ci godiamo l’ozio delle vacanze vedere questi “disgraziati” che sgobbano veramente come somari, fa male al cuore; e se qualcuno di loro si ritrova a delinquere – magari sotto l’egida di un bianco – c’è anche da capirlo: se il copioso sudore non è sufficiente a riempire lo stomaco, proviamo qualcos’altro!! C’è da dargli torto??!!
E pensare che qualcuno di loro replica anche uno spettacolo andato in scena negli anni passati: arriva in uno spiazzo tra gli ombrelloni, spiega un paio di lenzuoli sulla sabbia e sopra ci vengono riversati una quantità altissima di vestiti da donna che vengono proposti con la formula “cinque euro a scelta”. Ebbene, neppure questo vecchio slogan che ha avuto tanto successo in passato, riesce a smuovere le signore dalla lettura di riviste di gossip; sarà la crisi??

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