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lunedì, giugno 28, 2010

LEGGE BAVAGLIO? 

La prima cosa che mi viene di chiedermi è se a Berlusconi “conveniva” fare tutto questo bordello per cercare di approvare la “legge anti-intercettazioni” (chiamata legge bavaglio), sfidando il Quirinale, l’ex alleato Fini, i magistrati, gli editori, i giornalisti e, in prospettiva, la Consulta, per poi fare una sorta di “ritirata strategica” quando ha fatto due conti ed ha visto che i numeri non gli tornavano.
In questa circostanza, il nostro Presidente ha fornito l’ennesima prova di essere un personaggio “a-politico”, uno cioè che non riesce a mediare su niente e che nel momento in cui ritiene di dover “fare una cosa giusta” (ovviamente per lui), si convince di avere anche il “diritto” di realizzarla.
Ma questa ossessione per le intercettazioni non è esclusivo privilegio di Berlusconi: nel 2007 con l’allora governo Prodi, venne presentata la legge Mastella (Ministro della Giustizia) che proibiva la pubblicazione di carte e intercettazioni anche solo per "riassunto" (esattamente come si vuole fare oggi): i sì furono 447, i no neanche uno e gli astenuti nove.
Riprendo da “La Repubblica” una dichiarazione in proposito di Massimo D’Alema: “voi parlate di tremila euro, di cinquemila euro...di multa, ma li dobbiamo chiudere, quei giornali"; ed aggiungeva – sempre sullo stesso quotidiano – “ci sono stati episodi scandalosi in cui materiale senza nessuna attinenza con l’inchiesta è andato a finire sui giornali. E anch’io ne sono stato vittima".
Tra coloro che votarono entusiasti la legge Mastella, c’era anche la famosa Tania De Zulueta, Grillini e Giulietti: ora la pensano tutti in modo diverso; va bene che in politica c’è il famoso detto che chi non cambia mai idea è uno che ha “poche idee”, ma insomma…
Ricorderete che la legge venne messa in cantiere a seguito di un bel problema: cominciavano a circolare i verbali con le intercettazioni telefoniche tra alcuni parlamentari diessini e alcuni indagati nelle inchieste sulle scalate Antonveneta, Bnl e Rcs. Disse allora il ministro dell’Interno Giuliano Amato (Repubblica, 12 giugno 2007): "Non è possibile che dalle sedi giudiziarie esca tutta questa roba, è una follia tutta italiana". Aggiunse Piero Fassino ai microfoni di Sky Tg24 nello stesso giorno "È chiaro che qui si punta a colpire l’onorabilità del partito e di qualcuno di noi". A sua volta, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, sempre quel giorno, ebbe a dire: "c’è un problema in termini nuovi, ci sono distorsioni nel sistema".
Insomma, tutti d’accordo, dal centro-sinistra al centro-destra, passando anche dall’estrema sinistra; unici contrari, Di Pietro e Marco Travaglio; con questo suffragio importante, si va in Senato e lì la legge si arena facendo la stessa fine del governo Prodi (ucciso a tradimento) e così…siamo ad oggi.
Se volete una mia idea in proposito, ve la fornisco subito: trovo scandaloso che materiale ancora coperto dal segreto istruttorio venga tranquillamente pubblicato sui giornali; ma trovo ancora più indecente che – ad onta delle roboanti dichiarazioni di qualche magistrato – non sia mai stato trovato un colpevole (sia esso magistrato o altro) di questa fuga di notizie; la cosa è veramente fuori della normale comprensione e quindi si deve pensare che ci sia un “ordine di scuderia” di fare finta di indagare ma non arrivare a niente. Sto pensando male? Mi auguro proprio di si e comunque sarei ben felice di essere smentito in questo mio pessimismo e vedere un ordine di comparizione per un giudice, un PM o un cancelliere. Chiedo troppo?

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