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domenica, maggio 16, 2010

VINCE ANCORA LA CAMORRA 

È la storia di una donna di 45 anni, dal nome insolito di Mariarca, madre di due figli, di professione infermiera presso un Ospedale di Napoli; questa donna ha dato origine ad una singolare protesta contro il mancato pagamento degli stipendi da parte dell’Asl “Napoli1” – la più grande d’Europa – a seguito di un pignoramento del Tribunale in relazione ai tanti debiti accumulati dalla sanità campana (una delle quattro o cinque che sono incorse nel mirino dello Stato per la particolare insolvenza dei suoi conti).
La protesta di Mariarca consisteva nel prelievo (vogliamo chiamarlo salasso?)di 150 millilitri di sangue al giorno, operazione che poneva in essere – sembra unitamente ad uno sciopero della fame – pur continuando il suo lavoro; non conosco il numero di giorni nei quali si è svolto il salasso, ma questo ha avuto inizio il 30 aprile e si è concluso, purtroppo, con la sua morte per arresto circolatorio, del quale non conosciamo ancora la causa. Ecco quanto aveva dichiarato la donna:
“sono una dipendente dell’Ospedale San Paolo e ho deciso di salassarmi fino a quando non verrà accreditato il mio stipendio; lo stipendio è un diritto, ho lavorato e pretendo i miei soldi; può sembrare un atto folle, ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti; vedere il sangue – che è vita – rende evidenti le difficoltà nostre e degli altri ammalati”.
Sia chiara una cosa: lo stipendio non serviva alla donna per andare in vacanza, ma era l’unica entrata di una famiglia composta da moglie, marito e due figli, per i quali Mariarca faceva tutti questi sacrifici; lei ed il marito avevano deciso di trasferirsi da Secondigliano per cercare un contesto migliore in cui far crescere i due figli e così avevano comprato una casa, con un mutuo, ed il suo stipendio era l’unica entrata sicura; venuto a mancare quello, è stato come se cadesse il mondo.
Ma cosa c’entra la camorra di cui faccio cenno nel titolo? Mi è venuto di riferirmi a questa struttura malavitosa che detiene il potere nel napoletano, per paragonarla al potere “vero”, cioè lo Stato; pensate forse che nel caso che un qualche aderente alla camorra fosse in difficoltà, così come lo è stata Mariarca, la struttura centrale lascerebbe la donna al proprio destino e se ne fregherebbe di lei, del marito e dei due figli?? Potete giurarci che così non è! Il “capo” (non conosco il titolo esatto) avrebbe a cuore la situazione della donna, così come quella degli altri aderenti, e se ne farebbe carico fino alla soluzione dei problemi; cosa chiede in cambio? Semplice: obbedienza e delinquere a favore della struttura (non certo di uccidere, almeno credo).
Lo Stato, invece,. struttura per cui lavora Mariarca, se ne infischia dei problemi della donna, come di quelli di tante altre persone, e la abbandona al proprio destino; cosa ci sarebbe di strano se Mariarca – anziché inscenare la protesta che si è poi conclusa con la morte – si fosse rivolta a qualche camorrista che poteva aiutarla?
Lungi da me fare uno spot a favore della camorra, ma dobbiamo anche renderci conto che se quella struttura, così come la mafia ed altre “malavite”, fa proseliti è perché pesca nel mare infinito della disperazione, quel mare a cui lo Stato non degna molta attenzione o lo fa in tempi biblici.Mi sono imbattuto proprio ieri in una intervista del primario dell’ospedale dove lavorava Mariarca, il quale sosteneva, ridacchiando, che la causa della morte della donna ben difficilmente avrebbe potuto ascriversi alla protesta, bensì a cause naturali; bravo, complimenti per la diagnosi; ma Lei, lo stipendio l’ha avuto? Ma tanto per Lei non è cosi indispensabile, ne ha tanti di soldi, vero??

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