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venerdì, maggio 21, 2010

SERVONO DUE TERRE? 

Il disastro al largo della Louisiana, la nube del vulcano islandese, il riscaldamento globale del nostro pianeta che produce un sostanziale cambiamento climatico, in aggiunta a quello che gli esperti definiscono “effetto serra”, cioè un progressivo riscaldamento che, tra cinquanta anni, raggiungerà il +5 gradi della temperatura media della terra.
Gli studiosi avvertono che le conseguenze più spettacolari di questa mutazione climatica sarà una radicale ridistribuzione delle piogge e dei livelli del mare, con forti rischi per Venezia e l’intera laguna.
Una affermazione che mi ha fortemente colpito è quella del Living Placet Report che afferma “nel 2050, se continuasse l’attuale consumo dell’acqua, del suolo fertile, delle risorse forestali, delle specie animali, in particolare di quelle ittiche, di pianeti ne servirebbero due”; infatti, la popolazione umana a quella data raggiungerà un ritmo di consumo pari a due volte la capacità del pianeta Terra.
In sostanza, secondo questo rapporto redatto da eminenti scienziati, consumiamo le risorse più velocemente di quanto la terra sia capace di rigenerarle e, per soprammercato, di “metabolizzare” i nostri rifiuti, a cominciare dalle scorie dell’atomo e dagli agenti chimici; tutto questo può portare a conseguenze assolutamente imprevedibili e quindi occorrerebbero scelte di vita radicalmente diverse, scelte che al momento nessuno indica e, soprattutto, nessuno accetterebbe!!
Vedere la natura sotto un profilo completamente diverso è quello che alcuno ecologisti stanno facendo: verde come la natura, ma anche verde come le banconote americane, cioè il denaro; con questo slogan, alcuni economisti-ecologisti hanno elaborato una sorta di unità di misura per “il lavoro” svolto ogni anno da boschi e foreste su un determinato territorio e l’hanno chiamata PIV (Prodotto Interno Verde) in evidente contrapposizione col più conosciuto Pil.
Volete un esempio? Il PIV dell’Italia per il 2009 è stato calcolato in 6miliardi di euro; mi si consenta una battuta: se Tremonti scopre questo nuovo indicatore di valore, lo usa per sistemate i parametri di Maastricht!!
Di questo PIV, esistono esempi negativi e positivi: i primi sono rappresentati dalla Cina che ha uno sfruttamento incondizionato delle risorse allo scopo di aumentare il prodotto interno lordo, ma senza guardare alla “felicità” dell’uomo e della natura; i secondi sono capitanati dal Costa Rica, paese capace di produrre profitti “verdi” per i singoli e per la collettività; in sostanza Pil in crescita in armonia con l’ambiente.,
Disastri come quello ancora in atto al largo delle coste americane, dovrebbero essere prevenuti, usando attenzione e cautela quando si incide la crosta terrestre; peraltro, l’uso della prevenzione si rivelerebbe molto meno costoso della cura e quindi diventerebbe un interessante fattore economico; la frazione di dollaro che Obama intenderebbe prelevare da ciascun barile di greggio estratto, non garantisce affatto la sicurezza ipotizzata ma è solo una immagine di facciata nei confronti dell’opinione pubblica, con l’unica certezza che i petrolieri riverseranno sui consumatori questa maggiore tassazione.
Insomma, ognuno di noi dovrebbe operare nella sua esistenza come se fosse l’inquilino di una casa che dovrà restituire al proprietario al momento della propria morte; buona norma sarebbe di riconsegnarla almeno nello stesso stato in cui l’ha ricevuta; preferibilmente in condizioni migliori!! Chiaro??

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