giovedì, aprile 15, 2010
MANTOVA E' LA GOCCIA
La “goccia” che cito nel titolo è quella che “fa traboccare il vaso” e si riferisce alla “perdita” da parte del Centro Sinistra del Comune di Mantova, storica roccaforte per 61 anni filati, prima del PCI, poi dei DS e dell’Ulivo; questa sconfitta elettorale ha aperto una scia di commenti e dibattiti in seno al PD al quale hanno partecipato un po’ tutti, anche – e questa è la vera novità – il professor Romano Prodi.
Anzitutto diciamo che nelle Sezioni del PD ci dovrebbero essere le foto di Prodi accanto a quelle di Togliatti: il professore, infatti, è l’unico che sia riuscito, non una ma due volte, a sconfiggere Berlusconi e in entrambi i casi con le televisioni schierate non certo con lui; mi si dice che il personaggio ha un difetto: è permaloso e quindi mal collocabile all’interno di una compagine litigiosa come quella del PD, ma non possiamo certo negargli le glorie passate; ebbene, in questa circostanza, il buon Prodi, ha suggerito di riformare il partito dandogli una forma più federale, in particolare alla struttura che dovrebbe occuparsi del Nord, per contrastare l’emergente Lega Nord. Ebbene, tutti, o quasi, i maggiorenti del partito, hanno bocciato in pieno le proposte di Prodi, con un’arroganza ed una supponenza che vedrei bene in bocca a coloro che avessero vinto le elezioni, avessero stracciato il ”nemico” Berlusconi, riducendolo a “vendere tappeti a Montecarlo”, come gli preconizzo il bravo D’Alema, la cui figuraccia in terra di Puglia dovrebbe almeno farlo ravvedere.
E invece, come se fossero reduci da una sonante vittoria, i dirigenti del PD, rigettano al mittente le idee di Prodi, con frasi, a dir poco, insultanti; sentitene qualcuna: Marini, dice che “è una follia; alcuni dicono che Prodi ha agito in buona fede, ma io non condivido né la lettera né lo spirito di quell’intervento”.
Pensare che Prodi fosse addirittura in “malafede” nel proporre quel tipo di partito? Ma cosa aveva da nascondere il professore? Molti dicono che voleva vendicarsi nei confronti di coloro che lo avevano attaccato per avere proposto il Sindaco di Bologna, costretto poi a dimettersi per varie malversazioni.
Gli unici che hanno appoggiato l’idea di Prodi sono stati il Sindaco di Torino, Chiamparino e l’ex di Venezia, Cacciari, entrambi favorevoli – come è ovvio pensare – ad un federalismo del partito.
L’attuale segretario si è così espresso sulla proposta di Prodi: “non stiamo riaprendo il dibattito sulla forma-partito; non è questo il centro della discussione, perché noi dobbiamo parlare dell’Italia”; il che, se mi si permette, è come parlare della conquista della Luna, perché nella realtà delle cose, solo il potere (cioè i voti) ti consente di agire per il bene dell’Italia; tutto il resto è retorica, specie in questo momento che l’altra parte riempie i video con il dibattito sulle riforme, cioè con l’acqua fritta.
Ma attenzione, perché se passasse l’idea di Prodi, con un partito federale ed un segretario eletto dai rappresentanti regionali, l’attuale classe dirigente “romana” verrebbe spazzata via e avanzerebbero i rappresentanti del “ territorio”
Insomma, si chiederebbe al PD di chiudere con ogni eredità del passato, l’ultima sarebbe il glorioso “centralismo”, ed aprire le finestre ad un nuovo vento che anziché dall’est - come auspicato da Togliatti e compagni - proverrebbe dal Nord, visto come roccaforte dalla quale riprendere l’avanzata verso la riconquista dei tanti Municipi italiani caduti nelle mani del “nemico”.
Abbattere i gloriosi leader nazionali e trasformare tanti grigi burocrati locali in oggetto di culto: questa l’ipotesi di lavoro? Mah, staremo a vedere come finisce!!
Anzitutto diciamo che nelle Sezioni del PD ci dovrebbero essere le foto di Prodi accanto a quelle di Togliatti: il professore, infatti, è l’unico che sia riuscito, non una ma due volte, a sconfiggere Berlusconi e in entrambi i casi con le televisioni schierate non certo con lui; mi si dice che il personaggio ha un difetto: è permaloso e quindi mal collocabile all’interno di una compagine litigiosa come quella del PD, ma non possiamo certo negargli le glorie passate; ebbene, in questa circostanza, il buon Prodi, ha suggerito di riformare il partito dandogli una forma più federale, in particolare alla struttura che dovrebbe occuparsi del Nord, per contrastare l’emergente Lega Nord. Ebbene, tutti, o quasi, i maggiorenti del partito, hanno bocciato in pieno le proposte di Prodi, con un’arroganza ed una supponenza che vedrei bene in bocca a coloro che avessero vinto le elezioni, avessero stracciato il ”nemico” Berlusconi, riducendolo a “vendere tappeti a Montecarlo”, come gli preconizzo il bravo D’Alema, la cui figuraccia in terra di Puglia dovrebbe almeno farlo ravvedere.
E invece, come se fossero reduci da una sonante vittoria, i dirigenti del PD, rigettano al mittente le idee di Prodi, con frasi, a dir poco, insultanti; sentitene qualcuna: Marini, dice che “è una follia; alcuni dicono che Prodi ha agito in buona fede, ma io non condivido né la lettera né lo spirito di quell’intervento”.
Pensare che Prodi fosse addirittura in “malafede” nel proporre quel tipo di partito? Ma cosa aveva da nascondere il professore? Molti dicono che voleva vendicarsi nei confronti di coloro che lo avevano attaccato per avere proposto il Sindaco di Bologna, costretto poi a dimettersi per varie malversazioni.
Gli unici che hanno appoggiato l’idea di Prodi sono stati il Sindaco di Torino, Chiamparino e l’ex di Venezia, Cacciari, entrambi favorevoli – come è ovvio pensare – ad un federalismo del partito.
L’attuale segretario si è così espresso sulla proposta di Prodi: “non stiamo riaprendo il dibattito sulla forma-partito; non è questo il centro della discussione, perché noi dobbiamo parlare dell’Italia”; il che, se mi si permette, è come parlare della conquista della Luna, perché nella realtà delle cose, solo il potere (cioè i voti) ti consente di agire per il bene dell’Italia; tutto il resto è retorica, specie in questo momento che l’altra parte riempie i video con il dibattito sulle riforme, cioè con l’acqua fritta.
Ma attenzione, perché se passasse l’idea di Prodi, con un partito federale ed un segretario eletto dai rappresentanti regionali, l’attuale classe dirigente “romana” verrebbe spazzata via e avanzerebbero i rappresentanti del “ territorio”
Insomma, si chiederebbe al PD di chiudere con ogni eredità del passato, l’ultima sarebbe il glorioso “centralismo”, ed aprire le finestre ad un nuovo vento che anziché dall’est - come auspicato da Togliatti e compagni - proverrebbe dal Nord, visto come roccaforte dalla quale riprendere l’avanzata verso la riconquista dei tanti Municipi italiani caduti nelle mani del “nemico”.
Abbattere i gloriosi leader nazionali e trasformare tanti grigi burocrati locali in oggetto di culto: questa l’ipotesi di lavoro? Mah, staremo a vedere come finisce!!