lunedì, marzo 08, 2010
CHE SUCCEDE IN OLANDA?
Si sono tenute in Olanda le elezioni “amministrative” e in questa competizione, la lista della destra massimalista, anti-islamica e contraria all’immigrazione, ha fatto registrare un grosso risultato.
Presentatasi in due soli Comuni, ha vinto ad Almere – sobborgo dormitorio di Amsterdam – ed è arrivata seconda, con 9 seggi su 39 all’Aia.
Il leader di questo partito – dal nome di “Partito della Libertà” – è Geert Wilders, un biondissimo 46enne che definisce “assurda” l’etichetta di estrema destra per il suo partito, ma non esita a dire che il Corano è “fascista” e lo paragona al Mein Kampf di Hitler; il biondo leader fa un’altra affermazione, a dir poco inquietante, presentandosi come investito dalla missione di fermare l’islamizzazione dei Paesi Bassi e aggiungendo “Noi abbiamo il coraggio di prendere di petto le questioni cruciali”.
Per la verità Wilders ha già un conto aperto con la giustizia, in quanto deve rispondere di incitazione all’odio e alla discriminazione razziale, ma tutto questo non gli vieta di sognare la poltrona di Primo Ministro: ed i sondaggi messi alacremente in piedi dalle strutture olandesi, forniscono dei risultati particolarmente importanti: uno di questi sondaggi, effettua una proiezione come se si fosse eletto il Parlamento e indica il partito di Wilders come terzo gruppo parlamentare, mentre un altro sondaggio lo indica addirittura al primo posto.
Il fondatore e attuale leader del Partito della Libertà, che vive sotto scorta fin dal 2004, propone il blocco dell’immigrazione dai Paesi musulmani, lo stop alla costruzione delle moschee ed io ritiro del passaporto olandese ai recidivi che hanno la doppia nazionalità, in particolare “ai marocchini, noti terroristi di strada”.
Nell’ultima apparizione televisiva prima del voto, ha riassunto con queste parole il suo pensiero: “A chi è già qui dico: adattatevi alle leggi, alle norme ed ai valori olandesi. Se non lo fate andate in galera e, per quello che mi riguarda, fuori dal Paese”. Poche ma significative parole, tutte molto preoccupanti; e pensare che in Europa l’Olanda è vista come nazione laica, tollerante e cosmopolita: tutto questo – nel caso che vincesse Wilders – andrebbe a rotoli.
La campagna elettorale di Wilders ha fatto leva sul primo, semplice e brutale slogan: “riconquisteremo l’Olanda, che la sinistra ha regalato ai musulmani”: insomma, così come Hitler metteva gli ebrei alla testa di tutti i mali tedeschi, così Wilders indica nei musulmani gli autori di tutte le cose brutte che stanno avvenendo nel Paese dei tulipani; per la verità nessuno si è azzardato a chiedere al biondo leader che cosa ne farebbe della sua patria se riuscisse a riconquistarla, ma evidentemente queste non sono domande da porre ai populisti, a coloro cioè che navigano solo in base a slogan ed a frasi fatte.
Un’ultima notazione, di valore puramente gossipparo: la madre del patriottico Geert, è un’indiana di Giava e quindi i capelli biondissimi del leader anti-musulmani sarebbero, in natura, lisci e corvini e solo una frequente “tintura” li riduce al colore tipicamente ariano che hanno attualmente.
Il nostro Presidente, Giorgio Napolitano, in visita a Bruxelles, ha detto che questi risultati sono “un segno preoccupante, anche se si tratta di tendenze fuori dalla storia e dalla realtà”; tradotto, deal politichese alla normale lingua italiana, significa: ragazzi, questo dice grandi fesserie, ma non dategli neppure troppo spago, perché sarebbe tutto a suo vantaggio”: come al solito, è saggio il nostro inquilino del Quirinale !!
Presentatasi in due soli Comuni, ha vinto ad Almere – sobborgo dormitorio di Amsterdam – ed è arrivata seconda, con 9 seggi su 39 all’Aia.
Il leader di questo partito – dal nome di “Partito della Libertà” – è Geert Wilders, un biondissimo 46enne che definisce “assurda” l’etichetta di estrema destra per il suo partito, ma non esita a dire che il Corano è “fascista” e lo paragona al Mein Kampf di Hitler; il biondo leader fa un’altra affermazione, a dir poco inquietante, presentandosi come investito dalla missione di fermare l’islamizzazione dei Paesi Bassi e aggiungendo “Noi abbiamo il coraggio di prendere di petto le questioni cruciali”.
Per la verità Wilders ha già un conto aperto con la giustizia, in quanto deve rispondere di incitazione all’odio e alla discriminazione razziale, ma tutto questo non gli vieta di sognare la poltrona di Primo Ministro: ed i sondaggi messi alacremente in piedi dalle strutture olandesi, forniscono dei risultati particolarmente importanti: uno di questi sondaggi, effettua una proiezione come se si fosse eletto il Parlamento e indica il partito di Wilders come terzo gruppo parlamentare, mentre un altro sondaggio lo indica addirittura al primo posto.
Il fondatore e attuale leader del Partito della Libertà, che vive sotto scorta fin dal 2004, propone il blocco dell’immigrazione dai Paesi musulmani, lo stop alla costruzione delle moschee ed io ritiro del passaporto olandese ai recidivi che hanno la doppia nazionalità, in particolare “ai marocchini, noti terroristi di strada”.
Nell’ultima apparizione televisiva prima del voto, ha riassunto con queste parole il suo pensiero: “A chi è già qui dico: adattatevi alle leggi, alle norme ed ai valori olandesi. Se non lo fate andate in galera e, per quello che mi riguarda, fuori dal Paese”. Poche ma significative parole, tutte molto preoccupanti; e pensare che in Europa l’Olanda è vista come nazione laica, tollerante e cosmopolita: tutto questo – nel caso che vincesse Wilders – andrebbe a rotoli.
La campagna elettorale di Wilders ha fatto leva sul primo, semplice e brutale slogan: “riconquisteremo l’Olanda, che la sinistra ha regalato ai musulmani”: insomma, così come Hitler metteva gli ebrei alla testa di tutti i mali tedeschi, così Wilders indica nei musulmani gli autori di tutte le cose brutte che stanno avvenendo nel Paese dei tulipani; per la verità nessuno si è azzardato a chiedere al biondo leader che cosa ne farebbe della sua patria se riuscisse a riconquistarla, ma evidentemente queste non sono domande da porre ai populisti, a coloro cioè che navigano solo in base a slogan ed a frasi fatte.
Un’ultima notazione, di valore puramente gossipparo: la madre del patriottico Geert, è un’indiana di Giava e quindi i capelli biondissimi del leader anti-musulmani sarebbero, in natura, lisci e corvini e solo una frequente “tintura” li riduce al colore tipicamente ariano che hanno attualmente.
Il nostro Presidente, Giorgio Napolitano, in visita a Bruxelles, ha detto che questi risultati sono “un segno preoccupante, anche se si tratta di tendenze fuori dalla storia e dalla realtà”; tradotto, deal politichese alla normale lingua italiana, significa: ragazzi, questo dice grandi fesserie, ma non dategli neppure troppo spago, perché sarebbe tutto a suo vantaggio”: come al solito, è saggio il nostro inquilino del Quirinale !!