lunedì, gennaio 04, 2010
UNA CURIOSITA' DEL 2010
Voglio riflettere insieme a voi su una notizia che ho appreso in questi primi giorni del 2010; una persona che conosco e stimo, quale ottimo regista cinematografico, Silvano Agosti (ultimo film nel 2001: “La ragion pura”) e scrittore di forte immaginazione, ha chiesto alle Nazioni Unite di nominare patrimonio dell’umanità, addirittura l’uomo.
Ero abituato a ricevere notizie del genere ma basate su luoghi particolari della nostra Terra (tra gli ultimi nominati sono state “le dolomiti”) e quindi accettare l’idea che l’uomo possa essere considerato un “patrimonio dell’umanità” da difendere – mi ha mosso un sacco di idee e di riflessioni; anzitutto mi preme fornirvi le motivazioni che Agosti ha inviato all’ONU a suffragio di tale richiesta: “ho trascorso la mia vita attratto e affascinato dall’idea di osservare la condizione umana e sono giunto alla conclusione che l’essere umano è la cosa più perfetta cui sia giunta la natura fino ad ora e, al tempo stesso, la più sottovalutata, più negata, più sfruttata e più sciaguratamente sottomessa del pianeta; vediamo se qualcuno avrà ancora il coraggio di affogare la dignità di questo capolavoro della natura in un oceano di petrolio e di potere…”.
La burocrazia del Palazzo di Vetro, non cogliendo la provocazione insita nella richiesta di Agosti, si è limitata a rispondere inviandogli un modulo “da compilare a dimostrazione che la realtà di cui si richiede la definizione di patrimonio dell’umanità, ha effettivamente un valore che giustifichi tale formulazione”.
E Agosti, uomo di utopie artistiche (libri e cinema) si è messo di buzzo buono per fornire quanto richiesto; da notare che l’iniziativa di Agosti avviene in un periodo storico in cui da più parti viene detto che l’uomo “sembra avere smarrito la sua umanità”, dato che sta orientando la propria bussola etica verso criteri materialistici e relativistici.
Ed infatti l’uomo che nega la fratellanza e respinge la condivisione, nella quale vede l’impoverimento dei propri privilegi non sembra proprio un uomo da etichettare come “patrimonio”; e neppure quello che affida al fondamentalismo ed alle stragi di persone innocenti le questioni razziali e quelle religiose,
O anche quello che, con il ritorno del tritolo sugli aerei, aumenta in Oriente la forza dei propri contingenti militari, rifuggendo così dalle soluzioni diplomatiche in cui l’uomo si confronta – a parole – con l’altro uomo e fidando invece soltanto sulla forza delle armi.
Ed anche l’uomo che costruisce centrali atomiche, indicando con nome e cognome i Paesi che non lo possono fare; tutti questi non sono coloro ai quali pensa Agosti nel presentare la propria richiesta all’ONU: la certezza del primato storico dell’uomo – che appena sceso dall’albero si è diretto verso la Luna e l’ha raggiunta – lo induce a continuare a credere in lui, che, sia pure costretto da questo mondo e da questa società a operare per il male e non per il bene, ha nel proprio DNA la possibilità di sistemare le cose e diventare l’ago della bilancia dello sviluppo.
Ma la prima cosa che l’uomo indicato da Agosti deve fare è “condannare”, in modo radicale, questo modello di sviluppo, altrimenti è perfettamente inutile dolersi delle sue inevitabili conseguenze, colpevolizzando un “uomo” che non è più tale, ma solo un ingranaggio, una rotella di un meccanismo assurdamente fuori della misura umana.
E ricordiamoci – dopo aver nuovamente ringraziato Agosti per l’intelligente provocazione – che è inutile trincerarsi dietro al concetto di “sviluppo sostenibile”: non esiste nessuno sviluppo sostenibile in quanto già adesso l’andamento è “insostenibile”; se l’uomo comprenderà questo, allora si meriterà l’appellativo di “patrimonio dell’umanità”; se non lo farà, sarà destinato alla catastrofe ecologica.
Ero abituato a ricevere notizie del genere ma basate su luoghi particolari della nostra Terra (tra gli ultimi nominati sono state “le dolomiti”) e quindi accettare l’idea che l’uomo possa essere considerato un “patrimonio dell’umanità” da difendere – mi ha mosso un sacco di idee e di riflessioni; anzitutto mi preme fornirvi le motivazioni che Agosti ha inviato all’ONU a suffragio di tale richiesta: “ho trascorso la mia vita attratto e affascinato dall’idea di osservare la condizione umana e sono giunto alla conclusione che l’essere umano è la cosa più perfetta cui sia giunta la natura fino ad ora e, al tempo stesso, la più sottovalutata, più negata, più sfruttata e più sciaguratamente sottomessa del pianeta; vediamo se qualcuno avrà ancora il coraggio di affogare la dignità di questo capolavoro della natura in un oceano di petrolio e di potere…”.
La burocrazia del Palazzo di Vetro, non cogliendo la provocazione insita nella richiesta di Agosti, si è limitata a rispondere inviandogli un modulo “da compilare a dimostrazione che la realtà di cui si richiede la definizione di patrimonio dell’umanità, ha effettivamente un valore che giustifichi tale formulazione”.
E Agosti, uomo di utopie artistiche (libri e cinema) si è messo di buzzo buono per fornire quanto richiesto; da notare che l’iniziativa di Agosti avviene in un periodo storico in cui da più parti viene detto che l’uomo “sembra avere smarrito la sua umanità”, dato che sta orientando la propria bussola etica verso criteri materialistici e relativistici.
Ed infatti l’uomo che nega la fratellanza e respinge la condivisione, nella quale vede l’impoverimento dei propri privilegi non sembra proprio un uomo da etichettare come “patrimonio”; e neppure quello che affida al fondamentalismo ed alle stragi di persone innocenti le questioni razziali e quelle religiose,
O anche quello che, con il ritorno del tritolo sugli aerei, aumenta in Oriente la forza dei propri contingenti militari, rifuggendo così dalle soluzioni diplomatiche in cui l’uomo si confronta – a parole – con l’altro uomo e fidando invece soltanto sulla forza delle armi.
Ed anche l’uomo che costruisce centrali atomiche, indicando con nome e cognome i Paesi che non lo possono fare; tutti questi non sono coloro ai quali pensa Agosti nel presentare la propria richiesta all’ONU: la certezza del primato storico dell’uomo – che appena sceso dall’albero si è diretto verso la Luna e l’ha raggiunta – lo induce a continuare a credere in lui, che, sia pure costretto da questo mondo e da questa società a operare per il male e non per il bene, ha nel proprio DNA la possibilità di sistemare le cose e diventare l’ago della bilancia dello sviluppo.
Ma la prima cosa che l’uomo indicato da Agosti deve fare è “condannare”, in modo radicale, questo modello di sviluppo, altrimenti è perfettamente inutile dolersi delle sue inevitabili conseguenze, colpevolizzando un “uomo” che non è più tale, ma solo un ingranaggio, una rotella di un meccanismo assurdamente fuori della misura umana.
E ricordiamoci – dopo aver nuovamente ringraziato Agosti per l’intelligente provocazione – che è inutile trincerarsi dietro al concetto di “sviluppo sostenibile”: non esiste nessuno sviluppo sostenibile in quanto già adesso l’andamento è “insostenibile”; se l’uomo comprenderà questo, allora si meriterà l’appellativo di “patrimonio dell’umanità”; se non lo farà, sarà destinato alla catastrofe ecologica.