giovedì, gennaio 07, 2010
ED ORA UN PO’ DI PUBBLICITǍ
Cerchiamo di rilassarci un po’, dando un’occhiata al panorama degli spot trasmessi dalle televisioni italiane durante le feste a cavallo tra il 2009 e il 2010; tra questi ne ho scelti tre che, a mio giudizio, mi sono sembrati particolarmente interessanti, sia per il contenuto che per la forma.
Il primo è quello che pubblicizza il caffé “illy”: a proposito di questa antica e prestigiosa azienda triestina, c’è da premettere che nelle azioni di marketing è stata sempre l’unica che ha cercato – riuscendovi benissimo – di abbinare il consumatore del caffé al Bar con quello che lo acquista per l’uso familiare; ed anche in questo spot, si nota tale ricerca che, nella creatività pubblicitaria, è difficile da realizzare; il commercial si apre con un signore che tira su la serranda di un negozio; scopriremo subito dopo che si tratta di Don Salvatore che apre – anche di domenica – il proprio Bar; interpellato da un cliente/amico che abita a fianco del locale, precisa – con un simpaticissimo accento siciliano – che “la giornata che non si apre con un buon caffé è destinata ad essere una cattiva giornata” ed invita anche l’amico a presentarsi da lui, tra circa una mezzora (tempo per scaldare la macchina) per berlo insieme.
Il giovane, controbatte, invitando Don Salvatore ad andare a casa sua a prendere il caffé e, così gli mostra tutta la preparazione dell’espresso, fatta con una cialda illy; il barista segue con attenzione tutta la fase di preparazione e, giunto al momento della degustazione e del conseguente giudizio, afferma compiaciuto: “finalmente un buon caffé!” e subito dopo, chiede al giovane se ha in casa anche internet.
Il messaggio è semplice e ben realizzato: anzitutto c’è l’assimilazione tra il caffé realizzato in casa con quello del Bar, quindi c’è anche l’accostamento tra coloro che usano “illy” e un concetto simbolico di modernità – internet – cosa che universalizza i consumatori di tale marca identificandoli come “tecnologicamente aggiornati”.
Un altro spot che mi ha incuriosito è quello – per la verità non nuovissimo, ma sempre valido – in cui siamo nel Paradiso Terrestre e gli abitanti del Sommo Cielo, sono in attesa che Adamo scopra le bellezze di Eva e consumi il noto peccato originale: la donna inizia con uno spogliarello in cui si toglie tutte le foglie che aveva addosso, ma l’uomo le utilizza per realizzare un pallone e mettersi a palleggiare, ovviamente da solo. Ad uno dei “grandi vecchi del cielo” viene l’idea di fornire ad Eva una confezione di Happydent, una pasticca per profumare l’alito e per sbiancare i denti.
Ebbene, quello che non poterono le nudità di Eva, si realizza con lo splendore del sorriso della donna che affascinano Adamo, il quale si slancia al suo inseguimento ; è l’ennesimo spot che utilizza “il Cielo ed i suoi Abitanti: si vede che rende bene!!
Il terzo spot che mi ha interessato è quello del cioccolatino “Mon Cheri”, nel quale – al termine di una serata con amici – i due giovani padroni di casa rimangono soli in casa con l’ultimo cioccolatino: a chi toccherà questa “infinita bontà”? Mentre è in corso un battibecco poco edificante tra la giovane coppia, uno degli ospiti che ha dimenticato le chiavi dell’auto, rientra in casa e si becca l’oggetto del desiderio, lasciando i due litiganti senza parole; lo slogan recita “mon cheri: troppo buono per rimanere senza”.
Ma quello che viene fuori dalla lettura del breve filmato è l’assoluto individualismo dei due giovani (che sembra vivano insieme) i quali non hanno la minima titubanza nell’affermare che l’ultimo cioccolatino spetta a ognuno di loro: complimenti per l’altruismo che emana dallo spot, specie perché riguarda una coppia che sembra ben affiatata: solo l’individualismo esasperato li frega! Chiaro il concetto??
Il primo è quello che pubblicizza il caffé “illy”: a proposito di questa antica e prestigiosa azienda triestina, c’è da premettere che nelle azioni di marketing è stata sempre l’unica che ha cercato – riuscendovi benissimo – di abbinare il consumatore del caffé al Bar con quello che lo acquista per l’uso familiare; ed anche in questo spot, si nota tale ricerca che, nella creatività pubblicitaria, è difficile da realizzare; il commercial si apre con un signore che tira su la serranda di un negozio; scopriremo subito dopo che si tratta di Don Salvatore che apre – anche di domenica – il proprio Bar; interpellato da un cliente/amico che abita a fianco del locale, precisa – con un simpaticissimo accento siciliano – che “la giornata che non si apre con un buon caffé è destinata ad essere una cattiva giornata” ed invita anche l’amico a presentarsi da lui, tra circa una mezzora (tempo per scaldare la macchina) per berlo insieme.
Il giovane, controbatte, invitando Don Salvatore ad andare a casa sua a prendere il caffé e, così gli mostra tutta la preparazione dell’espresso, fatta con una cialda illy; il barista segue con attenzione tutta la fase di preparazione e, giunto al momento della degustazione e del conseguente giudizio, afferma compiaciuto: “finalmente un buon caffé!” e subito dopo, chiede al giovane se ha in casa anche internet.
Il messaggio è semplice e ben realizzato: anzitutto c’è l’assimilazione tra il caffé realizzato in casa con quello del Bar, quindi c’è anche l’accostamento tra coloro che usano “illy” e un concetto simbolico di modernità – internet – cosa che universalizza i consumatori di tale marca identificandoli come “tecnologicamente aggiornati”.
Un altro spot che mi ha incuriosito è quello – per la verità non nuovissimo, ma sempre valido – in cui siamo nel Paradiso Terrestre e gli abitanti del Sommo Cielo, sono in attesa che Adamo scopra le bellezze di Eva e consumi il noto peccato originale: la donna inizia con uno spogliarello in cui si toglie tutte le foglie che aveva addosso, ma l’uomo le utilizza per realizzare un pallone e mettersi a palleggiare, ovviamente da solo. Ad uno dei “grandi vecchi del cielo” viene l’idea di fornire ad Eva una confezione di Happydent, una pasticca per profumare l’alito e per sbiancare i denti.
Ebbene, quello che non poterono le nudità di Eva, si realizza con lo splendore del sorriso della donna che affascinano Adamo, il quale si slancia al suo inseguimento ; è l’ennesimo spot che utilizza “il Cielo ed i suoi Abitanti: si vede che rende bene!!
Il terzo spot che mi ha interessato è quello del cioccolatino “Mon Cheri”, nel quale – al termine di una serata con amici – i due giovani padroni di casa rimangono soli in casa con l’ultimo cioccolatino: a chi toccherà questa “infinita bontà”? Mentre è in corso un battibecco poco edificante tra la giovane coppia, uno degli ospiti che ha dimenticato le chiavi dell’auto, rientra in casa e si becca l’oggetto del desiderio, lasciando i due litiganti senza parole; lo slogan recita “mon cheri: troppo buono per rimanere senza”.
Ma quello che viene fuori dalla lettura del breve filmato è l’assoluto individualismo dei due giovani (che sembra vivano insieme) i quali non hanno la minima titubanza nell’affermare che l’ultimo cioccolatino spetta a ognuno di loro: complimenti per l’altruismo che emana dallo spot, specie perché riguarda una coppia che sembra ben affiatata: solo l’individualismo esasperato li frega! Chiaro il concetto??