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martedì, dicembre 22, 2009

MA CHE STRANA COINCIDENZA 

Concordo che potrebbe essere benissimo una delle mie solite “visioni”; sono anche d’accordo che i segnali che ne determinano – a mio avviso – l’assonanza, potrebbero essere anche sbagliati o, al meglio, soggettivi. Ma voglio comunque parlarne con voi per vedere se anche voi ci trovate qualcosa di strano.
Mi riferisco alla vicinanza delle date tra la chiusura del summit mondiale sul clima, organizzato dall’ONU a Copenaghen e finito in modo non soddisfacente – almeno per moltissimi paesi – e lo scenario che hanno trovato i delegati tornando nelle proprie case: neve, ghiaccio, disagi nelle comunicazioni stradali, aerei e navali, situazioni di una gravità impressionante, come quella che si è verificata nell’Eurotunnel che collega, con treni dell’alta velocità, Parigi con Bruxelles e Londra: 2500 passeggeri intrappolati all’interno del gigantesco “tubo” per colpa di sei treni andati in panne, per ragioni ancora non chiare, ma determinate dal freddo intenso verificatosi nella zona.
La mia vivida immaginazione mi propone questo scenario: la Terra, dopo l’ennesimo fallimento dei maldestri tentativi dell’UOMO per sistemare le cose con le buone, decide di dare allo stesso UOMO una dimostrazione di quello che potrebbe realizzare se arrivasse ad arrabbiarsi veramente: e le cose che vediamo scorrere in TV in questi giorni non sono certo cartoline imbiancate con Babbo Natale e la slitta con le renne, ma mostrano proprio una NATURA che si ribella alle tante, troppe sopraffazioni che è costretta a subire da quell’animale egoista che è l’uomo.
Ma cosa è successo di così grave alla conferenza di Copenaghen? In sostanza – e detto con parole semplici – tra i tanti motivi che erano sul tappeto per “salvare il Mondo”, un ruolo speciale era rivestito dal cosiddetto effetto serra, causato dall’innaturale riscaldamento degli strati alti dell’atmosfera per effetto dell’immissione dei micidiali gas provenienti da un uso smodato dei carburanti utilizzati per il “progresso” delle popolazioni di tutto il Pianeta.
Tutti gli scienziati – salvo alcune frange sparute che continuano ad affermare che è “tutto un imbroglio” – si raccomandavano che senza un deciso “taglio” alle emissioni di CO2, si stava andando incontro al baratro dal quale non ci sarebbe stato ritorno.
Ebbene, a queste situazioni apocalittiche, la Conferenza ha risposto con una decisione che appare soprattutto una “presa in giro”: “fino al 2020, la riduzione dei gas serra avverrà solo su base volontaristica”; consiglio di rileggerlo due volte, perché anch’io non ci credevo. Il lato comico continua anche in altre decisioni, ad esempio questa: “l’accordo vale solo per i Paesi che vi aderiscono liberamente”; potremmo dire che più che una conferenza climatica sembrerebbe la sagra della liberalità, cioè ognuno faccia come vuole e che Dio l’aiuti.
L’unica decisione che riveste un briciolo di serietà – anche se in molti l’hanno definita “gli odiosi trenta denari” – è stato l’impegno sottoscritto dai Paesi sviluppati di versare 30 miliardi di dollari all’anno per il triennio 2010-2012 per far fronte ai bisogni dei Paesi in via di Sviluppo: ancora il Festival della genericità, ma comunque, meglio di niente!
Inoltre, alla delusione per l’insuccesso delle finalità che venivano perseguite, c’è da aggiungere che sulla Conferenza incombe anche un verdetto di irregolarità, dato che una parte dei congressisti non vi ha aderito e quindi la sua regolarità è molto dubbia; ma questo mi sembra il problema minore.
Spero che adesso sia chiaro il motivo del mio strano “accostamento” tra il fallimento della Conferenza e la temperatura da tregenda di questi giorni.

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