mercoledì, novembre 25, 2009
E' DA RIDERE O DA PIANGERE ?
Il dilemma è sull’uscita del signor Gianfranco Rotondi, di mestiere ministro per l’attuazione del programma nell’attuale governo Berlusconi. Che cosa ha combinato l’illustre sconosciuto per far parlare di se? Ha rilasciato la seguente dichiarazione ad un sito web gestito da Klaus Davi che l’ha rilanciata alle agenzie: “La pausa pranzo è un danno pel il lavoro ma anche per l’armonia della giornata; non mi è mai piaciuta questa ritualità che blocca l’Italia;chiunque svolge un’attività autonoma la abolirebbe; casomai, sarebbe meglio distribuirla in modo diverso come avviene in altri Paesi”; questo il pensiero di Rotondi sul pasto che, prima si chiamava pranzo ed ora è “spuntino”.
Da questa dichiarazione apprendiamo alcune cose: la prima è che il ministro non ama la ritualità del giorno pianificato, forse vorrebbe che ogni giornata fosse diversa dalle altre e, magari, in qualcuna si mangia quattro volte e in qualche altra mai; la seconda è che vorrebbe la pausa per il rifocillamento distribuita in modo diverso “come avviene negli altri Paesi”: veramente il sistema che è attualmente in uso è quello che abbiamo ereditato dalla globalizzazione e cioè breve pausa (40 minuti, massimo un’ora) e quindi uso di mense aziendali oppure di snack bar vicini al luogo di lavoro: detto tra noi, che non ci senta il ministro, questo comparto della ristorazione collettiva, vale annualmente 6miliardi di fatturato e dà lavoro a oltre 70mila dipendenti, distribuiti in 1.200 imprese.
Su questa “proposta” si sono sentite tutta una serie di osservazioni: dal sindacato che ha ovviamente preso male la cosa, al “ nutrizionista” che ha sconsigliato di adottare questo stile di vita che, almeno se ho capito bene, vedrebbe l’individuo che lavora congiungere il cappuccino della mattina con il pasto della sera; e nel mezzo? Niente!!
Forse le frequentazioni della “buvette” del Parlamento non sono state buone consigliere, specie se teniamo presente che i deputati e i senatori “si sono imposti” una pausa pranzo di tre ore, durante le quali, le libagioni sono ai massimi livelli (l’ultima battuta è lo scontro dei suddetti “mangioni” con il Ministro Zaia che voleva togliere dal menù il burro francese a beneficio di quello nostrale: le discussioni sono ancora in atto!
L’uscita di Rotondi è chiaramente una “sciocchezza”, ma a me interessa capire il motivo per cui è stata fatta; ed ecco la mia idea “provocatoria”: il nostro eroe, che per il suo incarico ministeriale non viene mai intervistato da nessuno, quando torna a casa viene assalito dalla moglie che gli urla: “chi ti ha intervistato questa settimana” al che lui deve rispondere “nessuno” e beccarsi gli improperi della consorte; adesso, stufo della situazione ha organizzato questa dichiarazione/bufala, che lo ha portato su tutti i giornali e così la moglie la smetterà di accusarlo di “non contare un fico secco”.
Ma sulla stessa linea del “dilemma” abbiamo anche la stucchevole vicenda dei trans e di Marrazzo, ai quali si è aggiunto il fornitore di droga trovato morto; mi dicono che ieri sera se ne è occupato ancora una volta il “sacerdote” Bruno Vespa e questa la dice lunga sulla volontà di “montare il pasticcio” a beneficio dell’audience.
Ma se l’ ascolto aumenta quando si parla di queste cosine un po’ pruriginose, significa che i telespettatori sono tutte persone che o lo fanno o vorrebbero farlo ma non possono (per vari motivi); ma, mi chiedo, che cosa fanno o vorrebbero fare?.
Ecco, questo dovrebbe essere l’oggetto del prossimo “Porta a Porta”: l’uomo che si accompagna con un “trans”, cosa combina? Dunque, il trans – per quello che ne so io – è un uomo che ha il seno gonfiato dagli ormoni ma possiede ancora “il pisello” (più o meno grande); quindi, il “cliente”, come organizza la cosa? Chi sta sopra e chi sotto? Forza Bruno, aspettiamo che tu e i tuoi ospiti ce lo spieghino, solo tu puoi farlo!!
Da questa dichiarazione apprendiamo alcune cose: la prima è che il ministro non ama la ritualità del giorno pianificato, forse vorrebbe che ogni giornata fosse diversa dalle altre e, magari, in qualcuna si mangia quattro volte e in qualche altra mai; la seconda è che vorrebbe la pausa per il rifocillamento distribuita in modo diverso “come avviene negli altri Paesi”: veramente il sistema che è attualmente in uso è quello che abbiamo ereditato dalla globalizzazione e cioè breve pausa (40 minuti, massimo un’ora) e quindi uso di mense aziendali oppure di snack bar vicini al luogo di lavoro: detto tra noi, che non ci senta il ministro, questo comparto della ristorazione collettiva, vale annualmente 6miliardi di fatturato e dà lavoro a oltre 70mila dipendenti, distribuiti in 1.200 imprese.
Su questa “proposta” si sono sentite tutta una serie di osservazioni: dal sindacato che ha ovviamente preso male la cosa, al “ nutrizionista” che ha sconsigliato di adottare questo stile di vita che, almeno se ho capito bene, vedrebbe l’individuo che lavora congiungere il cappuccino della mattina con il pasto della sera; e nel mezzo? Niente!!
Forse le frequentazioni della “buvette” del Parlamento non sono state buone consigliere, specie se teniamo presente che i deputati e i senatori “si sono imposti” una pausa pranzo di tre ore, durante le quali, le libagioni sono ai massimi livelli (l’ultima battuta è lo scontro dei suddetti “mangioni” con il Ministro Zaia che voleva togliere dal menù il burro francese a beneficio di quello nostrale: le discussioni sono ancora in atto!
L’uscita di Rotondi è chiaramente una “sciocchezza”, ma a me interessa capire il motivo per cui è stata fatta; ed ecco la mia idea “provocatoria”: il nostro eroe, che per il suo incarico ministeriale non viene mai intervistato da nessuno, quando torna a casa viene assalito dalla moglie che gli urla: “chi ti ha intervistato questa settimana” al che lui deve rispondere “nessuno” e beccarsi gli improperi della consorte; adesso, stufo della situazione ha organizzato questa dichiarazione/bufala, che lo ha portato su tutti i giornali e così la moglie la smetterà di accusarlo di “non contare un fico secco”.
Ma sulla stessa linea del “dilemma” abbiamo anche la stucchevole vicenda dei trans e di Marrazzo, ai quali si è aggiunto il fornitore di droga trovato morto; mi dicono che ieri sera se ne è occupato ancora una volta il “sacerdote” Bruno Vespa e questa la dice lunga sulla volontà di “montare il pasticcio” a beneficio dell’audience.
Ma se l’ ascolto aumenta quando si parla di queste cosine un po’ pruriginose, significa che i telespettatori sono tutte persone che o lo fanno o vorrebbero farlo ma non possono (per vari motivi); ma, mi chiedo, che cosa fanno o vorrebbero fare?.
Ecco, questo dovrebbe essere l’oggetto del prossimo “Porta a Porta”: l’uomo che si accompagna con un “trans”, cosa combina? Dunque, il trans – per quello che ne so io – è un uomo che ha il seno gonfiato dagli ormoni ma possiede ancora “il pisello” (più o meno grande); quindi, il “cliente”, come organizza la cosa? Chi sta sopra e chi sotto? Forza Bruno, aspettiamo che tu e i tuoi ospiti ce lo spieghino, solo tu puoi farlo!!