<$BlogRSDUrl$>

lunedì, ottobre 05, 2009

OBAMA E' IN UN PERIODACCIO 

Ha cominciato alla sessione plenaria dell’ONU, quando dalla tribuna il Presidente Ahmadinejad e il libico Gheddafi, lo hanno sostanzialmente “sfidato”, accettando – a parole - il suo progetto di disarmo nucleare, ma portando avanti gli stessi discorsi di sempre non appena tornati in Patria; l’Iran addirittura ha annunciato l’apertura di un nuovo sito per l’arricchimento dell’uranio, arrivando a “provocare” gli americani, chiedendo loro l’uranio già arricchito: “volete che si chiuda i nostri siti? Forniteci voi l’uranio che ci serve”
C’è poi stata la sconfitta da parte del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) che ha preferito Rio de Janeiro quale sede per le olimpiadi del 2016, relegando Chicago al terzo posto – preceduta anche da Madrid – nonostante che il Presidente si fosse fortemente esposto, recandosi personalmente a Copenhagen, dove si decideva la prescelta, come se si aspettasse solo la nomina e la festa conseguente; e invece…..Spero proprio che il collaboratore incaricato della pratica che lo ha mandato incontro a questa bruttissima figura, la paghi cara.
La terza batosta si è registrata in Anghanistan, dove un’orda di 700 talebani si è scagliata contro gli eserciti afgano e statunitense facendo una vera e propria carneficina, la peggiore da un anno a questa parte: otto soldati americani e tre afgani uccisi, presi prigionieri 15 poliziotti (tra loro il capo e vice-capo della polizia locale) e due giornalisti afgani; tra gli attaccanti ci sarebbero state solo quattro vittime.
Cosa è successo? È successo che – come avevano preannunciato – i talebani sono all’attacco su tutti i fronti e non solo con gli attentati, ma anche in vere e proprie battaglie campali; ecco spiegata la richiesta del comandante in capo per l’area afgana, Stanley McCrystal, il quale avrebbe chiesto addirittura fra i 35 e i 40 mila uomini di rinforzo, per poter arginare l’avanzata talebana e, se del caso, passare al contrattacco.; il generale ha aggiunto che, senza questi rinforzi, “entro un anno si rischia di perdere la guerra”.
Il problema è che Obama – anche nel suo intervento all’ONU – ha liquidato l’unilateralismo di Bush, sostenendo che “è giunto il momento che tutti si prendano la loro parte di responsabilità”. E chi sarebbero questi “tutti”? Dalle Nazioni europee (Italia, Gran Bretagna,. Francia e Germania) c’è poco da pretendere, dato che tutte – chi più chi meno – non vedono l’ora di tornarsene a casa, indipendentemente da come stia andando la situazione.
A questo punto, uno dei cervelli fini dello staff del Presidente, ha avuto la brillante idea di volgere uno sguardo verso la Cina, alla quale Obama, dopo gli scambi di belle parole avute all’ONU, potrebbe rivolgere una formale richiesta di un contributo di truppe per sistemare la questione in Afghanistan; cosa dare in cambio al gigante asiatico? Semplice, un occhio di riguardo per la vicenda dei diritti umani e per le richieste autonomistiche del Tibet.
Un eventuale impegno cinese in Afghanistan avrebbe una duplice valenza: da una parte tranquillizzerebbe il Pakistan, che teme una crescente influenza indiana su Kabul e dall’altra provocherebbe una sorta di accerchiamento nei confronti dei Servizi Segreti pachistani che continuano a sostenere ed armare i talebani.
E quindi, nei due Paesi più martoriati dell’Asia Centrale – Afghanistan e Pakistan – questo nuovo approccio americano nei confronti dei cinesi potrebbe sparigliare tutte le situazioni attualmente in essere e cambiare radicalmente le carte in tavola. Speriamo!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?