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mercoledì, ottobre 07, 2009

IL DIGITALE TERRESTRE 

Non c’è neppure bisogno che mi dilunghi in spiegazioni, dato che i mezzi di comunicazione di massa sono stati prodighi di chiarimenti sul futuro della televisione, appunto il “digitale terrestre”.
Se poi volete una mia definizione del digitale, posso dire che è nient’altro che “l’ultima truffa del sistema per imporre, alla gente, alcune spese delle quali si sarebbe fatto volentieri a meno; il tutto è contrabbandato da suadenti frasi che ci obbligano a entrare in questo “nuovo mondo”, per essere moderni, all’avanguardia della tecnologia”.
Vogliamo fare delle esemplificazioni tra questo sistema e il mondo circostante? Ebbene, possiamo dire che l’imposizione del digitale è come se per guidare l’automobile diventasse obbligatorio l’acquisto del navigatore satellitare, oppure per lavare i panni, acquistare una lavatrice con un duplice cestello, uno per i bianchi e uno per i colorati; sembrano esempi pazzeschi, ma se ci fate caso è la stessa cosa del problema del digitale terrestre.
Dunque, attualmente la “casalinga di Voghera” ha un televisore che riceve i Canali RAI (per i qual paga il canone), quelli di Mediaset e di altre TV private; con l’avvento del digitale – che proviene dall’antenna etere – la signora deve provvedere al cambiamento del televisore con uno “predisposto al digitale”, oppure acquistare un apposito “decoder” che viene messo a valle dell’antenna televisiva ed a monte del televisore; costi: per il nuovo TV è una sorta di “induzione” al cambio anticipato dell’apparecchio e quindi andiamo dai 400 euro per i più piccoli, ai mille e oltre per quelli più grandi, invece per il decoder la spessa varia tra i 60/70 euro (ma sono sconsigliati) ai 100/150 per i medi, fino al 200/300 per i migliori.
E quindi, come si vede, è una spesa nuova che piomba nella miriade di cifre da sborsare per questo o quello; la “casalinga di Voghera” ne avrebbe fatto a meno, ma per poter continuare a vedere la TV non ha alternative: infatti alle scadenze prefissate, le varie Regioni d’Italia adotteranno il “digitale” e chi ne è sprovvisto può dimenticarsi della TV, oppure munirsi di nuovo apparecchio o apposito decoder.
Notate bene che l’operazione “digitale” è partita diversi anni fa, ma con la sordina innescata, cioè senza che nessuno facesse il minimo accenno a come sarebbe andata a finire, quanto sarebbe costata all’utente e via di questo passo; neppure l’opposizione più estremista, né il Codacoms, ha fatto menzione della “imposizione” che veniva perpetrata in tutta Italia ai danni dei teleutenti.
Ed allora, io che come già sapete sono “montato all’incontrario”, provo a imbastire un discorso che inneggia al digitale, partendo dal presupposto che la “casalinga di Voghera”, insieme alle altre amiche e colleghe casalinghe, si stufi di queste vessazioni che provengono dalla tecnologia e prenda ad usare l’apparecchio televisivo – ovviamente spento - come mensola per appoggiare libri e vasetti da fiori.
Cosa succederebbe? Solo che le nostre signore e i nostri signori dovrebbero trovare altre cose da fare per supplire alle 5/6 ore quotidiane di sollazzo televisivo; proviamo a lanciare qualche suggerimento? Perché non pensare a dedicare un po’ di quel tempo alla “radio” che nel suo vastissimo panorama, ha anche programmi intelligenti e ben fatti? E il resto potrebbe essere dedicato alla lettura di libri e giornali – quotidiani i periodici - materiali dei quali siamo i più bassi utilizzatori in Europa. E qualche volta si esca di casa per andare al cinema, a teatro o a ballare: sono tutte attività che ci mostrerebbero, se non altro, come sono diventate le nostre città; chiaro il concetto??

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