lunedì, settembre 14, 2009
RITORNO A CASA
Sono rientrato ieri sera da Venezia, dove ho seguito la Mostra del Cinema, ed il primo pensiero è stato quello di raccontare agli amici alcune cose della rassegna; anzitutto diciamo subito che il film che ha vinto il Leone d’Oro è “Lebanon”, del regista israeliano Samuel Maoz; che dire in proposito? In una giuria di cui faccio parte, che assegnava il Premio “Nazareno Taddei” l’ho votato (ed ha vinto) e quindi non avrei niente da recriminare; però il film non mi sembra completamente riuscito, anche se la tematica pacifista che stava a cuore all’autore viene fuori con evidenza; certo che in quel contesto la vittoria era facilmente pronosticabile, ma non soltanto per le doti del film israeliano, ma per “la mancanza di doti” di quasi tutti gli altri.
Tra gli attori è stato premiato un bravissimo Colin Firth per il film dell’esordiente Tom Ford “A single man”, ma anche il Nicolas Cage di “Bad Lieutenant” di Herrzog, sarebbe stato un altrettanto degno vincitore; tra le donne – e qui c’è il “contentino” per il cinema italiano – ha primeggiato Ksenia Rappoport per il film “La doppia ora” dell’esordiente Giuseppe Capotondi, al suo esordio nei lungometraggi.
La kermesse veneziana è stata “rallegrata” anche da altre presenze che hanno movimentato l’ambiente e, in alcuni casi, addirittura monopolizzato l’attenzione è stato il caso di George Clooney, presente come co-produttore di due film e come interprete di “The men who stare at goats”, ma soprattutto atteso per la “co-presenza” di Elisabetta Canalis sul “red carpet” della Mostra: gridolini delle fans all’attore e “buu” di disapprovazione alla ragazza che ha spezzato il cuore di molte fanciulle ancora speranzose; ma del bel Gorge si è parlato anche a fronte di una sua presunta omosessualità: ebbene, in conferenza stampa, ci sono state moltissime domande in merito, alle quali l’attore ovviamente non ha risposto, perché l’unica risposta avrebbe potuto essere quella “portami la sorella e ti faccio vedere io!!”.
Altre presenze “strane” – non sul tappeto rosso ma nei locali dell’Hotel Excelsior – sono state quelle dell’ex cardinale Milingo che, insieme alla celebre Noemi, ha presentato un film in cui i due saranno presenti: “Kamorra’s”; il regista ha detto che entrambi sono stati ingaggiati “per amicizia”.
Abbiamo poi avuto la onnipresente Patrizia D’Addario che – invitata dalla televisione australiana (ne inventano proprio di tutti i colori) – ha fatto una breve apparizione nei saloni dell’Excelsior e si è limitata a farsi fotografare: l’ho vista e vi assicuro che non vale i soldi che la fanciulla afferma di avere percepito da Berlusconi.
Ma forse la presenza più “particolare” e, sotto certi aspetti inquietante, è stata quella di Hugo Chavez, il Presidente venezuelano che è protagonista del documentario realizzato da Oliver Stone, per presentare l’antiamericanismo imperante in sudamerica.
Ebbene, la Mostra di Venezia aveva ricevuto finora due soli uomini di stato – Mussolini e Hitler – e adesso il presidente/dittatore, come lo definiscono al suo paese, diventa il terzo: non è in buona compagnia, ma a giudicare dalla naturalezza con cui è sfilato sulla passerella, mi sembra che si sia divertito moltissimo per la passeggiata fino a Venezia; specie per le ovazioni che gli sono state tributate dalla sinistra extra parlamentare nostrana.
Per concludere, una edizione della Mostra “interlocutoria”, sopraffatta dai problemi logistici che stanno dietro alla realizzazione del nuovo Palazzo del Cinema (pronto nel 2011, ma tutti assicurano che lo sarà nel 2010); l’organizzazione comunque ha tenuto, nonostante le difficoltà di questo dobbiamo rendergli onore.
Tra gli attori è stato premiato un bravissimo Colin Firth per il film dell’esordiente Tom Ford “A single man”, ma anche il Nicolas Cage di “Bad Lieutenant” di Herrzog, sarebbe stato un altrettanto degno vincitore; tra le donne – e qui c’è il “contentino” per il cinema italiano – ha primeggiato Ksenia Rappoport per il film “La doppia ora” dell’esordiente Giuseppe Capotondi, al suo esordio nei lungometraggi.
La kermesse veneziana è stata “rallegrata” anche da altre presenze che hanno movimentato l’ambiente e, in alcuni casi, addirittura monopolizzato l’attenzione è stato il caso di George Clooney, presente come co-produttore di due film e come interprete di “The men who stare at goats”, ma soprattutto atteso per la “co-presenza” di Elisabetta Canalis sul “red carpet” della Mostra: gridolini delle fans all’attore e “buu” di disapprovazione alla ragazza che ha spezzato il cuore di molte fanciulle ancora speranzose; ma del bel Gorge si è parlato anche a fronte di una sua presunta omosessualità: ebbene, in conferenza stampa, ci sono state moltissime domande in merito, alle quali l’attore ovviamente non ha risposto, perché l’unica risposta avrebbe potuto essere quella “portami la sorella e ti faccio vedere io!!”.
Altre presenze “strane” – non sul tappeto rosso ma nei locali dell’Hotel Excelsior – sono state quelle dell’ex cardinale Milingo che, insieme alla celebre Noemi, ha presentato un film in cui i due saranno presenti: “Kamorra’s”; il regista ha detto che entrambi sono stati ingaggiati “per amicizia”.
Abbiamo poi avuto la onnipresente Patrizia D’Addario che – invitata dalla televisione australiana (ne inventano proprio di tutti i colori) – ha fatto una breve apparizione nei saloni dell’Excelsior e si è limitata a farsi fotografare: l’ho vista e vi assicuro che non vale i soldi che la fanciulla afferma di avere percepito da Berlusconi.
Ma forse la presenza più “particolare” e, sotto certi aspetti inquietante, è stata quella di Hugo Chavez, il Presidente venezuelano che è protagonista del documentario realizzato da Oliver Stone, per presentare l’antiamericanismo imperante in sudamerica.
Ebbene, la Mostra di Venezia aveva ricevuto finora due soli uomini di stato – Mussolini e Hitler – e adesso il presidente/dittatore, come lo definiscono al suo paese, diventa il terzo: non è in buona compagnia, ma a giudicare dalla naturalezza con cui è sfilato sulla passerella, mi sembra che si sia divertito moltissimo per la passeggiata fino a Venezia; specie per le ovazioni che gli sono state tributate dalla sinistra extra parlamentare nostrana.
Per concludere, una edizione della Mostra “interlocutoria”, sopraffatta dai problemi logistici che stanno dietro alla realizzazione del nuovo Palazzo del Cinema (pronto nel 2011, ma tutti assicurano che lo sarà nel 2010); l’organizzazione comunque ha tenuto, nonostante le difficoltà di questo dobbiamo rendergli onore.