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mercoledì, settembre 23, 2009

OBAMA SU DUE FRONTI 

A parte la situazione, ancora tutta da risolvere, in Iraq e Afghanistan e l’accordo Israele-Palestinesi ancora da trovare, il Presidente Obama ha due “gatte da pelare” e sta cercando di giostrare al meglio su questi due fronti: la conferenza che si apre domani a Pittsburgh sulle nuove regole per la finanza mondiale (un G20) e la ricerca del consenso interno per fare approvare la nuova normativa per la sanità americana.
Cominciamo da quest’ultima che è ormai qualche mese che giace sul tavolo di Obama senza che si riesca a trovare il bandolo della matassa: in Congresso, oltre allo scontato voto “no” dei repubblicani, si sono aggiunti molti voti contrari anche nelle fila dei democratico, in modo che il provvedimento non è ancora certo di essere passato.
Fuori dal Congresso, tra la gente, quella stessa gente che lo ha votato, il Presidente ha dovuto incassare diverse manifestazioni di piazza contrarie alla riforma della sanità; dico subito che non conosco nei dettagli il piano di Obama e quindi non entro nei dettagli; per cercare di scavalcare il dissenso interno, Barak ha operato su due fronti: il primo prevede la discesa in campo di Michelle, la moglie, che anche negli ultimi sondaggi mostra sempre una popolarità alta (67%), al contrario del marito il cui indice è in caduta libera; il secondo fronte è condotto da lui personalmente e prevede la sovraesposizione sui media americani, al fine di riacquistare la sua popolarità attraverso il carisma e la grande personalità mediatica del Presidente: è di ieri la partecipazione al “David Letterman Show”, durante il quale le battute tra i due si sono sprecate con punte di alto godimento televisivo: l’indice di gradimento è stato altissimo; prossimamente, le apparizioni di Obama si infittiranno sempre più, prevedendo la partecipazione agli “Show” di tutti i network, ad esclusione della Fox (notoriamente antipresidenziale): questa sovraesposizione, rischiosa ma necessaria e forse “ultima spiaggia” per il provvedimento sulla sanità, fa leva sulla carica che Obama ha davanti alle telecamere, sulle battute che riesce a comporre con l’aiuto dei presentatori: insomma ha il fisico e l’intelligenza del grande comunicatore e lui cerca, ovviamente, di sfruttare al massimo questa sua caratteristica.
Mentre cerca di risolvere il problema della riforma sanitaria – provvedimento vitale, politicamente parlando – Obama deve occuparsi anche della Conferenza di Pittsburgh, dove tutti i “grandi” della Terra sono chiamati a ridisegnare le nuove regole finanziarie, dopo la crisi mondiale che ha rischiato di mandare a gambe all’aria sia gli Stati Uniti che l’Europa e l’Asia. Con il debito verso l’estero che si ritrova, il Presidente è stato costretto a fare questa dichiarazione “anomala”: “La Cina, la Germania e gli altri non possono continuare a inondarci con le loro esportazioni e noi non possiamo continuare a comprare a credito, ma dobbiamo cercare di risparmiare e di esportare”. Tutto ciò alla faccia del libero mercato e della libertà di esportare, da sempre caposaldo della politica americana.
Ma altre fonti – di matrice europeista – invitano a non sperare troppo in questa Conferenza, sia per le regole finanziarie e sia per i paletti economici; infatti, visto che la recessione sta segnando il passo e la congiuntura risale dappertutto, si comincia a fare marcia indietro anche sulle richieste di maggiori controlli sulla finanza mondiale.
Sembra quasi che – dopo aver acchiappato a piene mani tutti gli aiuti statali possibili – le Banche e le finanziarie, respirino aria nuova e non abbiano più voglia di tornare a pensare al passato; volete un segnale: il Premio Nobel Stieglitz ha sentenziato che “la finanza ha bisogno di ritocchi e non di una rivoluzione”. Chiaro il concetto??

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