martedì, settembre 22, 2009
E DOPO IL FUNERALE ??
Quando al Senatore Umberto Bossi, leader della Lega, hanno chiesto il motivo del voto favorevole espresso in occasione della presentazione alla Camera della missione di pace in Afghanistan, in contrasto con l’attuale richiesta di “rimandarli a casa”, rivolta ai nostri soldati, ha dichiarato – con la faccia di tola che si ritrova - “votai anch’io per la missione, ma non per mandarli a morire”.
Il che sta ad indicare l’assurdità dell’affermazione: infatti, un soldato che viene mandato in missione all’estero, o partecipa ad una “parata militare” oppure ad un’azione violenta: non ci sono altre alternative; e dato che non c’era nessuna parata militare in vista, doveva risultare chiara la pericolosità della missione.
La solenne cerimonia funebre dei sei paracadutisti morti in Afghanistan, alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è conclusa sostanzialmente senza incidenti di rilievo: ad un certo punto, sulla fine della messa, si è udito un uomo che, con voce stentorea, gridava “Pace Subito”, ma questo slogan non è stato ripreso da nessuno; un prete di un paese in Provincia di Lecco, Don Giorgio De Capitani, noto per le invettive contro il centrodestra, ha lanciato, attraverso il suo sito web, una serie di offese anche pesanti nei confronti del Ministro della Difesa, La Russa, ed ha bollato i sei militari morti a Kabul come “dei mercenari”: il suo Vescovo – il cardinale Tettamanzi – “ha preso le distanze dall’uomo con un richiamo”; eminenza, mi sembra un tantino blanda come reprimenda! Pensi se un laico si fosse scagliato contro un “suo Vescovo”: avrebbe preteso scuse ben più profonde di queste. Comunque, anche questa è passata e guardiamo oltre.
Già, lasciamo da parte le polemiche e proviamo a disegnare uno scenario per Kabul: la coalizione occidentale continua ad avere come obiettivo l’instaurazione della “democrazia” in Afghanistan; mi viene un dubbio: ma le elezioni che si sono svolte poco tempo fa, non hanno eletto delle persone alle alte cariche dello stato? E inoltre, non hanno avuto una base elettorale amplissima, cioè, hanno votato tutti i maggiori di una certa età (credo 18 anni)? E allora, cosa vogliamo; questa è la regola fondante della democrazia, cioè l’elezione a suffragio universale.
Tutto ciò, comunque, contrasta con due elementi che ”disturbano”: il primo è la presenza dei “talebani” che, dalle loro basi segrete in Pakistan lanciano i loro attacchi non solo contro gli eserciti invasori, ma soprattutto verso gli stessi afgani; questi guerriglieri sono riusciti a riconquistare la maggior parte del territorio e quindi, senza un nuovo massiccio invio di militari USA, è impensabile passare al contrattacco; che cosa chiedono? Semplice: l’applicazione integrale della “sharia”, cioè della legge islamica.
Il secondo elemento di disturbo sono i brogli – più o meno grandi – verificatisi nelle recenti elezioni da parte dell’eletto Presidente Karzai; queste manipolazioni del voto popolare, ammesse anche dalla Commissione Internazionale di Controllo, ma negate da Karzai, hanno determinato un sostanziale riavvicinamento della popolazione ai fondamentalisti islamici, la cui maggioranza è rappresentata dai talebani.
A questa situazione dobbiamo aggiungere un dato: l’Afghanistan non esiste, esistono invece etnie diverse, insediate su territori da loro controllati; in questo contesto, che senso ha la democrazia come noi l’intendiamo? Forse sarebbe meglio orientarsi verso una soluzione di stampo federale, includendo le varie componenti in gioco.
Staremo a vedere; comunque l’obiettivo iniziale – la cattura di Bin Laden – non viene più neppure menzionato; c’è ancora qualcuno che se lo ricorda??
Il che sta ad indicare l’assurdità dell’affermazione: infatti, un soldato che viene mandato in missione all’estero, o partecipa ad una “parata militare” oppure ad un’azione violenta: non ci sono altre alternative; e dato che non c’era nessuna parata militare in vista, doveva risultare chiara la pericolosità della missione.
La solenne cerimonia funebre dei sei paracadutisti morti in Afghanistan, alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è conclusa sostanzialmente senza incidenti di rilievo: ad un certo punto, sulla fine della messa, si è udito un uomo che, con voce stentorea, gridava “Pace Subito”, ma questo slogan non è stato ripreso da nessuno; un prete di un paese in Provincia di Lecco, Don Giorgio De Capitani, noto per le invettive contro il centrodestra, ha lanciato, attraverso il suo sito web, una serie di offese anche pesanti nei confronti del Ministro della Difesa, La Russa, ed ha bollato i sei militari morti a Kabul come “dei mercenari”: il suo Vescovo – il cardinale Tettamanzi – “ha preso le distanze dall’uomo con un richiamo”; eminenza, mi sembra un tantino blanda come reprimenda! Pensi se un laico si fosse scagliato contro un “suo Vescovo”: avrebbe preteso scuse ben più profonde di queste. Comunque, anche questa è passata e guardiamo oltre.
Già, lasciamo da parte le polemiche e proviamo a disegnare uno scenario per Kabul: la coalizione occidentale continua ad avere come obiettivo l’instaurazione della “democrazia” in Afghanistan; mi viene un dubbio: ma le elezioni che si sono svolte poco tempo fa, non hanno eletto delle persone alle alte cariche dello stato? E inoltre, non hanno avuto una base elettorale amplissima, cioè, hanno votato tutti i maggiori di una certa età (credo 18 anni)? E allora, cosa vogliamo; questa è la regola fondante della democrazia, cioè l’elezione a suffragio universale.
Tutto ciò, comunque, contrasta con due elementi che ”disturbano”: il primo è la presenza dei “talebani” che, dalle loro basi segrete in Pakistan lanciano i loro attacchi non solo contro gli eserciti invasori, ma soprattutto verso gli stessi afgani; questi guerriglieri sono riusciti a riconquistare la maggior parte del territorio e quindi, senza un nuovo massiccio invio di militari USA, è impensabile passare al contrattacco; che cosa chiedono? Semplice: l’applicazione integrale della “sharia”, cioè della legge islamica.
Il secondo elemento di disturbo sono i brogli – più o meno grandi – verificatisi nelle recenti elezioni da parte dell’eletto Presidente Karzai; queste manipolazioni del voto popolare, ammesse anche dalla Commissione Internazionale di Controllo, ma negate da Karzai, hanno determinato un sostanziale riavvicinamento della popolazione ai fondamentalisti islamici, la cui maggioranza è rappresentata dai talebani.
A questa situazione dobbiamo aggiungere un dato: l’Afghanistan non esiste, esistono invece etnie diverse, insediate su territori da loro controllati; in questo contesto, che senso ha la democrazia come noi l’intendiamo? Forse sarebbe meglio orientarsi verso una soluzione di stampo federale, includendo le varie componenti in gioco.
Staremo a vedere; comunque l’obiettivo iniziale – la cattura di Bin Laden – non viene più neppure menzionato; c’è ancora qualcuno che se lo ricorda??