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mercoledì, settembre 30, 2009

COSA HANNO COMBINATO ALL'ONU? 

Ho già parlato nei giorni scorsi di alcuni interventi all’Assemblea Generale dell’ONU, ma vorrei approfondire alcuni aspetti di quei momenti, anche alla luce di quello che è accaduto “dopo”, cioè al rientro in patria dei vari Capi di Stato.
Gli argomenti erano due: il clima e la situazione del nucleare; come ho già detto, sono stati quasi del tutto ignorati e ognuno ha parlato d’altro: Gheddafi, ad esempio, ha attaccato il Consiglio di Sicurezza, quell’apparato che ha ancora un retaggio post-bellico e cioè i membri permanenti, che hanno diritto di veto; il discorso del leader libico, lungo all’inverosimile (oltre 1 ora e 45’) è stato molto semplice: la carta dei diritti delle singole Nazioni recita che tutti siamo “uguali”, ma poi, nella pratica funzionalità del Consiglio, ci sono Paesi che hanno un ruolo ben più importante degli altri, tant’è vero che possono bloccare delle risoluzioni anche prese all’unanimità dagli altri; Gheddafi ha definito il Consiglio come “del terrore”, in quanto ha chiamato “terroristi” i membri permanenti dello stesso; poi, continuando a straparlare, ha chiesto che si faccia luce su tutto, dal complotto e successivo assassinio di JFK, a quello di Martin Luther King, dal processo a Saddam Hussein fino al problema delle torri gemelle: ci ha risparmiato l’indagine sulla rivoluzione francese e su quella russa; bontà sua!
L’altro leader attesissimo era ovviamente Obama che ha lanciato una proposta veramente “rivoluzionaria”: basta con le armi nucleari! Per la verità non ha dettagliato la proposta, cioè non ha indicato come si debbano comportare coloro che già ce l’hanno e coloro che dicono di non averle ma poi sappiamo che ce l’hanno (Israele); insomma, più che una proposta ha fatto una dichiarazione di principio, indicando l’abbandono delle armi nucleari come progetto per il futuro. Non è poca cosa!
Chiaramente, l’interlocutore principale del discorso era Ahmadinejad, il quale non ha mosso di un centimetro la sua posizione: l’Iran ha diritto di avere il proprio “nucleare”, ma assicura tutto il mondo che l’utilizzerà solo a scopi pacifici; il bello è venuto al rientro in patria del neo Presidente iraniano: prima l’annuncio della costruzione di un nuovo sito per l’arricchimento dell’uranio e poi il lancio di nuovi missili: due a corto raggio e due a lungo raggio; questi ultimi potrebbero raggiungere Israele. Insomma, niente di nuovo sulla posizione iraniana e tutto da costruire il post-nucleare (se ci sarà).
Ma il momento, a mio avviso, più “costruttivo” dell’intera sessione è stato quando Obama ha mostrato una totale discontinuità con l’operato dell’amministrazione Bush, dichiarando – una buona volta – che “la democrazia non può essere imposta ad una nazione dall’esterno, ma deve essere conquistata attraverso un processo interno di tutte le componenti del paese in causa”.
E continuando su questa linea, Obama ha illustrato i 4 pilastri su sui la sua Amministrazione baserà la propria politica estera: disarmo, pace, clima ed economia, e su queste basi, l’America sarebbe pronta a guidare questo cambiamento epocale nel mondo contemporaneo.
Della “non esportabilità” della democrazia, credo di essere uno dei più antichi paladini e quindi non ci torno sopra; per quanto riguarda il discorso sulla “pace”, Obama sa benissimo che la madre di tutti i problemi è nel Medio Oriente e precisamente nella situazione Israelo-Palestinese e quindi il fatto che abbia dichiarato che Washington considera “illegittimi” i nuovi insediamenti israeliani, è un eccezionale passo avanti: speriamo che a questo ne seguano altri e che si possa giungere a qualcosa di concreto. Gli uomini di buona volontà sono al suo fianco!!

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