martedì, agosto 25, 2009
MA C'E' QUESTA RIPRESA?
In Europa, da più parti, si sente “mormorare” che il peggio è passato e che si comincia a intravedere la fine del tunnel: insomma, tutta una serie di frasi fatte per dire che possiamo cominciare a parlare di ripresa; ma per chi ci sarà questa ripresa? Ovvio che le economie più forti (Germania e Francia) saranno il volano sul quale si va ad innescare l’aumento del “pil” di tutte o quasi le nazioni facenti parte dell’U.E., ma a noi – o meglio a me – degli altri adesso me ne importa poco o niente, ovverosia mi interessa solo quello che ci potrà portare vantaggio in casa nostra.
Ed ecco allora spostare l’occhio dall’Europa al nostro Paese, per andare a vedere cosa si prevede per il prossimo futuro: a sentire i sindacati non si intravedono segnali di ripresa a breve, ed anche gli Istituti Bancari parlano di ritardi sugli investimenti, di soldi stanziati e non spesi, insomma tutte le solite storie; in più c’è da aggiungere che si auspica “uno shock positivo”, cioè un qualcosa che possa servire ad innescare un piano più a lungo termine; tutto molto “fumoso”!!
Ed io che non sono né sindacalista né banchiere ho diritto di dire qualche sciocchezzuola in proposito? Se non ce l’ho me la prendo e comincio subito ad affermare che in Italia abbiamo due palle di piombo (cosa avevate capito??!) legate ai nostri piedi e cioè il costo della Pubblica Amministrazione e la poca tecnica negli studi dei nostri ragazzi.
Mi spiego meglio: il costo della P.A. – in rapporto al “pil” – confrontato con la Germania, ci fornisce dei dati a dir poco preoccupanti: dal 2000 al 2008, mentre la Germania è andata calando nettamente (dall’8.1 al 6.9) l’Italia è aumentata, sia pure di poco (dal 10.4 al 10.9); già da queste cifre si può notare che nel 2000 avevamo due punti percentuali di differenza e adesso i punti sono quattro; complimenti!!
Inoltre, il numero dei dipendenti pubblici, è pari a 55 ogni 1000 abitanti in Germania, mentre da noi si arriva a 61 ogni 1000 abitanti; anche queste sono cifre che incidono sull’economia, specie in questi momenti di crisi.
E facciamo un esempio fresco, fresco: indotti dalle “mattane” del ministro Brunetta, alcuni Comuni hanno fornito l’elenco delle retribuzioni dei manager; vi dico solo questo: in un Comune alle porte di Firenze, 5 manager (Direttore Affari Legali, Direttore Generale, Segretario Generale e due dirigenti) si sono portati a casa per il 2008, complessivamente, quasi 500mila euro che - al vecchio conio - vanno molto vicino al miliardo di lire; come dire: ce ne vuole di tasse e di autovelox per camparli!!
E vediamo il secondo aspetto: sapevate che l’Italia è agli ultimi posti per le lauree tecniche (Ingegneria, Fisica, Biologia, Medicina, ecc.) e che – al contrario – nelle nostre Università – per poter sistemare tutti i “cattedratici” che non dovrebbero insegnare neppure in un Asilo Nido – ci sono dei Corsi in svariate facoltà, con titoli, diciamo così, un po’ originali; sentitene qualcuno: “giurisprudenza italo-spagnola”, “scienza per la pace”, “scienza del fiore e del verde”, “scienze e tecnologie del fitness”, e potrei continuare ancora.
Insomma, se i nostri ragazzi facessero più materie tecniche e un po’ meno “scienza delle comunicazioni” (o similari), si avrebbe un buon aiuto per la nostra ripresa economica e, sul privato, l’ ingegnere o il fisico avranno grosse probabilità di trovare lavoro nel primo anno dopo la laurea, mentre il “comunicatore” (salvo genialità!!) farà il precario in strane strutture per lunghi anni.
Chiaro che non si può obbligare nessuno, ma pensiamoci un po’ prima di scegliere!!
Ed ecco allora spostare l’occhio dall’Europa al nostro Paese, per andare a vedere cosa si prevede per il prossimo futuro: a sentire i sindacati non si intravedono segnali di ripresa a breve, ed anche gli Istituti Bancari parlano di ritardi sugli investimenti, di soldi stanziati e non spesi, insomma tutte le solite storie; in più c’è da aggiungere che si auspica “uno shock positivo”, cioè un qualcosa che possa servire ad innescare un piano più a lungo termine; tutto molto “fumoso”!!
Ed io che non sono né sindacalista né banchiere ho diritto di dire qualche sciocchezzuola in proposito? Se non ce l’ho me la prendo e comincio subito ad affermare che in Italia abbiamo due palle di piombo (cosa avevate capito??!) legate ai nostri piedi e cioè il costo della Pubblica Amministrazione e la poca tecnica negli studi dei nostri ragazzi.
Mi spiego meglio: il costo della P.A. – in rapporto al “pil” – confrontato con la Germania, ci fornisce dei dati a dir poco preoccupanti: dal 2000 al 2008, mentre la Germania è andata calando nettamente (dall’8.1 al 6.9) l’Italia è aumentata, sia pure di poco (dal 10.4 al 10.9); già da queste cifre si può notare che nel 2000 avevamo due punti percentuali di differenza e adesso i punti sono quattro; complimenti!!
Inoltre, il numero dei dipendenti pubblici, è pari a 55 ogni 1000 abitanti in Germania, mentre da noi si arriva a 61 ogni 1000 abitanti; anche queste sono cifre che incidono sull’economia, specie in questi momenti di crisi.
E facciamo un esempio fresco, fresco: indotti dalle “mattane” del ministro Brunetta, alcuni Comuni hanno fornito l’elenco delle retribuzioni dei manager; vi dico solo questo: in un Comune alle porte di Firenze, 5 manager (Direttore Affari Legali, Direttore Generale, Segretario Generale e due dirigenti) si sono portati a casa per il 2008, complessivamente, quasi 500mila euro che - al vecchio conio - vanno molto vicino al miliardo di lire; come dire: ce ne vuole di tasse e di autovelox per camparli!!
E vediamo il secondo aspetto: sapevate che l’Italia è agli ultimi posti per le lauree tecniche (Ingegneria, Fisica, Biologia, Medicina, ecc.) e che – al contrario – nelle nostre Università – per poter sistemare tutti i “cattedratici” che non dovrebbero insegnare neppure in un Asilo Nido – ci sono dei Corsi in svariate facoltà, con titoli, diciamo così, un po’ originali; sentitene qualcuno: “giurisprudenza italo-spagnola”, “scienza per la pace”, “scienza del fiore e del verde”, “scienze e tecnologie del fitness”, e potrei continuare ancora.
Insomma, se i nostri ragazzi facessero più materie tecniche e un po’ meno “scienza delle comunicazioni” (o similari), si avrebbe un buon aiuto per la nostra ripresa economica e, sul privato, l’ ingegnere o il fisico avranno grosse probabilità di trovare lavoro nel primo anno dopo la laurea, mentre il “comunicatore” (salvo genialità!!) farà il precario in strane strutture per lunghi anni.
Chiaro che non si può obbligare nessuno, ma pensiamoci un po’ prima di scegliere!!