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giovedì, agosto 27, 2009

ANCORA PROBLEMI SULL'IMMIGRAZIONE 

Il Governatore Draghi ha dichiarato recentemente che “il nostro Paese dispone di una risorsa potenzialmente di grande rilevanza per la nostra economia: la disponibilità del lavoro straniero, ma bisogna governarlo”; ecco, il problema sta tutto in questa frase che trasuda saggezza, ma tralascia un aspetto importante e cioè il fatto che l’Italia fa parte dell’Unione Europea, ma che – a causa della sua forma a “portaerei” – è l’ideale trampolino per chi vuole raggiungere il continente passando dal Mediterraneo.
Inoltre, i trattati europei ci vincolano a determinati controlli, ma analoga incombenza è di competenza anche degli altri paesi europei; quindi la situazione potrebbe essere sistemata con il varo di una normativa comune (che in parte già esiste), nella quale venga definito con esattezza il compito e le disponibilità economiche messe a disposizione del Paese che viene raggiunto dalla migrazione (in Italia nel 2008 ne sono arrivati 438mila, più che in ogni altro Paese della Comunità).
Facciamo una piccola parentesi e vediamo il problema della scelta del Paese da parte di coloro che si accingono a migrare; ho visto un’intervista con una ragazza di origine tunisina, la quale riferisce come l’Italia sia il Paese in assoluto più appetito dai migranti; volete sapere perché? Non perché siamo particolarmente accoglienti (non ce lo meriteremmo) ma perché le nostre leggi e la nostra giustizia in genere è la più lassista d’Europa; “da voi – ha continuato la ragazza – con una scusa o con l’altra si trova sempre il sistema per aggirare le leggi, cosa che non accade, per esempio, nei nostri paesi cosiddetti sottosviluppati, dove se ti trovano colpevole di qualcosa ti cacciano in galera e per uscire ce ne vuole delle belle”.
Comunque, dei circa 20milioni di stranieri residenti nella U.E., i due terzi si dividono tra Germania, Gran Bretagna e Francia; e allora possiamo dire che tra i migranti che vengono in Europa per lavorare, la maggioranza sceglie Nazioni con buone possibilità d’impiego, mentre coloro che vengono per “delinquere”, preferiscono l’Italia.
È infatti di queste ore l’ennesimo allarme sull’affollamento delle nostre carceri: pensate che i detenuti ammontano complessivamente a 63.587; di questi ben 21,562 sono stranieri (un terzo dell’intera popolazione carceraria), creando così un problema altissimo di sovraffollamento degli edifici preposti.
Anche in questo caso il nostro ministro competente – dopo avere affermato che le nostre carceri sono idonee ad ospitare soltanto detenuti italiani – si è rivolto alla U.E. per cercare gli aiuti idonei a risolvere la situazione; ma quali possono essere questi aiuti? Al massimo si tratterà di soldi per la costruzione di nuove strutture carcerarie, ma prima che queste siano operative passano degli anni e nel frattempo cosa si fa?
L’unica è diventare ancora più lassisti di quello che già siamo, disponendo la libertà provvisoria per un altro gruppo di stranieri che, magari, non siano colpevoli di reati di sangue: certo che così facendo aumentiamo il numero delle persone che scelgono l’Italia come loro meta “iniziale”; insomma aumentiamo il nostro “appeal”.
Il problema come è impostato al momento non mi appare di facile soluzione: in sintesi abbiamo l’Europa che “mette bocca” su un sacco di materie, ma per quanto riguarda l’immigrazione sceglie di abbandonare a se stessi i paesi che maggiormente sono raggiunti dai migranti (anche la Grecia si sente nella nostra posizione e così pure Malta); da qui a far nascere nella popolazione interessate dal fenomeno, delle posizioni xenofobe il passo è breve, ma guai a dare la colpa alla gente!! Quindi, stante l’ineluttabilità delle migrazioni, attrezziamoci per il meglio; e basta! Chiaro il concetto?

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