<$BlogRSDUrl$>

lunedì, agosto 24, 2009

AGUZZARE L'INGEGNO PER MANTENERE IL LAVORO 

Ricorderete la vicenda della “Innse”, azienda milanese in via di chiusura che per “merito” dei lavoratori è stata acquistata da un altro soggetto che ha mantenuto i posti di lavoro ed ha promesso addirittura l’ampliamento della forza lavoro; che cosa avevano fatto i dipendenti già posti in cassa integrazione e prossimi al licenziamento? Si erano istallati su una gru a diversi metri dal suolo minacciando di non scendere se non a vertenza risolta. Ebbene, la situazione venne presa in mano dalla stampa che mobilitò l’opinione pubblica e fece in modo che si muovesse qualcosa all’interno della classe imprenditoriale; allora tutti felici e contenti? Aspettiamo qualche tempo per vedere se sono proprio tutte rose e, soprattutto, se “fioriranno”.
Adesso la situazione si è ripetuta a Roma, con l’intervento “decisivo” del Colosseo che ha ospitato alcune guardie giurate in procinto di perdere il posto di lavoro e ha consentito loro di attuare una protesta, che è stata peraltro copiata da un celebre film di Alberto Sordi: istallarsi sulla cima del monumento e non scendere da lì a nessun costo, senza che prima fosse risolta la questione del lavoro.
Non entro logicamente nel merito della vicenda, ma in questo caso la questione è ancora più complessa perché ci sono una serie di strutture che vanno dal Comune di Roma all’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci; insomma la cosa è più ingarbugliata, ma sembra sul punto di essere risolta in quanto è arrivata addirittura sul tavolo di Palazzo Chigi e se ne sta occupando il Governo: anche in questo caso, speriamo che siano rose e soprattutto che fioriscano.
Una lunga serie di “pennivendoli” (mia personale definizione dei giornalisti) si è scagliata su questo modo di affrontare le vicende sindacali, arrivando a parlare di “cattivo esempio” che nasce da queste due storie e potrà essere utilizzato anche in altre vertenze; e allora? Dove sta lo scandalo? I lavoratori – non so quanto “imboccati” dai sindacati – hanno utilizzato i sistemi che adesso sono in voga in questa nostra società della comunicazione: cercare di arrivare a colpire l’immaginario della gente e, così facendo, far passare la propria idea attraverso i mass-media, ma soprattutto, il disagio di alcune decine di persone in preda alla disperazione per la perdita del lavoro.
E vi voglio ripetere: se una qualsiasi “escort” (traduzione di puttana) o velina, può utilizzare i mezzi di comunicazione per “fare carriera”, cioè per fare i soldi con un calendario o meglio per trovare un gonzo che la mantenga, perché dei lavoratori sull’orlo della perdita del posto di lavoro non possono seguire la stessa “sceneggiata” per approdare a quella che rappresenta una vittoria per loro e la loro famiglia?
E poi mi chiedo: come mai, nel caso della “Innse”, l’azienda era da chiudere “prima della protesta della gru” e poi è diventata appetibile per un industriale che ha deciso di acquistarla? Due i casi: o non era decotta prima oppure la nuova fabbrica nasce per volontà di qualche “spirito santo”: chiaro il concetto ed i riferimenti?
Oggi siamo in presenza di una situazione nella quale il lavoratore è una merce come un’altra (tant’è vero che si parla del “mercato del lavoro” come si può parlare del “mercato del ferro o del legno”) e queste sceneggiate prendono le mosse da altre che si vedono in giro per motivi molto meno nobili; quindi ben venga la protesta sulla gru o sul Colosseo se risolve il problema, perché i discorsi li porta via il vento – come ben sappiamo – mentre i posti di lavoro li volatilizza la rapacità di una classe imprenditoriale che non ha neppure un briciolo di eticità e che deve essere quindi “scossa” da eventi massmediatici per “agire per il bene”. Chiaro il concetto?

This page is powered by Blogger. Isn't yours?