sabato, luglio 25, 2009
OBAMA E LA SANITA'
Proprio nel momento in cui il Presidente USA, Barack Obama, affronta la riforma più spettacolare e, probabilmente più necessaria alla gente comune americana, il sondaggio più prestigioso degli Stati Uniti – il Rasmussen – conferma il calo di popolarità di Obama e segnala come solo il 49% degli elettori (badate bene, elettori e non cittadini americani) approva l’operato del Presidente.
La riforma del sistema sanitario americano è una di quelle patate bollenti che ha già scottato un Presidente come Bill Clinton che – spinto dalla moglie Hillary – fu costretto a fare marcia indietro visto l’atteggiamento del congresso, nel quale anche i democratici gli votavano contro; analoga situazione sembra che si stia verificando anche adesso: dallo stesso sondaggio il 20% dei democratici non lo seguirebbe in caso di presentazione della legge alla Camera dei Rappresentanti.
Ma quale sarebbe questo progetto che Obama star predisponendo? Per la verità ancora se ne sa poco delle linee guida; si conosce solo l’obiettivo che sarebbe duplice, da una parte dare assistenza anche ai 47milioni di americani che al momento ne sono sprovvisti e dall’altra, risparmiare sulla spesa sanitaria tagliando sprechi e doppioni e informatizzando l’intero sistema con la creazione di una vera e propria assistenza pubblica che, pur abbassando i costi attuali, fornisca ottime prestazioni.
La copertura medica per questi 47milioni di cittadini che ne sono sprovvisti, verrebbe a costare all’erario federale una cifra colossale: più di un trilione di dollari in 10 anni; forse è questa cifra mostruosa che ha indotto alla prudenza i cittadini del sondaggio e i deputati democratici.
E non è certamente bastato l’annuncio di un aumento della tasse di circa il 5% a tutti coloro che guadagnano più di un milione di dollari: va bene che la super tassa è pesante, ma quanti saranno mai i fortunati che guadagnano la cifra indicata? Non certo una moltitudine su cui contare per ripianare le spese della riforma.
La mia speranza è che Obama vada avanti nel suo progetto e che quando arriverà il momento giusto spieghi nei dettagli il funzionamento della riforma, indicando i costi effettivi e le fonti da cui ricavare tali cifre; al momento comunque è sulla graticola ed i giornali d’ispirazione repubblicana si divertono a sparare sul Presidente.
Noi italiani – in materia sanitaria - possiamo fornirgli solo la nostra triste ed amara esperienza: è di oggi il commissariamento dell’intero settore sanitario in Campania e in Molise; motivo del provvedimento? Molto semplice; il Ministero del Welfare ha rilevato nella sanità un “disavanzo strutturale” di 4 miliardi di euro, del quale l’83,39 (3.2 miliardi) è sulle spalle delle Regioni che vanno dal Lazio in giù.
Vediamole queste situazioni: il Lazio ha un disavanzo di 1,7 miliardi (ma per lui non è stato preso ancora nessun provvedimento), mentre la Campania è a -554,5 milioni, la Sicilia – 351, la Puglia -212, la Calabria – 160, la Sardegna – 109, l’Abruzzo -99 ed il Molise (punito!!) – 80,5.
Sinceramente non capisco il motivo per cui le altre regioni in deficit – oltre alla Campania ed al Molise – non abbiamo ancora subito nessuna reprimenda; forse è allo studio qualcosa anche per loro, ma per ora sono solo due le regioni commissariate, le quali, secondo uno studio effettuato dai tecnici ministeriali, avrebbero bisogno di importanti “manovre”: 881milioni per la Campania e 44 per il Molise; questo anche alla luce del paventato minore gettito statale nelle strutture sanitarie locali.
Caro Obama, se ti può essere di conforto…..!!
La riforma del sistema sanitario americano è una di quelle patate bollenti che ha già scottato un Presidente come Bill Clinton che – spinto dalla moglie Hillary – fu costretto a fare marcia indietro visto l’atteggiamento del congresso, nel quale anche i democratici gli votavano contro; analoga situazione sembra che si stia verificando anche adesso: dallo stesso sondaggio il 20% dei democratici non lo seguirebbe in caso di presentazione della legge alla Camera dei Rappresentanti.
Ma quale sarebbe questo progetto che Obama star predisponendo? Per la verità ancora se ne sa poco delle linee guida; si conosce solo l’obiettivo che sarebbe duplice, da una parte dare assistenza anche ai 47milioni di americani che al momento ne sono sprovvisti e dall’altra, risparmiare sulla spesa sanitaria tagliando sprechi e doppioni e informatizzando l’intero sistema con la creazione di una vera e propria assistenza pubblica che, pur abbassando i costi attuali, fornisca ottime prestazioni.
La copertura medica per questi 47milioni di cittadini che ne sono sprovvisti, verrebbe a costare all’erario federale una cifra colossale: più di un trilione di dollari in 10 anni; forse è questa cifra mostruosa che ha indotto alla prudenza i cittadini del sondaggio e i deputati democratici.
E non è certamente bastato l’annuncio di un aumento della tasse di circa il 5% a tutti coloro che guadagnano più di un milione di dollari: va bene che la super tassa è pesante, ma quanti saranno mai i fortunati che guadagnano la cifra indicata? Non certo una moltitudine su cui contare per ripianare le spese della riforma.
La mia speranza è che Obama vada avanti nel suo progetto e che quando arriverà il momento giusto spieghi nei dettagli il funzionamento della riforma, indicando i costi effettivi e le fonti da cui ricavare tali cifre; al momento comunque è sulla graticola ed i giornali d’ispirazione repubblicana si divertono a sparare sul Presidente.
Noi italiani – in materia sanitaria - possiamo fornirgli solo la nostra triste ed amara esperienza: è di oggi il commissariamento dell’intero settore sanitario in Campania e in Molise; motivo del provvedimento? Molto semplice; il Ministero del Welfare ha rilevato nella sanità un “disavanzo strutturale” di 4 miliardi di euro, del quale l’83,39 (3.2 miliardi) è sulle spalle delle Regioni che vanno dal Lazio in giù.
Vediamole queste situazioni: il Lazio ha un disavanzo di 1,7 miliardi (ma per lui non è stato preso ancora nessun provvedimento), mentre la Campania è a -554,5 milioni, la Sicilia – 351, la Puglia -212, la Calabria – 160, la Sardegna – 109, l’Abruzzo -99 ed il Molise (punito!!) – 80,5.
Sinceramente non capisco il motivo per cui le altre regioni in deficit – oltre alla Campania ed al Molise – non abbiamo ancora subito nessuna reprimenda; forse è allo studio qualcosa anche per loro, ma per ora sono solo due le regioni commissariate, le quali, secondo uno studio effettuato dai tecnici ministeriali, avrebbero bisogno di importanti “manovre”: 881milioni per la Campania e 44 per il Molise; questo anche alla luce del paventato minore gettito statale nelle strutture sanitarie locali.
Caro Obama, se ti può essere di conforto…..!!