<$BlogRSDUrl$>

lunedì, luglio 20, 2009

LA SPECULAZIONE NON DEMORDE 

In occasione del recente G8 tenutosi a L’Aquila, tutti i partecipanti si sono sperticati in discorsi contro la speculazione, sia finanziaria che sulle materie prime. E l’elenco delle promesse fatte dai Grandi della Terra è lunghissimo e da questo dovrebbe prendere vita un capitalismo “etico”, come è stato definito da più parti; il significato di tale termine è “attività umana valutabile con criterio di distinzione tra il bene e il male”. Sulla base di ciò, noi gente comune, ci saremmo aspettati un piano per costruire un nuovo modello di capitalismo sulla base anche di quanto la Chiesa continua a riproporre.
E invece, dopo un fiorire di tali “intenzioni”, si deve sentire alcune notizie allarmanti, specie perché la grande stampa internazionale si limita a “sussurrarle” senza fare mai nomi e cognomi: negli ultimi mesi è in atto una fortissima speculazione sui “futures” basati sulle materie prime (grano, mais, rame, petrolio, legno, zucchero, olio, per citare le più note), e questi movimenti hanno già provocato i primi contraccolpi: da gennaio ad oggi il rame è salito del 57% ed il petrolio del 51%
Tali aumenti sembrano dovuti a manovre di alcune banche d’affari come la Goldman Sachs e degli Etf; questi ultimi sono dei fondi comuni specializzati anche in materie prime ed hanno una tale forza da essere intervenuti anche nella trattativa per l’acquisizione della Opel.
La speculazione appare così forte e ben distribuita da impensierire tutti; basti pensare che sta toccando quasi tutti i comparti fondamentali dell’economia, dall’auto alle costruzioni e fino all’alimentazione; tutto questo induce gli esperti a parlare di “nuova bolla speculativa” che sta avanzando nel nostro mondo finanziario.
Abbiamo detto poco sopra che al comando di questa manovra c’è una “banca d’affari”; ebbene di questa categoria di aziende di credito, quella che è diventata più conosciuta al grosso pubblico è la “Lehman Brothers”, saltata in aria negli Stati Uniti, con centinaia di miliardi di dollari che sono andati in fumo; ebbene, questa banca controllava una gran quantità di società di vario genere, sparse nel mondo, e tutte finite in amministrazione controllata; per toccare con mano l’entità del fenomeno, dobbiamo dire che queste società “in affaticamento” sono 20 negli USA, una alle Cayman e una alle Bermuda, 27 in Europa (nessuna in Italia, per fortuna), una in Cina, 7 nelle Filippine, 8 a Hong Kong, 9 a Singapore,11 in Australia, 4 in Giappone e 3 nella Corea del Sud: insomma, una marea di situazioni debitorie che prima o poi dovranno essere sistemate da qualcuno; insomma, un’altra polveriera sulla quale è seduto il mondo.
Ma tutto questo cosa c’entra con il capitalismo etico tanto sbandierato dai Grandi del Mondo? C’entra nel senso che ci mostra come sono le cose reali dell’economia: ognuno tira a fare soldi e se ne frega di tutti gli altri; se questa è “etica” !!!
Volete un altro piccolo esempio? Il costo del denaro, al maggio scorso, sbandierato ai minimi storici, è in Italia il più alto di tutta l’area Euro per i prestiti a breve (4.37% contro il 4,02 degli altri) mentre per i finanziamenti superiori a 5 anni, da noi si paga il 3,87% contro il 4,12% della media europea.
Insomma, oltre alla stretta creditizia tante volte ricordata, c’è da rilevare che i 30 centesimi per i finanziamenti a breve, incidono – a detta delle strutture imprenditoriali – fortemente sull’andamento della nostra economia e quindi penalizzano in particolar modo le piccole e piccolissime imprese, infatti chi ricorre ai prestiti “a breve” sonno soprattutto le micro imprese che fanno operazioni di cassa per “tirare avanti” l’attività” dell’azienda. Spero di essere stato chiaro!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?