sabato, luglio 04, 2009
LA RIPETITIVITA' GENERA STANCHEZZA
La ripetitività nelle cose e negli atti, quella cosa cioè che si sussegue sempre uguale, giorno dopo giorno, anno dopo anno, genera inevitabilmente un senso di stanchezza che conduce l’uomo a staccarsi dalle cose terrene ed a rifugiarsi in altro.
Vediamo allora qual è la cosa che – a mio giudizio – continua a susseguirsi sempre uguale: spero che anche voi avrete notato come i nuovi amministratori locali, non appena insediato, hanno una sorta di vademecum delle cose da realizzare per prime; ebbene, in testa a questo elenco c’è quello che, secondo loro, i cittadini chiedono con maggiore insistenza: la pulizia delle strade dalle prostitute.
Nella mia città, il nuovo Sindaco, appena insediato ha subito dichiarato guerra alle prostitute, lanciando lo slogan che “entro breve tempo, la zona di Via …sarà bonificata e le donnine saranno sloggiate”.
Detto fatto, perché pochi giorni dopo, una vera e propria operazione speciale di Polizia ha fermato la bellezza di 170 ragazze, tra rumene, albanesi, nigeriane e bulgare, che stazionavano nella zona presa di mira dal signor Sindaco: tra queste disgraziate, una, di nazionalità nigeriana, è stata espulsa dal territorio nazionale, mentre 30 sono state messe a disposizione dell’ufficio immigrazione per ulteriori accertamenti; non è dato sapere la fine delle altre 139 fanciulle, ma non vorrei che fossero rinchiuse a Guantanamo o, addirittura, passate per le armi.
Vi devo subito dire che a me personalmente non da alcun fastidio incontrare per le vie della mia città delle splendide ragazze, succintamente vestite, che non danno fastidio a nessuno; sono ben altre le cose che mi danno noia, ma questo è tutto un altro discorso e, caso mai lo faremo un’altra volta.
Ora, a parte i miei gusti discutibilissimi, vorrei che qualcuno – magari lo stesso Sindaco – mi spiegasse come si risolve il problema; non certo spostando le ragazze da una zona all’altra, perché questo è come nascondere la spazzatura sotto il tappeto; lungi da me rispolverare il vecchio adagio che la prostituzione è il mestiere più antico del mondo, ma certamente la cosa si risolve solo con un piano strutturale che coinvolga le donnine e l’intera popolazione: in sostanza, bisogna trovare un sistema per permettere a loro di “lavorare” tranquillamente e senza scandalo; ma non è facile.
Però ogni estate, e questa in particolare perché ha visto il cambio di Sindaco, siamo a trattare l’argomento e ciò, come dico nel titolo, genera “stanchezza”; a questo proposito vi voglio ricordare una sequenza cinematografica che forse è chiarificatrice di quanto voglio dire: qui siamo nel campo dei “sogni” ma l’iter è lo stesso.
Dunque, il film in questione è “Il settimo sigillo” di Bergman, e siamo al punto in cui Il Cavaliere, dopo dieci anni di Crociata in Terra Santa, torna al suo castello; il luogo è deserto, tutti sono fuggiti per paura della peste che incombe nella zona, solo la sua sposa – invecchiata – lo ha atteso; i due si riconoscono a stento; il Tempo ha fatto il suo crudele lavoro ; Lui ha rinunciato all’amore costringendo lei a fare altrettanto: il tutto per inseguire UN SOGNO.
La moglie gli chiede: “Dimmi, non mi riconosci più forse?”, il Cavaliere resta in silenzio; la moglie lo incalza “Anche tu sei mutato, però…Ma ora vedo che sei proprio tu, nel fondo delle tue pupille c’è ancora il ragazzo che ne andò tanti anni fa per inseguire UN SOGNO”; Il Cavaliere: “Sono tornato; e sono un po’ stanco”.
Lei, temendo che tutto quel sacrificio non sia servito a nulla gli chiede: “Sei pentito di ciò che hai fatto?” E lui risponde: “No, non lo sono affatto. Sono solo un po’ stanco”.
Vediamo allora qual è la cosa che – a mio giudizio – continua a susseguirsi sempre uguale: spero che anche voi avrete notato come i nuovi amministratori locali, non appena insediato, hanno una sorta di vademecum delle cose da realizzare per prime; ebbene, in testa a questo elenco c’è quello che, secondo loro, i cittadini chiedono con maggiore insistenza: la pulizia delle strade dalle prostitute.
Nella mia città, il nuovo Sindaco, appena insediato ha subito dichiarato guerra alle prostitute, lanciando lo slogan che “entro breve tempo, la zona di Via …sarà bonificata e le donnine saranno sloggiate”.
Detto fatto, perché pochi giorni dopo, una vera e propria operazione speciale di Polizia ha fermato la bellezza di 170 ragazze, tra rumene, albanesi, nigeriane e bulgare, che stazionavano nella zona presa di mira dal signor Sindaco: tra queste disgraziate, una, di nazionalità nigeriana, è stata espulsa dal territorio nazionale, mentre 30 sono state messe a disposizione dell’ufficio immigrazione per ulteriori accertamenti; non è dato sapere la fine delle altre 139 fanciulle, ma non vorrei che fossero rinchiuse a Guantanamo o, addirittura, passate per le armi.
Vi devo subito dire che a me personalmente non da alcun fastidio incontrare per le vie della mia città delle splendide ragazze, succintamente vestite, che non danno fastidio a nessuno; sono ben altre le cose che mi danno noia, ma questo è tutto un altro discorso e, caso mai lo faremo un’altra volta.
Ora, a parte i miei gusti discutibilissimi, vorrei che qualcuno – magari lo stesso Sindaco – mi spiegasse come si risolve il problema; non certo spostando le ragazze da una zona all’altra, perché questo è come nascondere la spazzatura sotto il tappeto; lungi da me rispolverare il vecchio adagio che la prostituzione è il mestiere più antico del mondo, ma certamente la cosa si risolve solo con un piano strutturale che coinvolga le donnine e l’intera popolazione: in sostanza, bisogna trovare un sistema per permettere a loro di “lavorare” tranquillamente e senza scandalo; ma non è facile.
Però ogni estate, e questa in particolare perché ha visto il cambio di Sindaco, siamo a trattare l’argomento e ciò, come dico nel titolo, genera “stanchezza”; a questo proposito vi voglio ricordare una sequenza cinematografica che forse è chiarificatrice di quanto voglio dire: qui siamo nel campo dei “sogni” ma l’iter è lo stesso.
Dunque, il film in questione è “Il settimo sigillo” di Bergman, e siamo al punto in cui Il Cavaliere, dopo dieci anni di Crociata in Terra Santa, torna al suo castello; il luogo è deserto, tutti sono fuggiti per paura della peste che incombe nella zona, solo la sua sposa – invecchiata – lo ha atteso; i due si riconoscono a stento; il Tempo ha fatto il suo crudele lavoro ; Lui ha rinunciato all’amore costringendo lei a fare altrettanto: il tutto per inseguire UN SOGNO.
La moglie gli chiede: “Dimmi, non mi riconosci più forse?”, il Cavaliere resta in silenzio; la moglie lo incalza “Anche tu sei mutato, però…Ma ora vedo che sei proprio tu, nel fondo delle tue pupille c’è ancora il ragazzo che ne andò tanti anni fa per inseguire UN SOGNO”; Il Cavaliere: “Sono tornato; e sono un po’ stanco”.
Lei, temendo che tutto quel sacrificio non sia servito a nulla gli chiede: “Sei pentito di ciò che hai fatto?” E lui risponde: “No, non lo sono affatto. Sono solo un po’ stanco”.