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lunedì, luglio 27, 2009

I RISPARMI DELLA POLITICA 

Ricordate che non molto tempo fa effettuai una specie di screening delle spese degli enti locali, in particolare dei Comuni? Ebbene, poiché la Regione è l’ente locale che si pone tra il Comune e lo Stato, ho fatto un bel salto sulla sedia quando ho letto su un quotidiano che il Presidente della struttura regionale dove io abito, lanciava questo slogan: “tempo di crisi? Allora tagliamo le poltrone”.
Bene, vediamo il progetto: ad oggi abbiamo 79 posti (1 governatore, 13 assessori e 65 consiglieri) che costano ai contribuenti 9,5 milioni di euro l’anno; l’obiettivo è quello di ridurre la compagine a 65 elementi, tagliando 3 assessori e 10 consiglieri, con un costo che passerebbe a 7,5 milioni di euro; il risparmio quindi sarebbe di 2 milioni di euro l’anno che non mi sembra una cifra da buttare.
Ma andiamo a vedere “dentro” la situazione attuale e vediamo a quanto ammontano gli emolumenti lordi in denaro (escludiamo quindi i benefit): il presidente della giunta e quello del consiglio guadagnano 10.5mila euro al mese, gli assessori e i vice presidenti del consiglio 9.4mila euro, i presidenti di gruppo e di commissione 8.8mila euro, i vicepresidenti ed i segretari di commissione 8.2mila euro, mentre i consiglieri “semplici” si portano a casa 7.6mila euro ogni mese; a queste cifre vanno aggiunti 936 euro al mese a titolo di “gettoni di presenza” e 1.000/1.200 euro quali rimborsi chilometrici e per missioni.
Sono belle cifre, sono cifre importanti e – salvo per qualcuno – non compromettono l’esercizio di una eventuali libera professione o la partecipazione ad una azienda personale; questo in conseguenza della sostanziale aleatorietà dell’incarico politico che – pur in presenza di lautissime pensioni – potrebbe distogliere l’individuo dal suo mestiere di partenza.
Ma se poi andiamo al di là dei casi di politici che potrebbero appellarsi al detto “oggi ci sono domani chissà”, vediamo una classe di funzionari e dipendenti in genere che guadagna delle cifre molto importanti, per un lavoro che non è poi così difficile come si vorrebbe far credere; insomma, tra un dipendente dell’azienda “XW” ed un analogo impiegato alla Regione “YZ” (in particolare in Sicilia) ci corre circa un 50%, ovviamente a favore del pubblico, il quale ha dalla sua anche il fatto che – salvo eventuali arresti per motivi scandalosi – non perde il posto neppure se parla male del Papa o di Lenin; e questa sostanziale inamovibilità è una gran bella cosa, specie adesso che, con la crisi in atto, quasi tutte le aziende tendono a scremare la forza lavoro.
Comunque, andiamo avanti nel labirinto delle cifre e, anzitutto congratuliamoci in anticipo, se riusciranno a ridurre il peso dei politici “a stipendio” e, conseguentemente ridurranno di 2milioni di euro il costo di questa voce; ma attenti a gioire troppo in fretta, perché oltre a quello che abbiamo indicato finora, c’è un altro capitolo di spesa che fa capo alla Regione e che costa in maniera impressionante: le consulenze private.
Ebbene, diciamo subito che, ammesso di riuscire a risparmiare i famosi due milioni di euro, ne dobbiamo impiegare 4 (sempre annui) per una serie di parcelle che a chiamarle “strampalate” è dir poco.
Sentite un po’ quelle più singolari: 100mila euro a tale “Fondazione Toscana Sostenibile” onlus, 50mila all’associazione no-profit Kyoto Club Roma, 160mila come distaff (non so cosa voglia dire) per “sviluppo di un indice di rischio finale” e 72,600 per “attività di business process reengenering nel contesto del progetto e-move” (ma che significa?). Ecco dove vanno i nostri quattrini!! Chiaro il concetto??

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