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venerdì, luglio 31, 2009

I DUE GIGANTI MALCONCI 

I due giganti dei titolo sono gli Stati Uniti e la Cina - entrambe potenze mondiali sia economiche che militari – e il loro stato di salute, non splendido, ha diverse motivazioni che scopriremo più sotto; l’idea del post mi è venuta quando si è saputo che Cina e America si sono riuniti a Washington in quello che è stato definito il G2 – cioè l’incontro di due “grandi” – e che a me ha suggerito, invece, l’immagine di due pugili grandi e grossi ma un po’ suonati che si sorreggono a vicenda per non cadere.
Ma vediamo lo stato dell’arte: Obama ha grosse difficoltà interne, derivate in massima parte dalla grande avventura della riforma sanitaria, operazione talmente osteggiata da politici e gente comune, da portare l’indice di popolarità del Presidente ad uno sconfortante 49%, con una perdita di quasi venti punti in poco più di un mese.
Ha addirittura contrasti con il suo staff più ristretto, visto che da più parte si mormora che la Clinton stia prendendo le distanze da Obama per ripresentare la sua candidatura tra quattro anni, senza attendere il secondo mandato di Barack; eppure – notate bene – la Hillary fu la musa ispiratrice del coniuge nell’analoga iniziativa in campo sanitario; come mai avrà cambiato idea? Probabilmente perché ha visto che i primi segnali mostrano un bilancio nettamente negativo dell’iniziativa e gli stessi “democratici” ne temono la retorica sociale ed il pesante indebitamento cui andrebbe incontro il bilancio statale.
E a proposito di bilancio, diciamo subito che l’incontro di Washington è servito proprio a questo, cioè a cercare soldi dalla Cina che già è la maggiore creditrice dell’erario americano; ed è così che Obama ha battuto nuovamente cassa agli amici cinesi, promettendo loro di chiudere un occhio – forse tutti e due – sul problema dei diritti umani in Cina e aprendo un dialogo a proposito di un fronte comune per affrontare e risolvere i problemi scaturiti in entrambi i paesi dalla crisi mondiale.
Sull’argomento “crisi economica” anche la Cina ha i suoi grattacapi, sia perché i prodotti a basso costo vengono rifiutati dai paesi che cercano di risparmiare su tutto e quindi scartano il superfluo, sia perché l’economia cinese è sempre più indirizzata ad una dipendenza monetaria dal capitalismo americano; questo perché il fatto di possedere una così grande massa di dollari, “obbliga” il governo cinese a sostenerne il valore e quindi a fare, in un certo senso, il gioco degli Stati Uniti.
Ai tempi di Nixon la grande muraglia cinese venne superata per merito del ping pong, questa volta invece è il basket la chiave di volta della situazione: il più grande giocatore cinese, Yao Ming, è diventato il punto di forza degli Houston Rocket e - dato che il basket è il gioco preferito da Obama – si comprende come sia potuta nascere questa dichiarazione del giocatore: “sia io che il presidente Hu sappiamo quanto sia importante avere buone relazioni con gli USA”, alla quale ha risposto Barack, dicendo “naturalmente come nuovo presidente e come tifoso di basket, ho imparato molto da Yao Ming e da quanto lui sostiene circa la necessità di adattarsi al gioco di squadra”.
Insomma, entrambi i “giganti” hanno necessità di sostenersi reciprocamente, poiché la caduta di uno avrebbe catastrofiche conseguenze anche per l’altro; eppure c’è un punto per il quale non riescono a trovare una sintesi ed è il campo energetico: laddove Obama si è dichiarato disposto a diminuire drasticamente le emissioni di Co2, il presidente cinese Hu non ha preso impegni, rimandando al 2011 qualunque decisione in proposito; è un sostanziale “no” a qualunque riduzione, ma solo con l’insistenza dei partner mondiali ci potrà essere un cambio di strategia; auguriamocelo!!

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