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lunedì, luglio 13, 2009

I COSTI DELLA MACCHINA LOCALE 

Quando parlo di “macchina locale”, intendo tutte quelle amministrazioni periferiche nonché tutte le “partecipate”, cioè le aziende cosiddette municipalizzate che si occupano dei servizi pubblici e che sono create con capitale privato (pochi spiccioli) e pubblico (il resto).
Anzitutto diciamo subito che una Regione media dell’Italia centrale, da sempre amministrata nella quasi totalità dalla sinistra, costa alla collettività qualcosa come 56 milioni di euro soltanto mettendo insieme le varie indennità e gettoni di presenza degli amministratori nelle strutture pubbliche (Regione, Comuni, Province)
Per apprezzare l’entità di questa cifra si fa presto, basta dire che un consigliere regionale (non il Presidente!!) guadagna 9.000 euro al mese; se pensate che il Presidente della Repubblica Francese, Sarkozy, fino a pochi mesi fa guadagnava meno di questa cifra (6.714, diventati con una riforma recentissima,17.000), si comprende quanto siamo “fuori dal mondo”.
Comunque, i nostro consiglieri regionali continuano ad essere invidiati in tutto il mondo, a cominciare dal Brasile, dove il locale Presidente, il famoso Lula Da Silva, incassa mensilmente il corrispettivo di 2.900 euro ed il russo Medvedev insieme a Zapatero, superano di poco i 7mila euro; per non parlare poi del cinese Hu Jjntao che “dichiara” di guadagnare solo 274 euro al mese.
Quindi, lasciando stare il cinese che non è controllabile, gli altri Capi di Stato hanno una trasparenza di fondo nelle comunicazioni che non ammette replica; per cui, un signor nessuno, di professione consigliere regionale, impegnato al massimo una diecina d’ore per settimana, porta a casa una cifra superiore a quella di Presidenti della Repubblica e leader politici europei di grosso calibro.
Torniamo un attimo alla cifra che ho sparato all’inizio, quei 56milioni di euro che rappresentano il fabbisogno per stipendiare un esercito di circa ottomila amministratori pubblici che – divisi in 500 centri decisionali – hanno competenze all’interno della regione per occuparsi della varie materie (escluse la sanità e l’università che hanno capitoli a parte).
Ma perché queste cifre così alte nell’ambito delle amministrazioni periferiche? Semplicemente perché: i loro stipendi discendono da delibere delle singole amministrazioni, sulle quali nessuno – al di fuori di quell’ambito territoriale – può mettere bocca; quindi, in sostanza, ogni struttura pubblica locale, si stabilisce il compenso degli amministratori e quindi il gioco è fatto.
Ed ecco perché la struttura provinciale – da tutti i politici (ultimo il Presidente Berlusconi in campagna elettorale) – indicata come “superata e quindi da abolire”, poi, nella pratica delle cose, questa abolizione ha incontrato tante di quelle difficoltà che si sono arresi e queste strutture, vecchie, arcaiche e con nessuna competenza se non quelle strappate a forza ai Comuni ed alle Regioni, è ancora bellamente al suo posto ed i signori Presidenti si beccano un compenso mensile che va (a seconda dei cittadini amministrati) da 4.200 a 7.000 euro ed i Vice Presidenti vanno da 3.000 a 5.300 euro; e per finire, dobbiamo aggiungere per ciascuna categoria, un “gettone” che non serve per telefonare, ma rappresenta una sorta di monetarizzazione della gradita, anzi, indispensabile, presenza di loro signori alle riunioni consiliari.
Ci sono poi le aziende “partecipate”, che, come accennavo sopra, sono ibridi pubblico-privato per gestire alcune materia; di queste ne parleremo in un’altra occasione!!

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