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mercoledì, luglio 15, 2009

GLI AIUTI ALL'AFRICA 

Nel G8, poi diventato G14 e anche G22, tenutosi recentemente a L’Aquila, si è parlato anche di aiuti ai Paesi che soffrono la fame nell’Africa disagiata e disgraziata; sono stati anche stanziati dei soldi – 20 miliardi di dollari – che vanno ad assommarsi a tutti quelli stanziati in sessantanni: UN TRILIONE DI DOLLARI, cifra talmente colossale che si potrebbe pensare di aver risolto il problema della povertà nel terzo mondo.
E invece siamo al punto di partenza, forse abbiamo addirittura fatto un passo indietro, se ad oggi il reddito pro-capite in Africa è inferiore a quello fatto registrare nel 1970.
Oggi, il 50% della popolazione africana – circa 350 milioni di persone – vive con meno di 1 (uno) dollaro al giorno; questa percentuale di popolazione “disagiata” era solo il 25% nel 1970 e quindi i conti si fa presto a farli: è raddoppiata!
E allora, se la situazione è questa e le cifre sono queste, per quale ragione – in una situazione di crisi mondiale – si continua a stanziare cifre importanti che, abbiamo visto, non producono niente di buono? Gli 8 (o i 14 o i 22) “grandi” hanno deciso questo nuovo stanziamento sulla spinta del Presidente , Obama, che non dimentica il colore della sua pelle e afferma con decisione: “abbiamo un dovere morale”.
Ma se tutti i soldi stanziati in precedenza non hanno generato alcun progresso di quella gente, proviamo a chiederci il perché; anzitutto possiamo rispondere che gli aiuti a pioggia come sono stati dati finora si sono rivelati un fallimento e non hanno messo in movimento il classico motto “aiutati che io ti aiuto”. Sono stati ingoiati dalla corruzione del combinato disposto dei governanti africani con quelli occidentali, sono poi finiti sui conti svizzeri dei “tiranni” di turno e sono serviti per l’acquisto di armi; in concreto, possiamo affermare che hanno favorito – anziché combatterlo – il parassitismo dei ras terzomondismi e la conseguente rassegnazione dei popoli soggetti a queste tirannie.
Per risolvere il problema ci sono due “correnti di pensiero”, nettamente diverse l’una dall’altra: la prima, capitanata dai “buonisti” Geldof e Bono, continua a sostenere che dobbiamo spezzare il circolo vizioso della povertà e per fare questo è necessario aumentare le donazioni e cancellare i debiti accumulati da questi paesi; solo questo maggiore afflusso di denaro consentirà un accumulazione di capitali necessari alla crescita economica del continente. Non viene detto esplicitamente, ma sembrerebbe che il benessere sempre maggiore dovrebbe riuscire a scacciare i dittatori imperanti in molte nazioni africane e consegnare al popolo il proprio destino.
La seconda corrente di pensiero auspica invece un intervento – non è specificato in quale maniera – per eliminare le dittature nate, o imposte, durante il periodo post coloniale e la loro sostituzione con sistemi democratici, così come è avvenuto in una delle poche situazioni di successo, quella del Ghana, patria – guarda caso – degli avi del Presidente Obama; solo dopo si diano gli aiuti!!
Nessuno ha indicato una terza via ed allora lo faccio io: se l’occidente (ma ora anche il rapinoso oriente cinese e russo) smettesse di occuparsi dell’Africa solo per accaparrarsi quelle materie prime che abbondano nel continente, probabilmente la gente di quei posti potrebbe benissimo farcela da soli, con pochi, pochissimi aiuti – ma debbono essere disinteressati – provenienti da noi “ricchi” che sentiamo ancora dentro la necessità di rifondere, se non le cattiverie imposte, almeno le ruberie perpetrate a quelle popolazioni; nella recente visita di Obama in Ghana, si è visto il luogo simbolo della tratta degli schiavi: ebbene quel luogo adesso è moltiplicato per dieci, per cento e riguarda i ”nuovi schiavi” ognuno con la propria storia di dolore e di sangue.

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