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mercoledì, giugno 03, 2009

OSTENTARE LA FINTA NORMALITA' 

La voglia di “normalità” (vera o finta) è una mania che prende moltissimi big e moltissimi Capi di Stato che si muovono in un altro universo rispetto alla gente comune. Ed è in questo contesto che amano riversarsi ogni volta che possono: lo fanno per vero, autentico desiderio di normalità o per ostentare la loro potenza verso coloro che sono veramente “normali”? Il quesito è interessante e merita un approfondimento.
Partiamo, come di consueto, dall’evento che mi ha mosso a scrivere questo articolo: alcuni quotidiani riportano le foto del Presidente Barack Obama che, in maniche di camicia, si presenta alla cassa di un locale dove si vendono hamburger e ne ordina una certa quantità; poi paga e si fa mettere tutto in una busta che porta nel luogo dove si sta tenendo una riunione con i suoi collaboratori, interrotta appunto per il pranzo.
Ed i fotografi riprendono il Presidente in mezzo agli altri clienti, mentre paga come un normale cliente, ma non ci mostrano i 70 uomini della scorta che lo seguono da ogni parte e i 25 del cosiddetto “advance team” che vanno in avanscoperta con 4 cani anti-bomba che annusano ogni metro dell’ambiente dove il Presidente si recherà.
Questa è la vita che conduce un VIP, questa e la vita che si è scelto ed il volere uscirne ogni tanto non è altro che velleitarismo o, peggio, ostentazione di potenza all’incontrario (pubblicitariamente è il massimo, perché la brava gente si dice: ma guarda il Presidente che mangia gli stessi hamburger che mangio io).
E, sempre su Obama, i cronisti americani ricordano quando si è recato al ristorante vicino allo stadio di Baseball e si è “divertito” a fare la coda col bigliettino dell’ordinazione in mano; domandina facile, facile: “sapeva Mister Barack che tutti i clienti in coda con lui erano stati costretti a passare sotto il metal detector?”.
In Italia abbiamo avuto un Presidente – il compianto Pertini – che tutte le volte che veniva nella mia città voleva andare a prendere il caffè in un certo locale che non nomino per non fargli pubblicità; i poliziotti della scorta, che sapevano il desiderio del Presidente, andavano in anticipo nel locale e, dopo averlo perquisito con i cani poliziotto, facevano uscire tutti i clienti e così il locale, quando si presentava Pertini, risultava frequentato normalmente, ma tutti i clienti erano poliziotti in borghese che recitavano la parte. C’era poi tutta la sceneggiata alla cassa, quando Pertini voleva pagare ed il cassiere non voleva i soldi, finché si addiveniva ad una transazione e il conto (il suo caffè e quello della scorta) veniva pagato dal Presidente che poi faceva una dedica al barista su un foglietto apposito. Quanto sopra non è cronaca, ma l’ho visto con i miei occhi; ovviamente Pertini nella sua bellissima “ingenuità” non credo sapesse delle difficoltà in cui metteva la scorta e i cittadini ogniqualvolta si muoveva.
Ma tornando a Obama, dobbiamo riconoscere che sia lui che la moglie Michelle, sembrano già stufi della vita “controllata” che fanno alla Casa Bianca, dato che tutte le volte che possono, cercano di “evadere”; ma si accorgono che è tutto prestabilito? Si rendono conto che quando Michelle va ad un Supermercato per informarsi dei prezzi, crea una confusione indescrivibile perché la scorta lo ha visitato prima di lei?
Sull’argomento vi raccomando un film di Bob Reiner dal titolo “Il Presidente”, interpretato da Michael Douglas, che mostra le difficoltà incontrate dall’inquilino della Casa Bianca, vedovo con una figlia adolescente, per sviluppare una normalissima storia d’amore; come ho già detto in altre occasioni, la vita ci assegna di volta in volta dei ruoli ed è inutile lottare per cambiare la parte in commedia: quella è, e quella resta!

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