sabato, giugno 06, 2009
OGGI E DOMANI SI VOTA
Eravamo abituati a votare la domenica ed il lunedì mattina e questa volta – non so per quale motivo – si va alle une il sabato pomeriggio e l’intera giornata della domenica. Facciamo due chiacchiere allora sulle Elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo: saranno oltre 50milioni gli italiani che voteranno per eleggere i 72 componenti nostrali; le date e gli orari – a riprova della “coesione” dell’Europarlamento – sono stati decisi Stato per Stato, ma la proclamazione dei risultati sarà fatta dalla Commissione Centrale di Bruxelles; peccato che in Olanda – dove si è votato un paio di giorni fa – abbiano fatto di testa propria ed i risultati sono già di dominio pubblico: questi dati mostrano un forte incremento delle astensioni ed un aumento dei voti per un partito ultranazionalista contrario all’Europa.
La proclamazione unilaterale dei risultati ha fatto andare su tutte le furie Bruxelles, ma il portavoce del Governo olandese ha replicato, seraficamente, “riteniamo che gli elettori abbiano il diritto di conoscere i risultati” ad ulteriore riprova che anche le autorità centrali olandesi se ne infischiano delle norme comunitarie.
Ovviamente, sapere in anticipo i risultati, soprattutto le tendenze, può influenzare le elezioni in corso e quindi il temuto astensionismo montante potrebbe risentirne; qui da noi il fatto di legare le Europee con quelle di Comuni e Province, potrebbe rivelarsi una mossa valida per scongiurare la voglia di “non voto” che sembra ormai avere preso piede anche in una Nazione come l’Italia, presa a modello di partecipazione elettorale (da noi si è avuto dati del 70 e più per cento di partecipazione al voto).
Non darò, ovviamente nessuna indicazione di voto, ma sono costretto a far notare che la voglia di astenersi può derivare dal fatto che in un momento di crisi economica e sociale, non si è sentita una voce autoritaria e univoca partire da Bruxelles e dirigersi verso i vari Stati; per il resto, i problemi che l’U.E. si affanna ad affrontare, al cittadino medio non interessano granché.
Non vi dirò quindi per chi votare, ma vi farò invece un breve discorsetto su “come si forma il voto”, tratto da una recente ricerca del Censis; anzitutto diciamo che l’italiano, pur dando la priorità ai messaggi elettorali in TV, ha un atteggiamento nei confronti dei “media” più smaliziato di quanto si creda.
Si riconosce il grande peso del mezzo televisivo – per il 78% degli elettori è il principale strumento per la formazione delle proprie opinioni politiche - seguito dalla carta stampata con il 20%; solo il 17% afferma che le proprie idee derivano da confronti con familiare ed amici e appena il 10% partecipa a incontri politici “per farsi un’idea”.
Tra i cosiddetti “poteri forti”, alla domanda su quale sia quello che detiene il maggior potere in Italia, solo il 18% indica le elité dell’informazione, mentre il 40% degli intervistati ritiene più influente il potere economico-finanziario, seguito da quello strettamente politico con il 35%. Questa apparente distonia, indica che di fronte ai mezzi d’informazione ci sentiamo meno inermi che davanti ad altri poteri, anche perché è da notare che la TV è il mezzo del quale gli italiani si fidano di meno: solo il 35% gli da affidamento, dato molto più basso della media europea (53%) che ha punte del 56% in Germania e addirittura del 60% in Spagna.
Quindi, possiamo dire che in Italia si da grande importanza ai “media”, ma al tempo stesso li si ritiene non particolarmente insidiosi proprio perché ormai etichettati come “poco affidabili”; questo fa poco onore alla nostra informazione ma lo fa al senso critico dei nostri concittadini. Speriamo che la ricerca sia stata veritiera!!
La proclamazione unilaterale dei risultati ha fatto andare su tutte le furie Bruxelles, ma il portavoce del Governo olandese ha replicato, seraficamente, “riteniamo che gli elettori abbiano il diritto di conoscere i risultati” ad ulteriore riprova che anche le autorità centrali olandesi se ne infischiano delle norme comunitarie.
Ovviamente, sapere in anticipo i risultati, soprattutto le tendenze, può influenzare le elezioni in corso e quindi il temuto astensionismo montante potrebbe risentirne; qui da noi il fatto di legare le Europee con quelle di Comuni e Province, potrebbe rivelarsi una mossa valida per scongiurare la voglia di “non voto” che sembra ormai avere preso piede anche in una Nazione come l’Italia, presa a modello di partecipazione elettorale (da noi si è avuto dati del 70 e più per cento di partecipazione al voto).
Non darò, ovviamente nessuna indicazione di voto, ma sono costretto a far notare che la voglia di astenersi può derivare dal fatto che in un momento di crisi economica e sociale, non si è sentita una voce autoritaria e univoca partire da Bruxelles e dirigersi verso i vari Stati; per il resto, i problemi che l’U.E. si affanna ad affrontare, al cittadino medio non interessano granché.
Non vi dirò quindi per chi votare, ma vi farò invece un breve discorsetto su “come si forma il voto”, tratto da una recente ricerca del Censis; anzitutto diciamo che l’italiano, pur dando la priorità ai messaggi elettorali in TV, ha un atteggiamento nei confronti dei “media” più smaliziato di quanto si creda.
Si riconosce il grande peso del mezzo televisivo – per il 78% degli elettori è il principale strumento per la formazione delle proprie opinioni politiche - seguito dalla carta stampata con il 20%; solo il 17% afferma che le proprie idee derivano da confronti con familiare ed amici e appena il 10% partecipa a incontri politici “per farsi un’idea”.
Tra i cosiddetti “poteri forti”, alla domanda su quale sia quello che detiene il maggior potere in Italia, solo il 18% indica le elité dell’informazione, mentre il 40% degli intervistati ritiene più influente il potere economico-finanziario, seguito da quello strettamente politico con il 35%. Questa apparente distonia, indica che di fronte ai mezzi d’informazione ci sentiamo meno inermi che davanti ad altri poteri, anche perché è da notare che la TV è il mezzo del quale gli italiani si fidano di meno: solo il 35% gli da affidamento, dato molto più basso della media europea (53%) che ha punte del 56% in Germania e addirittura del 60% in Spagna.
Quindi, possiamo dire che in Italia si da grande importanza ai “media”, ma al tempo stesso li si ritiene non particolarmente insidiosi proprio perché ormai etichettati come “poco affidabili”; questo fa poco onore alla nostra informazione ma lo fa al senso critico dei nostri concittadini. Speriamo che la ricerca sia stata veritiera!!