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lunedì, giugno 15, 2009

GHEDDAFI IN ITALIA 

La visita di Gheddafi in Italia ha avuto alcuni risvolti che meritano riflessione e approfondimento; anzitutto diciamo che è avvenuta all’indomani dell’accordo siglato con Berlusconi per la sistemazione di alcuni contenziosi: il prima è contenimento dei tanti africani che si ammassano nei porti libici per fare rotta sull’Italia e l’altra è il modo di far scucire un po’ dei dollari che Gheddafi incassa con il petrolio.
La prima operazione è andata in porto con il “regalo” di alcune navi costiere che dovrebbero indurre i libici a pattugliare le loro coste; a questo si è aggiunta una cifra colossale – sia pure rateizzata – per i danni di guerra causati dal nostro colonialismo.
Per fare scucire un po’ dei soldi al leader libico è stato abbastanza facile, in quanto sono talmente tanti quelli che incassa quotidianamente, che deve trovare uno sbocco (ricordate l’acquisto di azioni FIAT ai tempi dell’Avvocato Agnelli?); adesso questo investimento si chiama ENI, al cui aumento di capitale ed al successivo prestito obbligazionario Gheddafi ha promesso cifre importanti.
Ma in occasione della sua permanenza in Italia – prima volta nella storia delle relazioni tra i due paesi – ci sono stati anche occasioni per dire cose “non gradite” che, comunque, hanno un senso: la prima è quella frase che recita: “L’America non vuole la libertà dei popoli, vuole sottomettere il mondo”: e qui, salvo vedere come si comporterà Obama, non possiamo opporre alcuna obiezione. Ha poi detto una frase che ha colpito ancora di più ed è quella in cui afferma che “non c’è differenza tra gli attacchi americani contro la Libia del 1986 e il terrorismo di Osama Bin Laden”; anche in questo caso, specie se ci ricordiamo che in quei bombardamenti venne uccisa la moglie di Gheddafi e ferita gravemente la figlia, ci vediamo costretti a perdonare l’ardito accostamento, che se proponibile nella forma non lo è nella sostanza.
Ma la frase più interessante è forse quella che ricorda come “l’Iraq era una fortezza contro il terrorismo; con Saddam Hussein Al Qaida non poteva entrare; ora, grazie agli USA, l’Iraq è un’arena aperta e Al Qaida ringrazia”; in sostanza aumenta di una nuova sfaccettatura la vasta gamma di sciocchezze commesse da Bush in occasione della improvvida guerra contro l’Iraq, nella quale sono stati trascinati tanti altri Paesi e molti di loro sono ancora invischiati nella guerriglia che è in atto.
Possiamo quindi affermare che Gheddafi è diventato improvvisamente saggio e riesce a non dire più corbellerie? Forse l’età che passa è un grande antidoto alle sciocchezze ed anche le cariche che sta assumendo nel variegato mondo arabo sono un freno alla lingua del leader libico; fatto sta che nelle dichiarazioni pubbliche rese durante la sua visita, non ci trovo niente di scandaloso: diciamo che si è comportato da leader dei paesi arabi minori e da quella carica ha bacchettato i paesi occidentali maggiori.
Per concludere, voglio ricordare una ulteriore dichiarazione che ha fatto discutere i commentatori occidentali; Gheddafi, dopo avere “condannato pienamente Al Qaida”, ha ribadito che non è sufficiente condannare, ma dobbiamo anche ragionare sui motivi di certe atrocità (le Torri Gemelle?); perché dobbiamo rispondere con altre atrocità? Se non accettiamo di dialogare con i terroristi mettiamo in atto una politica sterile; dobbiamo dialogare anche con il diavolo se questo può portare ad una soluzione”.
Mi dispiace perché il personaggio mi è antipatico “a pelle”, ma non riesco a dargli pienamente torto in queste sue affermazioni; ed i continui ritardi alle manifestazioni istituzionali, mi sono sembrate ripicche di un “colonizzato” verso gli “ex colonizzatori” e quindi…ci vuole un po’ di pazienza.

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