martedì, giugno 09, 2009
ELEZIONI
Non lo vorrei fare, perché l’argomento non m’intriga più di tanto, ma purtroppo non posso esimermi dal trattare dell’evento che ci ha tenuti occupati tra il sabato pomeriggio e la domenica sera scorsi: le elezioni, europee e in molti enti locali
Parliamo prima delle europee: rispetto le previsioni – fantascientifiche – il partito di Berlusconi non ha raggiunto le aspettative, fermandosi al 35.3% con 29 seggi, ma se guardiamo le precedenti elezioni, riscontriamo un aumento del 2.8% e 1 seggio rispetto alle europee del 2004 e un lieve calo (-2.1% rispetto alle politiche del 2008); il motivo, a mio modo di vedere, risiede in due fattori: il primo è la forte astensione verificatasi ed il secondo è l’atteggiamento tenuto da Fini nei due mesi precedenti le elezioni, durante i quali si è svincolato dalle maglie del centro destra per costruirsi una sua personale figura di “garante delle istituzioni” che potrà spendere nelle prossime elezioni presidenziali.
Il PD ha raggiunto il 26.1% con 21 seggi, facendo registrare un calo del 5% e di 3 seggi rispetto alle precedenti europee ed una stessa diminuzione rispetto alle politiche.
I trionfatori della tornata europea si chiamano Lega, 10,2% (9 seggi) con un incremento del 5% (4 seggi) sulle precedenti elezioni e dell’1,5% sulle politiche, e l’IdV – Di Pietro che fa registrare un 8% (7 seggi), quadruplicando il risultato delle precedenti europee e raddoppiando quello delle politiche.
Per gli altri: buon risultato – ma niente di eclatante – per l’UDC di Casini, mentre tutte le altre liste sono state spazzate via dallo sbarramento al 4%.
Nelle amministrative si è registrata una marcata avanzata del PdL che è riuscito ad ottenere 26 Province contro le 14 del PD e 9 Comuni capoluogo contro i 6 del PD; il risultato piè eclatante è stato comunque quello di “portare al ballottaggio” due Comuni tipicamente rossi come Firenze e Bologna; nel primo il candidato del PD, Matteo Renzi, ha fatto una dichiarazione che fotografa bene la situazione, stante che era sicuro di vincere al primo turno: “una batosta, ma ora non faremo accordi”.
Possiamo cercare qualche “costante” e portarla a livello di conclusione? Proviamoci, tenendo presente che la prima è la considerazione che i gossip, le veline, le foto e via discorrendo non hanno inciso – come avevo largamente previsto – nell’andamento elettorale di Berlusconi: quelli scandalizzati dai suoi atteggiamenti sono pareggiati da quelli che invece “lo invidiano”; la seconda considerazione è che la vittoria della Lega conferma una realtà ormai acclarata: la gente comune, quella che vota e che tira la cinghia, ha paura di quello che succede nelle strade e quindi è indotta a premiare tutti quelli che parlano di “sicurezza” anche in termini brutali tipo “fuori tutti i clandestini” ed altri slogan similari; in tale contesto le brusche frenate di Fini ai programmi della Lega, hanno portato voti a questi ultimi e ne hanno tolti qualcuno a Berlusconi.
Un’altra considerazione è quella che rileviamo dal confronto dei voti delle due coalizioni in Parlamento: il Governo ha raccolto –0,2% e l’opposizione -2.6% che poi sono rappresentati dal plafond del 2.4% che la Lista Pannella/Bonino porta in Parlamento e che non è presente invece in Europa; quindi anche qui -0,2%: entrambi i dati sono assolutamente insignificanti, specie a causa dell’astensione.
A livello di Parlamento Europeo, c’è solo da notare che il PPE (centro-destra) ha preso 25 seggi in più, mentre il Pse (socialisti) ne hanno 56 in meno; passo avanti preoccupante dei partiti nazionalisti e xenofobi che, peraltro, erano già presenti a Bruxelles; non sarà facile decidere qualcosa? Ma tanto basta stare alla greppia!!
Parliamo prima delle europee: rispetto le previsioni – fantascientifiche – il partito di Berlusconi non ha raggiunto le aspettative, fermandosi al 35.3% con 29 seggi, ma se guardiamo le precedenti elezioni, riscontriamo un aumento del 2.8% e 1 seggio rispetto alle europee del 2004 e un lieve calo (-2.1% rispetto alle politiche del 2008); il motivo, a mio modo di vedere, risiede in due fattori: il primo è la forte astensione verificatasi ed il secondo è l’atteggiamento tenuto da Fini nei due mesi precedenti le elezioni, durante i quali si è svincolato dalle maglie del centro destra per costruirsi una sua personale figura di “garante delle istituzioni” che potrà spendere nelle prossime elezioni presidenziali.
Il PD ha raggiunto il 26.1% con 21 seggi, facendo registrare un calo del 5% e di 3 seggi rispetto alle precedenti europee ed una stessa diminuzione rispetto alle politiche.
I trionfatori della tornata europea si chiamano Lega, 10,2% (9 seggi) con un incremento del 5% (4 seggi) sulle precedenti elezioni e dell’1,5% sulle politiche, e l’IdV – Di Pietro che fa registrare un 8% (7 seggi), quadruplicando il risultato delle precedenti europee e raddoppiando quello delle politiche.
Per gli altri: buon risultato – ma niente di eclatante – per l’UDC di Casini, mentre tutte le altre liste sono state spazzate via dallo sbarramento al 4%.
Nelle amministrative si è registrata una marcata avanzata del PdL che è riuscito ad ottenere 26 Province contro le 14 del PD e 9 Comuni capoluogo contro i 6 del PD; il risultato piè eclatante è stato comunque quello di “portare al ballottaggio” due Comuni tipicamente rossi come Firenze e Bologna; nel primo il candidato del PD, Matteo Renzi, ha fatto una dichiarazione che fotografa bene la situazione, stante che era sicuro di vincere al primo turno: “una batosta, ma ora non faremo accordi”.
Possiamo cercare qualche “costante” e portarla a livello di conclusione? Proviamoci, tenendo presente che la prima è la considerazione che i gossip, le veline, le foto e via discorrendo non hanno inciso – come avevo largamente previsto – nell’andamento elettorale di Berlusconi: quelli scandalizzati dai suoi atteggiamenti sono pareggiati da quelli che invece “lo invidiano”; la seconda considerazione è che la vittoria della Lega conferma una realtà ormai acclarata: la gente comune, quella che vota e che tira la cinghia, ha paura di quello che succede nelle strade e quindi è indotta a premiare tutti quelli che parlano di “sicurezza” anche in termini brutali tipo “fuori tutti i clandestini” ed altri slogan similari; in tale contesto le brusche frenate di Fini ai programmi della Lega, hanno portato voti a questi ultimi e ne hanno tolti qualcuno a Berlusconi.
Un’altra considerazione è quella che rileviamo dal confronto dei voti delle due coalizioni in Parlamento: il Governo ha raccolto –0,2% e l’opposizione -2.6% che poi sono rappresentati dal plafond del 2.4% che la Lista Pannella/Bonino porta in Parlamento e che non è presente invece in Europa; quindi anche qui -0,2%: entrambi i dati sono assolutamente insignificanti, specie a causa dell’astensione.
A livello di Parlamento Europeo, c’è solo da notare che il PPE (centro-destra) ha preso 25 seggi in più, mentre il Pse (socialisti) ne hanno 56 in meno; passo avanti preoccupante dei partiti nazionalisti e xenofobi che, peraltro, erano già presenti a Bruxelles; non sarà facile decidere qualcosa? Ma tanto basta stare alla greppia!!