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venerdì, maggio 08, 2009

ZIBALDONE N.5/2009 

Tre argomenti riporto in questo zibaldone primaverile, con la speranza che suscitino l’interesse dei miei amici lettori come hanno suscitato il mio.
IL PRIMO argomento si riferisce ad una frase che vi riporto integralmente e dopo se ne parla: “è uno scandalo che si parli di scandalo; veder ferire gli organismi che hanno offerto la loro opera con tanto disinteresse mi intristisce; mi chiedo in che razza di Paese viviamo!”.
Domandina facile, facile: chi è l’uomo di governo che ha pronunciato questa frase? Risposta altrettanto facile: Berlusconi, in occasione delle polemiche suscitate dalla trasmissione di Santoro “Annozero”, in relazione a vere o presunte carenze nell’organizzazione degli aiuti ai terremotati d’Abruzzo.
Sbagliato! La frase è stata pronunciata da Massimo D’Alema – allora Presidente del Consiglio – in relazione alle polemiche sulla missione “Arcobaleno” che sfociarono in provvedimenti della magistratura circa presunti episodi di appropriazione indebita; l’anno è il 1999 e la missione era diretta in Albania. Qualcuno ricorda??
IL SECONDO argomento riguarda un braccio di ferro tra Sarkozy e Obama sull’ingresso della Turchia nell’Europa: il primo è nettamente contrario e cerca di tirare dalla sua parte più paesi possibili, il secondo – pur non entrandoci niente con l’Europa – muove le proprie pedine per fare in modo che quel paese venga accolto nella U.E.
Mentre il Presidente francese valuta attentamente l’opportunità di immettere nella comunità europea una nazione che ha un governo islamico ed un Presidente della stessa religione, il leader americano, in questo caso insieme anche alla Russia, ritiene la Turchia un paese assolutamente strategico sia per quanto riguarda eventuali transiti di aerei e truppe dirette in Medio Oriente e sia perché un “islam moderato” messo come cuneo ai confini di stati come l’Iran, l’Iraq e la Siria, potrebbe rappresentare un elemento di coalizione di altri stati della regione che abbiamo vocazione musulmana.
C’è poi da aggiungere che l’attuale Presidente Erdogan è un europeista convinto, ma forse uno schiaffo dalla nostra parte potrebbe condurlo su altri lidi a noi molto distanti.
IL TERZO argomento è più “letterario” e riguarda la progressiva sostituzione del termine “cittadino” con l’altro “consumatore”: per il primo il Devoto Oli ci dice che il suo significato è “colui che partecipa dei diritti e dei doveri sanciti dalla legge di uno Stato”, mentre il secondo recita “utilizzatore dei beni economici, in quanto inserito (e spesso confuso) nella massa cui è destinata la produzione”.
Adesso il primo termine (cittadino) inteso quale protagonista della società, suona come una espressione datata, come il gettone telefonico o la coccoina, mentre l’altro (consumatore) appare quanto mai contemporaneo e infatti ha una definizione che vale per tutti noi – quasi nessuno escluso – che veniamo invitati pressantemente dalla società ad appassionarci alla moda imperante: quella di fare acquisti che magari non ci servono, ma che ci fanno risparmiare.
Anche al momento attuale, nonostante la crisi imperante, “dobbiamo” comprare, specialmente l’inutile, soprattutto perché queste merci ci vengono vendute a pochi soldi e quindi rappresentano un affare: ma quale affare, se quella roba non mi serve? Ecco, questo passaggio il “consumatore tipo” non riesce a farlo e si trova sommerso da una serie di oggetti che non userà mai, ma che ha acquistato in un “outlet” (struttura di moda) e che gli sono stati ceduti ad un prezzo da vero affare. Ma non mi servono, continuo a dire! Vengo tacitato con un “hai fatto un affare!” e devo tacere e pagare.

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