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sabato, maggio 16, 2009

MULTIETNICO 

Il termine è chiaramente l’unione di due parole: multi che – secondo il Devoto Oli – significa “notevole quantità numerica” ed etnico che, sempre sullo stesso dizionario, appare come “caratteri che determinano l’appartenenza a una comunità nazionale o tribale”; in sostanza, il problema sul quale mi metto a riflettere, concerne l’afflusso nel nostro Paese di “migranti” dalle varie etnie del mondo, con la possibilità di instaurare uno stato multietnico.
Utilizzo alcune considerazioni dello storico Petacco, quando rilevo che il primo esempio di società multietnica è quella sorta sulle ceneri dell’Impero Romano. I nativi di Roma – caput mundi – erano alla frutta, ricchi, debosciati, fannulloni, affidavano i lavori più pesanti e quelli militari ai “migranti” di allora che venivano definiti “barbari”.
L’arrivo di questi signori non avvenea mezzo di barconi o altri mezzi di locomozione, ma semplicemente arrivavano a cavallo e con la lancia in resta, pronti ad infilare tutti quelli che gli si frapponevano.
Fattisi sempre più audaci e sempre più forti (numericamente), questi “barbari” si infiltrarono nella ormai sterile stirpe latina, la rinsanguarono e così facendo la trasformarono in una società multietnica, la cui base era formata dai migranti che erano diventati Alti Funzionari, addirittura Imperatori e via di questo passo.
La fine peggiore la fece “la cultura romana” in quanto la stessa scomparve del tutto; sparirono le scuole, gli atenei e anche le biblioteche: fu il trionfo dell’analfabetismo di ritorno e il tutto sfociò in quelli che furono chiamati “secoli bui”, durante i quali l’Europa fu dominata da una serie di imperatori “romani” per modo di dire, in quanto erano tutti di stirpe barbara e completamente analfabeti; alcuni esempi di questi signori imperatori-analfabeti, ma grandissimi personaggi? Da Odoacre a Carlo Magno.
Per vedere quando questa multietnicità potrà andare in porto, seguiamo quello che proviene da una ricerca americana che esegue alcune proiezioni: in base a questi dati, fra mezzo secolo – 2059 – la maggioranza della popolazione italiana potrebbe essere musulmana e questo in virtù degli sviluppi delle nascite che, alla stessa stregua di quanto avvenne nell’Impero Romano, sono nettamente favorevoli ai migranti in un rapporto di 2 a 10 e, all’interno di queste etnie, tre neonati su quattro sono musulmani; in alcune province del nord Italia, gli scolari italiani sono già in minoranza.
Gheddafi, il grande amico di Berlusconi, in una intervista di qualche anno fa, ebbe a dire “non c’è bisogno di combattere per conquistare l’Europa; Allah ci darà la vittoria con il ventre delle nostre donne”.
E vediamo allora come sta andando questa guerra atipica: la Germania, la Francia, il Belgio e la Danimarca si apprestano a diventare delle repubbliche islamiche attorno al 2050 (grosso modo quando noi), mentre la Gran Bretagna lo diventerà qualche anno dopo. In Russia un abitante su cinque è musulmano e il suo esercito è composto al 40% da musulmani; negli Stati Uniti, gli attuali 9 milioni di islamici diventeranno 50 milioni nel giro di trenta anni.
È probabile quindi che sulla multietnicità la battaglia sia perduta a medio termine; il ripiegamento dell’occidente potrebbe avvenire sulla multi-culturalità, quel senso di appartenenza che è fatto di lingua, idee, tradizioni e costumi.
Consentitemi di chiudere con una battuta: la più grande migrazione della storia si è avuta quando Colombo scoprì l’America, ma in quel caso i migranti che vi si trasferirono erano più colti dei nativi ed imposero la propria cultura.

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