<$BlogRSDUrl$>

giovedì, maggio 21, 2009

MAGISTRATI ELETTI DAL POPOLO ? 

Come corollario all’ennesima bufera sulla magistratura, è uscita un’idea che – per la verità – non ricordo di aver mai incontrato sul mio cammino di lettore di giornali: quella di fare eleggere i magistrati direttamente dal popolo.
Ho già detto varie volte che i giudici emettono le loro sentenze “in nome del popolo italiano” e quindi l’idea che sia lo stesso popolo ad eleggerli è quanto meno “stuzzicante”; poi c’è la suggestione ingenerata da tanti film americani, laddove di assiste a problematiche che sorgono sul candidato alla carica di giudice.
Nei film che abbiamo visto, specie quelli “di una volta” le cose andavano sempre per il verso giusto ed anzi, se avveniva la minima ingerenza di qualche “potente” del luogo, ci pensava l’immancabile eroe buono e puro a mettere a posto le cose.
Sempre nella cinematografia americana, il partito politico che appoggia una candidatura non esiste (ovviamente sullo schermo) e sembra che questo signore si svegli una mattina e, subito dopo essersi rasato, si lanci nella campagna elettorale per essere eletto giudice della Contea di X; in realtà, magari meno che da noi, ma anche negli Stati Uniti i partiti mettono il becco in varie cose, specialmente a livello locale e quindi c’è da ritenere che si occupino anche di queste elezioni.
Ma vediamo come potrebbe andare in Italia; anzitutto all’elezione di questo giudice parteciperebbero una diecina di partiti che poi si coalizzerebbero in due o tre schieramenti e uno di questi avrebbe la vittoria e farebbe eleggere il proprio candidato.
Quindi, in sostanza, si avrebbe il magistrato eletto dal Pdl, quello eletto dal PD, quello della Lega e via di questo passo; insomma – a prescindere da come si comporterà nel suo incarico – un giudice avrà sempre appiccicata addosso l’etichetta del partito che lo ha fatto eleggere e questa ne condizionerà il comportamento, sia in sede di stesura della sentenza ma anche nella fase dibattimentale.
Qualcuno mi obbietterà che anche con il sistema in uso adesso in Italia abbiamo giudici e PM schierati politicamente, ma questo non è “ufficiale”, perché viene data per scontata l’imparzialità del magistrato, anche se tale non è.
Però, mi si dice: almeno in America sappiamo cosa aspettarci da un magistrato eletto dai repubblicani, mentre in Italia questo atteggiamento di parzialità lo veniamo a scoprire solo a sentenza emessa; non mi sembra che anche qui le differenze siano molte, in quanto dopo la prima sentenza, anche il nostro magistrato viene etichettato e sarà ben difficile che riesca a togliersi di dosso questa forma di appartenenza politica.
E mi pare chiaro che “l’uomo – giudice” si troverebbe in grosso imbarazzo a giudicare un proprio omologo di partito, ed anche un avversario politico; invece, così come avviene adesso, la simpatia politica è soltanto “sussurrata” e quindi anche l’imbarazzo ce l’avrà chi vuole avercelo.
Comunque sia, il grosso problema della magistratura è che l’indipendenza del giudice sconfina quasi sempre nell’abuso di questa prerogativa che diventa quasi sempre un esercizio di “potere assoluto”; ma per ovviare a questo occorrerebbero delle strutture dirigenziali intermedie (cioè di non altissimi livelli) che controllassero l’operato del magistrato con lo scopo di non farlo arrivare ad una sorta di “abuso di potere”.
E poi, ricordiamoci, che una giustizia che arriva con molto ritardo è comunque “giustizia denegata”, sia che condanni e sia che assolva e quindi i carichi di lavoro dei singoli magistrati dovrebbero essere rivisti dai loro superiori, per cercare di ovviare il più possibile a questo problema.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?