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venerdì, maggio 29, 2009

MA CHE SUCCEDE IN COREA? 

Un’esplosione sotterranea della potenza di 20 kilotoni – di gran lunga più potente della bomba di Hiroshima – avvenuta nel nord del Paese ha provocato un terremoto con magnitudo 4.5 della scala Richter e subito dopo un lancio di tre missili a corto raggio: è questa l’ultima trovata del feroce dittatore coreano Kim Jong Il.
Per la verità la Corea del Nord – non nuova a queste manifestazioni di potenza – aveva lanciato un razzo intercontinentale nell’aprile 2009, affermando che si trattava di un satellite per le comunicazioni, ma adesso la situazione appare più pericolosa.
Dobbiamo dire con chiarezza che la Corea del Nord è in preda ad una gravissima crisi alimentare e che è ad un passo dalla carestia; l’occidente – e in particolare la Corea del Sud – hanno sempre subordinato gli aiuti ad una cessazione del programma nucleare del Paese e questo è stato, probabilmente, la cosa che ha fatto infuriare il “caro leader” (così chiamano Kim i suoi compatrioti).
C’è un classico ragionamento politico che afferma come in assenza di mezzi per far campare decentemente le persone, bisogna utilizzare quelle poche risorse disponibili per acquistare o costruire nuovi armamenti: Kim lo ha fatto!!
Insomma, atomiche e missili sono visti come risultati molto più prestigiosi del semplice e banale “benessere” della popolazione; volete mettere la maggiore goduria che coglie il dittatore del momento quando si affaccia al balcone del suo palazzo e annuncia di avere a disposizione una bomba atomica che potrà spazzare via qualsiasi nemico; In questo caso la gente è plaudente, se invece si limita ad annunciare che verrà fatto ogni sforzo per costruire qualche asilo in più, le ovazioni saranno molto più tiepide.
C’è poi il piccolo – ma non trascurabile – problema che se annunci di avere realizzato la bomba atomica, devi anche dimostrarlo, cioè farne scoppiare una, per il momento nel sottosuolo, ma annunciando che la prossima volta…..
Insomma, questa è la situazione di uno stato come la Corea del Nord, proveniente dalla divisione della Corea in Nord e Sud, che – a differenza della vicina Corea del Sud che sembra navigare nell’oro (ricordate, ha anche organizzato le Olimpiadi), non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena – come si dice dalle mie parti – e per mantenere il potere, il caro Kim cerca di infiammare i cuori dei propri “sudditi”, dato che non sa come fare s sfamarli.
Ma il dittatore non si è limitato a “infiammare” i suoi, ha anche fatto delle dichiarazioni estremamente bellicose e minacciose: “non ci sentiamo più vincolati dall’armistizio del 1953” ha detto a proposito dei vicini della Corea del Sud, il che significa che potrebbe inviare uno dei suoi missili a corto raggio armato di testata nucleare verso Seul; ed un altro – il Taepodong-2 a tre stadi – potrebbe colpire addirittura l’Alaska.
Così come avvenne in occasione dell’annosa guerra sfociata nell’armistizio del ’53 e che ha condotto il paese a dividersi in due stati sovrani, il pallino della vicenda è in mano alla Cina, unico Paese che possa parlare chiaramente con Kim e dissuaderlo dal commettere sciocchezze; mentre la comunità internazionale cerca di produrre – tramite l’ONU – una risoluzione di condanna, contenente anche delle sanzioni, la Cina, pur non schierandosi con Kim, cerca di far slittare il più a lungo possibile la realizzazione di una nuova risoluzione; al Palazzo di Vetro la parola d’ordine sembra essere “occorre ancora del tempo”, perché una qualunque presa di posizione dell’occidente che non veda schierata anche la Cina porterebbe come minimo ad un veto che sarebbe poi difficile rimuovere in futuro. La situazione non è facile ed è difficilissimo fare previsioni.

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