domenica, maggio 24, 2009
IL TRAPPOLONE DI AHMADINEJAD
La visita diplomatica del nostro Ministro degli Esteri era stata programmata con cura ed aveva lo scopo di “impegnare” gli iraniani nella soluzione della guerriglia in Iraq e in Afghanistan; in entrambi i teatri, la presenza iraniana è palpabile ed il fatto che questi paesi abbiano frontiere comuni con l’Iran, permette il transito di uomini, mezzi e, soprattutto, di armi; questo era l’oggetto in discussione ma il Ahmadinejad aveva ben altre idee in testa.
Anzitutto ha fatto grandissima propaganda al lancio del nuovo missile intercontinentale Sejil-2 a combustibile solido, in grado di lanciare ordigni (anche nucleari??) su Israele ma anche su tutte le nazioni dell’area del Golfo e giungere fino ai paesi dell’Europa meridionale (Grecia, Turchia), quindi a un palmo da casa nostra.
Ma dove sta il “trappolone” che cito nel titolo? Semplice: il lancio del suddetto missile è avvenuto dalla base di Semnan, la città che ospita la più importante base missilistica e la visita di Frattini dove sarebbe dovuta avvenire? Ancora più semplice: nella stessa Semnan in modo che l’evento diplomatico avrebbe dato lustro e importanza internazionale al successo missilistico.
Il nostro Ministro degli Esteri ci deve avere pensato bene, magari si sarà anche consultato con i colleghi dell’Europa e degli Stati Uniti e, infine, ha deciso di “rinviare” (badate bene: non annullare) la visita ufficiale in Iran, sfuggendo così ad una sorta di abbraccio mortale che il furbo Ras di Teheran gli stava preparando.
Sull’intera vicenda mi sento di fare alcune modeste considerazioni: la prima è che l’atteggiamento di Ahmadinejad va visto anche alla luce delle imminenti elezioni in Iran, dove egli è in contrapposizione a Mohsen Rezai, sostenuto dalle lobbies economiche ed a Mir Hossein Moussavi, concorrente “riformista”; pertanto la sua ricerca di compiacere il più possibile i suoi sostenitori – i “pasdaran” e la parte più estremista del regime – è comprensibile e quindi alcune sue mosse vanno viste in questa ottica,
Per queste “punture di spillo” rivolte all’occidente, guarda caso è stato scelto Frattini (cioè l’Italia) come destinatario, mentre l’apertura nei confronti di Obama continua ad andare avanti, sia pure a piccolissimi passi; siamo forse considerati più “accessibili”?
Il Presidente USA, dal canto suo, ha ricevuto dai suoi esperti alcuni dati sull’impegno dell’Iran “a favore” del terrorismo: nel 2008 ha fornito più di 200milioni di dollari a Herbollah, addestrandone anche circa 3000 uomini; cifre ancora più alte sono state spese per finanziare la guerriglia in Iraq e, in questi ultimi tempi, anche in Afghanistan.
È quindi logico e naturale che anche l’Italia – con la propria diplomazia e d’intesa con gli Stati Uniti – s’impegni a ricercare qualche soluzione d’intesa con l’Iran, ma credo che questo possa avvenire solo ad elezioni concluse, perché prima di tale evento molte cose vengono fatte per puro spirito elettoralistico.
Però, nella stampa occidentale si comincia a far passare una parola che finora non era stata usata: guerra; e c’è addirittura chi si prepara a questo evento catastrofico che dovrebbe avvenire entro l’anno.
Sapere che il raggio di azione della potenza iraniana è stato portato a 2000 chilometri, non è certo un tranquillante ed anzi, ci sono alcuni osservatori che giurano che Israele lancerà un suo attacco preventivo, un minuto prima che lo faccia l’Iran; che cosa succederà dopo è difficile da dirsi, anche se nessuno può avanzare l’ipotesi che questi missili di ultima generazione possano essere armati con testate nucleari.
Staremo a vedere, ma ho paura che si avrà un autunno caldo in Medio Oriente.
Anzitutto ha fatto grandissima propaganda al lancio del nuovo missile intercontinentale Sejil-2 a combustibile solido, in grado di lanciare ordigni (anche nucleari??) su Israele ma anche su tutte le nazioni dell’area del Golfo e giungere fino ai paesi dell’Europa meridionale (Grecia, Turchia), quindi a un palmo da casa nostra.
Ma dove sta il “trappolone” che cito nel titolo? Semplice: il lancio del suddetto missile è avvenuto dalla base di Semnan, la città che ospita la più importante base missilistica e la visita di Frattini dove sarebbe dovuta avvenire? Ancora più semplice: nella stessa Semnan in modo che l’evento diplomatico avrebbe dato lustro e importanza internazionale al successo missilistico.
Il nostro Ministro degli Esteri ci deve avere pensato bene, magari si sarà anche consultato con i colleghi dell’Europa e degli Stati Uniti e, infine, ha deciso di “rinviare” (badate bene: non annullare) la visita ufficiale in Iran, sfuggendo così ad una sorta di abbraccio mortale che il furbo Ras di Teheran gli stava preparando.
Sull’intera vicenda mi sento di fare alcune modeste considerazioni: la prima è che l’atteggiamento di Ahmadinejad va visto anche alla luce delle imminenti elezioni in Iran, dove egli è in contrapposizione a Mohsen Rezai, sostenuto dalle lobbies economiche ed a Mir Hossein Moussavi, concorrente “riformista”; pertanto la sua ricerca di compiacere il più possibile i suoi sostenitori – i “pasdaran” e la parte più estremista del regime – è comprensibile e quindi alcune sue mosse vanno viste in questa ottica,
Per queste “punture di spillo” rivolte all’occidente, guarda caso è stato scelto Frattini (cioè l’Italia) come destinatario, mentre l’apertura nei confronti di Obama continua ad andare avanti, sia pure a piccolissimi passi; siamo forse considerati più “accessibili”?
Il Presidente USA, dal canto suo, ha ricevuto dai suoi esperti alcuni dati sull’impegno dell’Iran “a favore” del terrorismo: nel 2008 ha fornito più di 200milioni di dollari a Herbollah, addestrandone anche circa 3000 uomini; cifre ancora più alte sono state spese per finanziare la guerriglia in Iraq e, in questi ultimi tempi, anche in Afghanistan.
È quindi logico e naturale che anche l’Italia – con la propria diplomazia e d’intesa con gli Stati Uniti – s’impegni a ricercare qualche soluzione d’intesa con l’Iran, ma credo che questo possa avvenire solo ad elezioni concluse, perché prima di tale evento molte cose vengono fatte per puro spirito elettoralistico.
Però, nella stampa occidentale si comincia a far passare una parola che finora non era stata usata: guerra; e c’è addirittura chi si prepara a questo evento catastrofico che dovrebbe avvenire entro l’anno.
Sapere che il raggio di azione della potenza iraniana è stato portato a 2000 chilometri, non è certo un tranquillante ed anzi, ci sono alcuni osservatori che giurano che Israele lancerà un suo attacco preventivo, un minuto prima che lo faccia l’Iran; che cosa succederà dopo è difficile da dirsi, anche se nessuno può avanzare l’ipotesi che questi missili di ultima generazione possano essere armati con testate nucleari.
Staremo a vedere, ma ho paura che si avrà un autunno caldo in Medio Oriente.