giovedì, aprile 09, 2009
STORIE DI PENSIONATI
I pensionati di cui parlo in questo mio post sono – come dire – un po’ speciali, sono gente che, seguendo le indicazioni del Presidente Berlusconi, quando sono rimasti senza lavoro “si sono dati daffare” e con grande successo, a vedere i risultati conseguiti e i soldi che stanno incassando.
Sto parlando dei politici ad alto livello, di premier o di vice premier, che ad un certo momento della loro vita si sono visti scaraventati fuori dall’agone e che, anziché attendere l’occasione per rientrare, si sono diretti verso altri campi operativi.
Il primo esempio che mi viene in mente è quello di Winston Churhill, il quale dopo aver contribuito da par suo alla vittoria sui nazi-fascisti, perse le prime elezioni del dopoguerra e il grande statista – anziché stare a rimuginare sull’ingratitudine degli inglesi – si mise a scrivere “La storia della seconda guerra mondiale”, libro che gli frutto il Nobel per la letteratura e anche tanti bei soldini.
Un altro che è stato scaraventato fuori di forza è stato Gorbaciov, ed anche lui si è messo in giro per il mondo a raccontare le sue esperienze: ovviamente a pagamento!
Ma veniamo ai nostri giorni ed alla classifica dei guadagni che un quotidiano ha pubblicato: Tony Blair ha incassato, per due conferenze, di complessivi 60 minuti, tenute all’Università di Manila, la ragguardevole somma di 440mila euro, che rapportata al tempo, significa circa 7.000 euro al minuto: non male, proprio non male!
Fino a qualche anno fa, simili exploit erano appannaggio di Bill Clinton che riusciva a incassare fino a 200mila euro a conferenza; adesso, sarà l’apparizione della moglie, sarà la crisi, fatto sta che il suo cachet è di 112mila euro ad esibizione; contentiamoci!
Il suo vice – Al Gore – è naturalmente una spanna sotto: il sostenitore dell’ambientalismo riesce a farsi pagare 75mila euro per ogni suo intervento che, a casa mia, è proprio un bel prendere, soprattutto perché in tali apparizioni si parla soltanto di come salvare il pianeta, cioè l’unica cosa che conosce.
In Germania c’era una coppia di grandi politici – Khol e Schroeder – entrambi usciti in malo modo dalla politica: il primo venne preso con le mani nel vasetto della marmellata per un piccolo finanziamento illecito e non è più riapparso in scena, il secondo invece, prima di cedere lo scettro alla Merkel, riuscì a firmare un accordo con la Russia di Putin per la costruzione di un gasdotto sul Baltico; ovviamente chi meglio di lui poteva dirigere la realizzazione della mastodontica opera? Ovviamente, per la modica somma di 250mila euro l’anno; bel colpo!!
Torniamo un momento a Blair e sottolineiamo che le entrato da conferenze non sono le uniche fonti di sopravvivenza: infatti l’ex premier britannico, percepisce 2 milioni e 200mila euro l’anno per “consulenze” alla Jp Morgan Chase ed altri 550mila con analoga motivazione, questa volta a beneficio della Zurich Financial Service; a tutto questo si deve aggiungere l’anticipo di 5 milioni ricevuto dal suo editore per le “memorie” che sta scrivendo. Non c’è che dire, è proprio un bel partito!
E i nostri? No, qui da noi non ci sono queste usanze, i nostri politici “in pensione” non sono richiesti né in Italia e tanto meno all’estero, per questo rimangono attaccati alla poltrona finché gli resta un briciolo di fiato; possiamo dire che anche quando gli va male, sperano che alla prossima tornata il vento cambi e se non è alla prima si riprova alla seconda e così via nei tentativi: tanto la pensione “decorosa” c’è già!!
L’unica eccezione mi sembra essere Romano Prodi che, quando non fa il nonno, si barcamena tra incarichi UE e ONU: non moltissimi soldi, ma belle soddisfazioni!
Sto parlando dei politici ad alto livello, di premier o di vice premier, che ad un certo momento della loro vita si sono visti scaraventati fuori dall’agone e che, anziché attendere l’occasione per rientrare, si sono diretti verso altri campi operativi.
Il primo esempio che mi viene in mente è quello di Winston Churhill, il quale dopo aver contribuito da par suo alla vittoria sui nazi-fascisti, perse le prime elezioni del dopoguerra e il grande statista – anziché stare a rimuginare sull’ingratitudine degli inglesi – si mise a scrivere “La storia della seconda guerra mondiale”, libro che gli frutto il Nobel per la letteratura e anche tanti bei soldini.
Un altro che è stato scaraventato fuori di forza è stato Gorbaciov, ed anche lui si è messo in giro per il mondo a raccontare le sue esperienze: ovviamente a pagamento!
Ma veniamo ai nostri giorni ed alla classifica dei guadagni che un quotidiano ha pubblicato: Tony Blair ha incassato, per due conferenze, di complessivi 60 minuti, tenute all’Università di Manila, la ragguardevole somma di 440mila euro, che rapportata al tempo, significa circa 7.000 euro al minuto: non male, proprio non male!
Fino a qualche anno fa, simili exploit erano appannaggio di Bill Clinton che riusciva a incassare fino a 200mila euro a conferenza; adesso, sarà l’apparizione della moglie, sarà la crisi, fatto sta che il suo cachet è di 112mila euro ad esibizione; contentiamoci!
Il suo vice – Al Gore – è naturalmente una spanna sotto: il sostenitore dell’ambientalismo riesce a farsi pagare 75mila euro per ogni suo intervento che, a casa mia, è proprio un bel prendere, soprattutto perché in tali apparizioni si parla soltanto di come salvare il pianeta, cioè l’unica cosa che conosce.
In Germania c’era una coppia di grandi politici – Khol e Schroeder – entrambi usciti in malo modo dalla politica: il primo venne preso con le mani nel vasetto della marmellata per un piccolo finanziamento illecito e non è più riapparso in scena, il secondo invece, prima di cedere lo scettro alla Merkel, riuscì a firmare un accordo con la Russia di Putin per la costruzione di un gasdotto sul Baltico; ovviamente chi meglio di lui poteva dirigere la realizzazione della mastodontica opera? Ovviamente, per la modica somma di 250mila euro l’anno; bel colpo!!
Torniamo un momento a Blair e sottolineiamo che le entrato da conferenze non sono le uniche fonti di sopravvivenza: infatti l’ex premier britannico, percepisce 2 milioni e 200mila euro l’anno per “consulenze” alla Jp Morgan Chase ed altri 550mila con analoga motivazione, questa volta a beneficio della Zurich Financial Service; a tutto questo si deve aggiungere l’anticipo di 5 milioni ricevuto dal suo editore per le “memorie” che sta scrivendo. Non c’è che dire, è proprio un bel partito!
E i nostri? No, qui da noi non ci sono queste usanze, i nostri politici “in pensione” non sono richiesti né in Italia e tanto meno all’estero, per questo rimangono attaccati alla poltrona finché gli resta un briciolo di fiato; possiamo dire che anche quando gli va male, sperano che alla prossima tornata il vento cambi e se non è alla prima si riprova alla seconda e così via nei tentativi: tanto la pensione “decorosa” c’è già!!
L’unica eccezione mi sembra essere Romano Prodi che, quando non fa il nonno, si barcamena tra incarichi UE e ONU: non moltissimi soldi, ma belle soddisfazioni!