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martedì, aprile 14, 2009

SONO TORNATI DI MODA I PIRATI 

Qualche mese fa ebbi occasione di interessarmi dei “pirati della Somalia” e feci un post nel quale ricercavo le motivazioni – economiche, di miseria, ed altro – che muovevano questi predoni ad affrontare le navi mercantili, ma anche qualche nave militare, per fare soldi; sembra che questi proventi finiscano in attività a favore della povera gente somala e da lì deriva l’aiuto che la popolazione della costa del Golfo di Aden fornisce ai corsari.
Ma per quale motivo i pirati sono tornati di moda sui mass media nazionali, tanto che in alcuni casi hanno soppiantato addirittura il terremoto abruzzese nelle prime pagine dei quotidiani? Semplice, perché i corsari si sono azzardati ad abbordare una nave americana e anche una battente bandiera italiana.
Nel primo caso, unico errore dei pirati, il comandante – preso in ostaggio dai pirati – è stato liberato da un blitz delle teste di cuoio americane e, nella stessa azione sono stati uccisi anche tre banditi, mentre nel secondo, la nave italiana sembra ancora in mano ai predoni che chiedono un forte riscatto: l’armatore, di Ravenna, si dichiara disposto a tutto pur di salvare le vite degli uomini d’equipaggio; staremo a vedere come si evolverà la vicenda.
Come liberarsi da questa piaga della marineria mercantile? Come ho già avuto modo di dire, questa situazione discende da tutte le altre “predazioni” che gli occidentali hanno perpetrato nel corso dei secoli a danno delle popolazioni somale ed eritree; le spoliazioni sono state così devastanti che qualcuno ha provato a ribellarsi, ma sulla terra ferma non c’è stato modo di operare ed allora si sono spostati in mare aperto, dove hanno inventato questa forma di arrembaggio con l’uso di barchini maneggevoli e velocissimi; adesso, visto che gli attacchi nei pressi della costa diventavano sempre più difficili, si sono attrezzati con delle “navi-madre” che portano fino a 10 lance fuoribordo (i famosi barchini) e così gli attacchi possono essere messi in opera anche a qualche centinaia di miglia dalla costa, dove il controllo e la protezione della marina da guerra è più difficoltoso. E possiamo aggiungere che gli attacchi a queste navi-madre è reso difficile in quanto non contemplati dal codice internazionale: infatti finché non c’è stato il reato non gli si può imputare niente.
E allora? Allora il problema deve essere risolto a terra, dove i pirati costruiscono le loro basi con i fondi delle azioni piratesche e dove soprattutto il governo somalo è inesistente; in quelle aree bisogna che l’occidente volti pagina e, anziché rubare, sia disponibile per una ricostruzione sociale nella quale emerga la sostanziale onestà di quel popolo che appoggia i pirati soltanto per necessità.
In queste operazioni di ripulitura del territorio dai predoni, il governo somalo dovrebbe essere supportato dagli aiuti tecnologici dell’occidente in modo da far trionfare le forze legittime del paese; certo che se continuiamo a pagare tranquillamente i riscatti chiesti – che poi non sono affatto esosi – la pirateria diventerà sempre più forte e di conseguenza sarà più difficile sradicarla dal territorio.
Non ci dimentichiamo che questi pirato appaiono agli occhi dei loro concittadini degli autentici eroi – e forse lo sono davvero, come lo era il pirata Morgan – e quindi tutta la popolazione è pronta ad aiutarli nelle loro basi a terra; lo slogan che lanciano alla gente è semplice e accattivante: “togliamo dei soldi a chi ne ha tanti e li usiamo per stare un po’ meglio”; ditemi voi cosa c’è di sbagliato in questo concetto, o meglio ancora guardatevi dentro e scoprite se non lo gridereste anche voi!!

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