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venerdì, aprile 24, 2009

DUE CHIACCHIERE SULLA CRISI 

Purtroppo in questo mio post dovrò usare molte cifre, ma è l’argomento che le chiede!
Si è cominciato nei giorni scorsi con un dato del F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale) che indica nell’iperbolica cifra di 4mila miliardi di dollari la svalutazione di tutti gli “asset” tossici (letteralmente “i beni di proprietà di banche e finanziarie che non sono buoni neppure per essere usati al gabinetto”); a questo proposito una domanda mi balza fuori violentemente: questi beni sono “pezzi di carta” che sono stati acquistati e messi in bilancio per 10 e adesso valgono zero; ma qualcuno ci ha guadagnato sopra? Per esempio quello che ha venduto a 10? Oppure si contraddice la famosa legge “niente si crea e niente si distrugge, ma tutto si trasforma”? Già perché a monte di questo sconquasso finanziario c’è senz’altro qualcosa di particolare, quel qualcosa che io tento di definire con lo slogan: “qualcuno ci ha guadagnato e tanto”!!
Per la verità questi “pezzi di carta tossici”, cioè senza valore, sono stati ripianati da Stati e Banche centrali con altri pezzi di carta senza valore, cioè dal denaro e quindi la situazione dei tossici è in parità; resta aperto il discorso di chi ci ha guadagnato e chi ci sta rimettendo: di questo, quando sapremo qualcosa??
Ma andiamo avanti con i numeri forniti sempre dallo stesso FMI e vediamo che nel 2009 il Mondo perderà l’1,3%, così suddiviso tra “i grandi”: la Russia avrà un calo del Pil del 5%, mentre l’America si fermerà al 2.8% e l’Europa al 4,2; all’interno di questa, l’Italia sarà in linea con la media continentale e segnerà un meno 4.4%.
Quindi, se ho capito bene, i beni ed i servizi che saranno prodotti nell’anno in corso faranno segnare il segno meno da tutte le parti, in qualche posto questo calo sarà più vistoso, in altri meno, ma siamo attorno ad una diminuzione della ricchezza che viene prodotta del 5% circa; da notare che questi dati non possono essere considerati come oro colato, in quanto sono peggiorativi di uno o due punti rispetto a quelli indicati nella rilevazione di sei mesi fa e quindi ci sta che le cifre a fine anno siano anche peggiori.
Un altro dato che preoccupa è quello riguardante il rapporto tra il deficit del bilancio di ogni stato ed il suo Pil: per l’Italia si parla di un 5,4% - il doppio di quello attuale che è al 2.7% - cifra sostanzialmente analoga a quella dei grandi paesi europei: Francia e Germania sono previste oltre il 6%.
Un dato allarmante lo abbiamo nel rapporto debito pubblico/Pil che da noi, al momento, è ad un 105,8%, mentre il FMI lo prevede addirittura al 115 e quindi è richiesto un equilibrio di bilancio ad evitare uno sforamento troppo avanzato; e per concludere, mettiamo nel conto una possibile crescita della disoccupazione al 10% entro fine anno.
Ovviamente questa maledetta crisi – nata, è bene ripeterlo, per situazioni “tossiche” a livello finanziarie – si è spostata sull’economia reale, creando nuovi fallimenti di aziende solo ieri floride e che improvvisamente diventano “decotte”.
Ecco, è questa repentinità che mi lascia perplesso: penso infatti che molti nostri imprenditori abbiano colto l’occasione della crisi per fare una sorta di “resa dei conti” sia con i sindacati che con le maestranze da sempre piè esagitate; insomma un salutare (per i padroni) repulisti con lo slogan “aria nuova, vita nuova”.
Se mi concedete per buona questa che è solo una mia ipotesi, vorrei lanciare anche una proposta – “indecente” come sono le mie idee – nella quale lo Stato dovrebbe fare in modo che ogni dieci operai che si ritrovano con il culo per terra, un padrone dovrebbe essere ridotto ad andare a mangiare la pastasciutta alla Caritas; se gli operai sono 20, i padroni diventano due. È una sciocchezza? Forse, ma qualcosa va fatto!!

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