venerdì, aprile 03, 2009
COME E' ANDATO IL G20 ??
Mi sembrava logico che da una riunione così pletorica non ci si potesse attendere niente di operativo e, infatti, così è stato, anche se il prossimo – con un minore numero di partecipanti: il G8 della Maddalena – si ritroverà a risolvere molti problemi lasciati in sospeso dai famosi 20.
Era cominciato con due gruppi distinti e distanti, che si fronteggiavano nel modo di affrontare il futuro della crisi: da una parte il Presidente Obama ed il Premier britannico Brown che chiedevano un impegno altissimo (in termini di soldi) anche a rischio di sforare i parametri di Maastrick, per aiutare le economie in crisi; dall’altra c’erano Sarkozy e la Merkel che erano riottosi ad aprire di nuovo il portafoglio dopo gli aiuti già stanziati e che prima volevano vederne gli effetti e chiedevano invece di aprire le ostilità verso i cosiddetti paradisi fiscali, dove si vanno a stabilire tutte le cifre truffaldine del mondo.
Il nostro Presidente Berlusconi saltabeccava da un gruppo all’altro, cercando – e poi c’è riuscito – di conciliare le richieste dei due gruppi e affinando le armi in vista del G8 della Maddalena dove si augura di congegnare le cose in modo da ottenere un grande successo personale.
Alla fine, comunque, si sono contemperati i desideri di tutti – magari solo a parole – e cioè, si sono stanziati 1100 miliardi di dollari (poco più di 900 miliardi di euro) per ridare slancio all’economia mondiale, frase che più generica di così non si poteva.
Per l’altro gruppo, coloro che volevano la guerra ai paradisi fiscali, si è pubblicata una lista di provenienza OCSE di queste nazioni, suddivisa in “neri”, “grigi” e bianchi: i primi solo soltanto quattro e cioè Costa Rica, Malaysia, Filippine e Uruguay, e a questi è stata promessa guerra dura, mentre i secondi – hanno sottoscritto accordi di rispetto degli standard fiscali ma sinora non li hanno applicati - sono molti di più (38) e comprende una lunga sfilata di Paesi che, andando per ordine alfabetico, comincia con Andorra e termina con Singapore; tra quelli più conosciuti abbiamo la Svizzera (che ha prontamente dichiarato di adeguarsi alle richieste dell’OCSE), l’Austria, il Belgio e il Lussemburgo, oltre ad una sfilata di piccoli paesi a me sconosciuti
Alcune battute circolate sulla stampa ci mostrano un Berlusconi frenetico per mettersi in evidenza; rivolto a Obama gli dice, dopo essersi congratulato per l’elezione, che “si deve tirare su le maniche per fare uscire il mondo dalla crisi, visto che questa arriva dall’America; e lui risponde che il nostro premier ha ragione e che l’importante è restare uniti per risolvere i problemi”; commento: “aria fritta da entrambi”!
C’è stata poi tutta la manfrina – sempre organizzata da Berlusconi – per fare in modo che i fotografi riprendessero insieme Obama e Medvedev; il risultato è stato raggiunto e i due, sorridenti, si stringono la mano, mentre tra loro campeggia il faccione di Berlusconi; per organizzare questa operazione Silvio ha dovuto alzare la voce per chiamare i due ospiti e di questo si è accorta la Regina che ha avuto da ridire: “suvvia, chi è che urla…?”. Maestà, lei non lo conosce ma noi si!
C’è stata poi la gaffe di Michelle Obama che ha osato “toccare” la Regina, la quale, in una foto è ritratta nel suo abito rosa salmone, accanto al brasiliano Lula e con alle spalle il Presidente indiano, quello cinese, Obama e l’immancabile Berlusconi: Elisabetta non mi è sembrata tranquilla, appariva quasi come se volesse dire “ma chi sono questi energumeni? E io cosa ci faccio in mezzo a loro?”.
Fuori intanto i manifestanti si divertivano a sfasciare qualche vetrina ma niente di più!!
Era cominciato con due gruppi distinti e distanti, che si fronteggiavano nel modo di affrontare il futuro della crisi: da una parte il Presidente Obama ed il Premier britannico Brown che chiedevano un impegno altissimo (in termini di soldi) anche a rischio di sforare i parametri di Maastrick, per aiutare le economie in crisi; dall’altra c’erano Sarkozy e la Merkel che erano riottosi ad aprire di nuovo il portafoglio dopo gli aiuti già stanziati e che prima volevano vederne gli effetti e chiedevano invece di aprire le ostilità verso i cosiddetti paradisi fiscali, dove si vanno a stabilire tutte le cifre truffaldine del mondo.
Il nostro Presidente Berlusconi saltabeccava da un gruppo all’altro, cercando – e poi c’è riuscito – di conciliare le richieste dei due gruppi e affinando le armi in vista del G8 della Maddalena dove si augura di congegnare le cose in modo da ottenere un grande successo personale.
Alla fine, comunque, si sono contemperati i desideri di tutti – magari solo a parole – e cioè, si sono stanziati 1100 miliardi di dollari (poco più di 900 miliardi di euro) per ridare slancio all’economia mondiale, frase che più generica di così non si poteva.
Per l’altro gruppo, coloro che volevano la guerra ai paradisi fiscali, si è pubblicata una lista di provenienza OCSE di queste nazioni, suddivisa in “neri”, “grigi” e bianchi: i primi solo soltanto quattro e cioè Costa Rica, Malaysia, Filippine e Uruguay, e a questi è stata promessa guerra dura, mentre i secondi – hanno sottoscritto accordi di rispetto degli standard fiscali ma sinora non li hanno applicati - sono molti di più (38) e comprende una lunga sfilata di Paesi che, andando per ordine alfabetico, comincia con Andorra e termina con Singapore; tra quelli più conosciuti abbiamo la Svizzera (che ha prontamente dichiarato di adeguarsi alle richieste dell’OCSE), l’Austria, il Belgio e il Lussemburgo, oltre ad una sfilata di piccoli paesi a me sconosciuti
Alcune battute circolate sulla stampa ci mostrano un Berlusconi frenetico per mettersi in evidenza; rivolto a Obama gli dice, dopo essersi congratulato per l’elezione, che “si deve tirare su le maniche per fare uscire il mondo dalla crisi, visto che questa arriva dall’America; e lui risponde che il nostro premier ha ragione e che l’importante è restare uniti per risolvere i problemi”; commento: “aria fritta da entrambi”!
C’è stata poi tutta la manfrina – sempre organizzata da Berlusconi – per fare in modo che i fotografi riprendessero insieme Obama e Medvedev; il risultato è stato raggiunto e i due, sorridenti, si stringono la mano, mentre tra loro campeggia il faccione di Berlusconi; per organizzare questa operazione Silvio ha dovuto alzare la voce per chiamare i due ospiti e di questo si è accorta la Regina che ha avuto da ridire: “suvvia, chi è che urla…?”. Maestà, lei non lo conosce ma noi si!
C’è stata poi la gaffe di Michelle Obama che ha osato “toccare” la Regina, la quale, in una foto è ritratta nel suo abito rosa salmone, accanto al brasiliano Lula e con alle spalle il Presidente indiano, quello cinese, Obama e l’immancabile Berlusconi: Elisabetta non mi è sembrata tranquilla, appariva quasi come se volesse dire “ma chi sono questi energumeni? E io cosa ci faccio in mezzo a loro?”.
Fuori intanto i manifestanti si divertivano a sfasciare qualche vetrina ma niente di più!!