<$BlogRSDUrl$>

martedì, marzo 10, 2009

TU VO' FA' L'EUROPEO 

Ricordate la canzone “tu vo’ fa’ l’americano” scritta e interpretata da Carosone? Ebbene, il nostro Obama – l’abbronzato con i capelli che gli si cominciano ad incanutire – sta cercando di fare il percorso inverso e cioè di atteggiare la sua politica ad un sempre più evidente europeismo; ha cominciato con lo slogan “tassare di più i ricchi per dare ai poveri” che è tipico delle socialdemocrazie europee.
Mentre ci sentiamo orgogliosi per aver fornito le tracce della politica sociale di Obama, non possiamo tacere che al momento il Presidente è in una situazione assolutamente non felice: Wall Street ha perduto un altro 20% che, aggiunto al 30 del terribile autunno 2008, porta il crollo della Borsa americana al 50%; nel 1929 fu del 70, ma ricordiamoci che ancora siamo ben lontano dall’essere fuori dalla crisi.
Un altro comparto che sta facendo tribolare il Presidente è quello del mondo del lavoro, dove altri 2milioni di americani hanno perduto il lavoro, facendo segnare un totale di 12milioni, cifra mai raggiunta dagli anni ’70.
Il terzo fatto che – almeno per il momento – non gli dà soddisfazioni è quello dei pacchetti di stimolo, nonché dei ripetuti salvataggi finanziari: tutte queste manovre, anziché arginare la recessione, stanno rischiando di far esplodere il bilancio statale e, di conseguenza, di aumentare smisuratamente il debito pubblico, in controtendenza con le promesse dello stesso Obama in sede di campagna elettorale.
I suggerimenti degli analisti americani sono tutti rivolti ad una concezione prettamente “liberista” del mercato e quindi sollecitano Obama ad abbandonare le “cause perse” e dare il via ad una serie di bancarotte sulle quali eventualmente rimodellare le aziende; è chiaro che il disdoro che ne deriverebbe induce il Presidente a tentare il salvataggio a qualunque costo, ma se la General Motors ha quei conti, meglio il “Charter 11”, come chiamano in america la bancarotta.
C’è poi la proposta di estendere a tutti l’assicurazione sanitaria, ma per questa riforma occorre molto denaro e, con il bilancio che si ritrova, non sembra che l’America sia in grado di trovare altre disponibilità; a meno che non si voglia utilizzare un vecchio sistema statunitense e cioè quello di battere moneta e di “obbligare” gli stati che detengono il dollaro come valuta di riferimento, a difenderne il valore.
Nella strada dell’europeizzazione dell’America, Obama si becca le contumelie di molti media di prestigio che vedono all’orizzonte una deriva socialista di tipo scandinavo e dunque più “pubblico” e meno “privato”, nuova burocrazia e nuovi controlli, assistenzialismo pigro e costoso; secondo questi critici non sarebbe questa la ricetta per rilanciare l’economia, e il leader di questa compagine, il conduttore del più prestigioso talk show, Rush Limbaugh, ricorda quotidianamente agli americani “ve l’avevo detto, Obama è un radicale, non un moderato”. Una cosa mi lascia perplesso: Obama – copiando Berlusconi – in piena crisi e con il panico dei lavoratori che perdono il posto di lavoro, si lancia in una impresa che sa bene che creerà aspri dibattiti: la riapertura dei finanziamenti statali alle ricerche sulle staminali; il suo collega e nostro Presidente Berlusconi usa tali operazioni (adesso il testamento biologico) per distogliere l’interesse dei media dalle cose che interessano veramente alla gente; Obama sembra avere imboccato la stessa strada e, al di là delle cifre fallimentari su Borsa e mondo del lavoro, butta in pasto ai giornali ed alla televisione la nuova crociata contro “tutti i mali”, facendo così infuriare i cattolici integralisti e soprattutto le altre cariche del Vaticano. Che sia tattica e basta??

This page is powered by Blogger. Isn't yours?