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venerdì, marzo 20, 2009

ECCOCI DI NUOVO INSIEME 

Ieri sera sul tardi sono sbarcato dall’aereo che mi ha riportato a casa dopo la settimana trascorsa in Sicilia dove ho tenuto una “Settimana del Cinema” in una Scuola Media Superiore; l’iniziativa, oltre che l’interesse per la manifestazione e per il contatto con i giovani, mi ha permesso di mettere alla prova le mie attuali capacità che – debbo dire – si sono dimostrate all’altezza della situazione; ma dopo questa auto-sviolinata, torniamo a noi e parliamo di cose serie.
Anzitutto una annotazione: nel contatto con i giovani – fra i 13 e i 18 anni – ho potuto rilevare una costante e cioè la loro difficoltà a concentrarsi in una comunicazione che gli perviene attraverso delle immagini; voglio dire che non riescono – o ci riescono con grande difficoltà – a seguire un film che richiede molta attenzione “solo” per arrivare a comprendere la vicenda.
Tale carenza ritengo discenda dall’uso smodato che da anni stiamo facendo del mezzo televisivo, laddove non serve una vera e propria attenzione, essendo sufficiente una “sbirciata” dello schermo ogni tanto per seguire quello che ci viene propinato; mi spiego meglio: quando si seguono delle trasmissioni sul tipo del “Grande Fratello” oppure “Amici” o comunque roba del genere, non è necessario l’uso di una grande attenzione, ma direi che basta utilizzare una parte minima del nostro cervello perché si riesca ad arrivare a capire “quello che sta accadendo”.
Così facendo, però, si hanno due grossi rischi: il primo è che il nostro cervello si abitui a questa sottoutilizzazione e quindi, anche quando serve l’impiego totale, questi non sia in grado di fornirlo; il secondo rischio discende direttamente dalla caratteristica insita nell’immagine tecnica e cioè quella capacità di veicolare delle “idee clandestine” che, per essere scoperte, devono essere sottoposte ad una particolare attenzione del nostro modo di recepire le comunicazioni e, per di più, dovrebbero essere guardate con occhio provvisto di alcuni canoni tecnici di “lettura dell’immagine”.
Per tornare ai nostri ragazzi, li ho trovati sostanzialmente “indifesi” di fronte all’uso malandrino che viene fatto delle immagini e quindi disponibili ad essere “conquistati” da tutte quelle comunicazioni che cercano unicamente la colonizzazione dei cervelli altrui, colonizzazione che non si ferma allo stadio puramente consumistico, ma investe anche la morale, o meglio l’etica, del singolo individuo e, in ultima analisi, l’intero modo di pensare della gente che pertanto può essere definita “massa”, cioè moltitudine di persone caratterizzata da un denominatore comune, cioè la ”mentalità”.
È un peccato, perché sarebbero molto migliori di come eravamo noi alla loro età, ma sono stati “bombardati” da tutte queste comunicazioni che loro non hanno saputo correttamente decodificare (perché nessuno glielo ha insegnato) e quindi sono diventati quelli che sono ora: degli splendidi esempi di opere d’arte non finite.
Intanto, in questa settimana il mondo ovviamente è andato avanti, ma le cose che sono stato in grado di leggere dal mio luogo di lavoro non mi hanno entusiasmato; sulla via del rientro ho letto di molte polemiche in atto, non ultima quella relativa alla frase del Ministro Brunetta che ha definito “guerriglieri” gli studenti de “La Sapienza” di Roma che stavano protestando; il signor Ministro dovrebbe avere l’età giusta per ricordare il film “Fragole e Sangue” in cui il Preside di una Università americana, alla notizia che i suoi studenti stavano manifestando, dichiara: “se mi annunciate che gli studenti protestano è come se mi diceste che amano le fragole”; da quelle proteste nacquero gli anni ’70 con tutti i moti - studenteschi e non - che ne seguirono. Quindi, occhio!!

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