<$BlogRSDUrl$>

martedì, febbraio 03, 2009

LE "MESSE CANTATE" DELLA GIUSTIZIA 

Il mese appena terminato – gennaio – si caratterizza, oltre che per la Festa dell’Epifania – anche per tutta una serie di “messe cantate” che si tengono nelle sedi delle Corti d’Appello italiane e celebrano l’apertura dell’”anno giudiziario”.
Le ho definite “messe cantate” perché di questo rito cattolico hanno la pompa, immutata negli anni, con quegli ermellini che sfilano solennemente e si concludono con la “relazione” che ogni Presidente pronuncia , sul tipo dell’omelia, a beneficio di coloro che lo stanno ad ascoltare e che, immancabilmente segnala i mali della giustizia, senza che mai siano pronunciate due parole per dire quale medicina si possa adottare per scongiurare il ripetersi della malattia.
Ovviamente, la relazione più significativa è quella pronunciata dal primo Presidente della Cassazione che – purtroppo per lui – ha coinciso con l’uscita di alcuni dati relativi ad una ricerca della Banca Mondiale sullo stato della giustizia nel mondo; ebbene, da questa ricerca viene fuori una “classifica” che vede l’Italia al 156mo posto (su 181 paesi) , alle spalle di Sao Tomè – che non so neppure dove si trova – della Guinea e del Gabon mentre riesce a battere Gibuti e la Liberia. Il Presidente, dopo avere ribadito le ovvietà di sempre e cioè che “la giustizia tardiva è come quella negata” oppure che “questo stato di cose genera una crisi di fiducia del cittadino”, ha detto anche cose interessanti e condivisibili; in particolare ha riconosciuto che la crisi della giustizia deriva “dalla mancanza di una cultura dell’organizzazione e dell’efficienza”.
Ma ancora più interessante è la relazione del Procuratore Generale della Cassazione che rileva come nella Magistratura siano presenti “sacche di inefficienza e inettitudine” e ribadisce il proprio “no” alla politicizzazione dell’azione dei magistrati, con il grave rischio che questi si trasformino in “tribuni della plebe”. E per concludere le affermazioni del Procuratore, mi sembra particolarmente significativa quella che si rivolge ai magistrati invitandoli “non solo ad essere, ma anche ad apparire indipendenti, sia dalla politica che dai poteri forti”.
Ritorniamo un attimo alla classifica sull’efficienza della giustizia dei vari paesi; è stata fatta una “media dei paesi OCSE” e questo dato si colloca al 33mo posto; avanti a questa posizione, c’è la Francia (10ma posizione) la Germania (9na) e la Gran Bretagna (24ma); dietro alla posizione mediana, c’è la Spagna (54ma) e noi che, come detto, siamo al 156mo posto; eppure, andando a vedere quanto gli Stati investono nella Giustizia, abbiamo che i cugini francesi spendono 6,66 miliardi di euro e noi – che facendo una proporzione matematica dovremmo spendere poche centinaia di migliaia di euro – in realtà ne spendiamo più di loro, esattamente 7,56 miliardi di euro.
Però, nessun dato e nessuna reprimenda toglie ai magistrati ed ai lori sodali, la spocchia tipica dell’”intangibile”: volete sapere come replica il Vice Presidente del CSM, Mancino? “Ci sono circa 200 posti scoperti nelle procure, soprattutto in quelle esposte alla presenza della malavita organizzata; riuscirà il Governo a coprire i posti vuoti? Che ci può dire in proposito il ministro Alfano?”; tipico esempio di scaricabarile! A nessuno di loro è venuto in mente di proporre che siano VIETATE le consulenze che tantissimi magistrati fanno e sulle quali lucrano un bel po’ di quattrini e che questo personale venga adibito ad altro incarico, insomma a togliere un po’ di arretrato?
E se qualcuno propone la pur minima “riforma”, tutte le toghe si scagliano unite contro qualsiasi mutamento, quasi a dire che va tutto bene così e che non si cambia niente; eppure, qualsiasi modifica, anche la più sbagliata credo che ci consentirebbe di battere Sao Tomè e la Guinea; ma forse a nessuno di loro interessa!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?